Il paese senza adulti

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marzia80
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Il paese senza adulti

Messaggio da marzia80 » dom ott 16, 2011 7:55 pm

Ho provato a cercare,ma mi pare non ci fosse la recensione.Nel caso,scusatemi se la metto doppia.
Ho letto questo libro in un paio d'ore,oggi.
A me ha rapito il cuore,ci sono un sacco di frasi che avrei voluto scrivermi per rileggerle quando mi dimentico di tornare bambina ogni tanto...

Dopo il successo ottenuto con ‘Le stanze di lavanda’ (Piemme, 2009), la scrittrice franco-armena conferma tutta la sua sensibilità narrativa con un romanzo sospeso tra lacrime e sorrisi, che tramite la voce narrativa di Slimane, il bambino di undici anni protagonista del romanzo, ci offre uno sguardo illuminante sulle contraddizioni degli adulti. La storia di Slimane, è la storia di tanti altri bambini della sua età di cui non sappiamo proprio nulla, ma se anche sapessimo, se anche qualcuno (come l’autrice di questo libro) ci sbattesse in faccia la cruda verità, fatta di violenze e soprusi, saremmo davvero capaci di non voltarci dall’altra parte e di fare davvero qualcosa per questi bambini? Temo che la risposta sia già nota a tutti e preferisco lasciare sospesa nell’aria questa domanda, lasciando che a rispondere siano le parole del piccolo Slimane.
«C’è qualcosa che non torna nel mondo degli adulti. Passano il tempo a sgridare noi bambini, a dirci che dobbiamo fare così e cosà, e poi basta vedere il telegiornale per capire che dovrebbero solo stare muti e lasciare comandare noi. Un giorno ho sentito in una trasmissione che lo Stato deve proteggere i bambini, ma quando sono arrivato a casa da scuola e mio padre, ubriaco come sempre, ha picchiato mia madre, Maxence e me, mi è proprio venuta voglia di telefonargli, allo Stato. Solo che non sapevo chi chiamare.
Il mio nome è Slimane, Maxence è mio fratello, ha tredici anni, solo due più di me, ma sembra molto più grande. Lui è la mia roccia, mi protegge dal Demone, come chiamiamo nostro padre, e riesce sempre a rassicurarmi. Mi ha anche fatto delle ali d’angelo, e quando le cose si mettono proprio male, ne infiliamo una ciascuno e immaginiamo di volare via.
La vita è davvero fatta male. Tutti lo sanno, ma nessuno sa dove fare denuncia. Dunque si fa finta che tutto sia normale. Ma io dico che non è affatto così. È solo una grande fregatura. Per questo Maxence un giorno ha deciso di andare nel paese senza adulti, e mi ha lasciato qui da solo. Io ho provato a raggiungerlo, ma devo aver sbagliato strada. O forse no …»
ImmagineIl paese senza adulti di Ondine Khayat by Edizioni Piemme

Titolo: Il paese senza adulti
Titolo originale: Le Pays Sans Adultes
Genere: Narrativa Straniera
Autore: Ondine Khayat
Traduzione: Paola Lanterna
Editore: Piemme
Anno di Pubblicazione: 2010

IL LIBRO – Mi chiamo Slimane, ho undici anni e vivo in una famiglia tutta storta. Per fortuna c’è mio fratello Maxence: lui è il mio manuale di sopravvivenza. Mio padre lo chiamiamo il Demonio, perché è sempre arrabbiato. La sera, mi chiudo le orecchie a doppia mandata per non sentire più le urla dei miei genitori che litigano.
Ieri il Demonio ha picchiato la mamma e l’ha fatta cadere per terra. Maxence ha cercato di difenderla, ma lui gli ha dato un pugno. Ho guardato il sangue che usciva dal naso di Max che si mischiava a quello della mamma, e ci siamo stretti forte mentre dei grandi papaveri fiorivano sulla mia maglietta bianca.
Credetemi, la vita non è una cosa da bambini. Maxence non ha più voluto saperne della violenza dei grandi e un giorno ha deciso di andare nel paese senza adulti. Io volevo raggiungerlo, ma ho sbagliato strada e sono atterrato in un posto dove riparano le persone.
Lì ho incontrato Hugo, con la testa pelata e una gran voglia di vivere, e anche Valentina, più leggera di una nuvola. Insieme abbiamo molto discusso e abbiamo deciso che quando saremo grandi raccoglieremo tutti i bambini sfortunati tra le nostre braccia, e li lasceremo andare solo quando sapranno davvero nuotare.
L’AUTOREOndine Khayat è nata nel 1974 da madre francese e padre armeno. Attualmente vive a Parigi, dove collabora con varie ONG per la realizzazione di progetti umanitari.


… Se io fossi al potere, nessun marito avrebbe il diritto di picchiare la moglie e nessuna donna potrebbe lamentarsi di suo marito senza motivo, stupidamente. Inoltre, se io fossi al potere, il matrimonio, così com’è non esisterebbe più. Mamme e papà vivrebbero insieme solo dopo aver superato delle prove. Una sorta di licenza per vivere insieme. Un permesso simile alla patente a punti. Se perdi troppi punti, è finita, non si può vivere insieme. Devi rifare l’esame per ottenere una nuova licenza a vivere insieme.»



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