Infatti Lav, nel caso di David io come genitore non avrei insistito, l'avrei indirizzato ad un buon istituto tecnico e gli avrei lasciato fare il meccanico. Sono sicura tra l'altro che sarebbe stato un ottimo meccanico, e non escludo che magari avrebbe anche guadagnato più di quanto guadagna ora.
Ho portato il suo esempio come raro esempio di "imposizione felice", nel senso che lui a 14 anni era ancora molto "bambino" (lo dice lui) e tante sue passioni non erano ancora venute fuori. La monomania automobilistica c'era da sempre, ma la sua parte "accademica" ancora doveva venire fuori. Se mia suocera fosse stata meno bestia, forse quella parte non sarebbe mai venuta fuori, o forse sarebbe venuta fuori dopo e lui sarebbe stato un meccanico frustrato. Non si può sapere, come tutte le cose che non sono successe.
Il mio punto è che sono pochi i 14enni con passioni già ben definite e delineate. David era uno di questi, e per questo io come genitore l'avrei lasciato fare. Io invece a 14 anni non avevo la più pallida idea di cosa volevo fare (e non è che ora vada molto meglio ahahahha) e se avessi dovuto decidere allora sarebbe stato un disastro.
Cmq sia io che lui veniamo da famiglie come quella di Enza, dove il diploma è sempre stato scontato. C'era la libertà di scegliere il tipo di scuola superiore (libertà reale nel mio caso, puramente teorica in quello di David ghghghgh) ma a me non è mai venuto in mente che avrei potuto non fare le superiori, non era proprio tra le possibilità che io o i miei contemplavamo. Non so se questo faccia differenza.
a che età un figlio può decidere della propria vita?
Io a 12 anni volevo fare la suora
a 14 l'infermiera (ho scelto lo scientifico in vista dopo il biennio di andare alla scuola infermieristica)
a 16 la giornalista (mia madre mi regalò una macchina da scrivere, cara mamma...)
a 18 l'archeologa (lavorai tutta l'estate e mi pagai pure un campo archeologico)
poi mi iscrissi a Fisica per fare la scienziata (nel frattempo mi ero convinta di avere una grande mente matematica)
E ora faccio l'informatica felice :occhiodibue:
Sento che sono molto flessibile ahahah
a 14 l'infermiera (ho scelto lo scientifico in vista dopo il biennio di andare alla scuola infermieristica)
a 16 la giornalista (mia madre mi regalò una macchina da scrivere, cara mamma...)
a 18 l'archeologa (lavorai tutta l'estate e mi pagai pure un campo archeologico)
poi mi iscrissi a Fisica per fare la scienziata (nel frattempo mi ero convinta di avere una grande mente matematica)
E ora faccio l'informatica felice :occhiodibue:
Sento che sono molto flessibile ahahah
Io invece, pur essendo di natura una decisionista (pure troppo), ho sempre rimandato. Finché ero alla scuola dell'obbligo era facilissimo. Poi ho dovuto scegliere il liceo, ho scelto il classico perché sapevo che era generico e che c'era un po' di tutto. Poi alla fine del liceo ho avuto una mega crisi totale, superata la quale mi son trovata con maturità in mano senza sapere dove diavolo iscrivermi...mi sono iscritta a biologia, con la vaga idea di seguire poi l'indirizzo etologico. Nulla, un disastro, ho perso il primo anno e poi finalmente mi sono iscritta alla scuola per interpreti e traduttori, dove ho fatto triennale e specialistica.
...per poi scoprire che non voglio fare il traduttore a tempo pieno...
...per poi scoprire che non voglio fare il traduttore a tempo pieno...
Esatto. Io sono certa che se non mi fosse stata imposta persino la Facoltà magari mi sarei laureata in quello che dicevo io o avrei utilizzato quegli anni per arrivare a fare quello che volevo veramente, invece di perderli dietro a quel casino e ho capito troppo tardi ciò che avrei voluto essere.laste wrote:comunque Lelia io ci andrei piano sul discorso di "esigere" l'università
Io ho molta stima del mio meccanico (domani mi deve fare il tagliando ahah)
Conosco persone che ancora maledicono i genitori per aver imposto una scelta universitaria
Voglio dire:tuo marito era proprio appassionato di una cosa fin dalla più tenera età, ecco nel suo caso penso che non contrasterei mio figlio, li non si tratta di "in qualche modo mi arrangerò" ma "quella è la mia passione"
Non mi aspetto che per forza i miei figli prendano una laurea (ma un diploma si)
può darsi che sì, che la differenza la faccia.Lelia wrote:I
Cmq sia io che lui veniamo da famiglie come quella di Enza, dove il diploma è sempre stato scontato. C'era la libertà di scegliere il tipo di scuola superiore (libertà reale nel mio caso, puramente teorica in quello di David ghghghgh) ma a me non è mai venuto in mente che avrei potuto non fare le superiori, non era proprio tra le possibilità che io o i miei contemplavamo. Non so se questo faccia differenza.
e le aspirazioni dove le mettiamo?
fin che si riesce a fare il lavoro che piace non ci son problemi,(se chi fa la cameriera aspirava a far quel lavoro sarà soddisfatta)
il problema sorge quando sei costretto ad accettare un lavoro perchè con le qualifiche che hai,o che non hai, non potresti fare altro.
insomma alla fine quoto lelia in tutto e per tutto