Poesie

Viviamo insieme il percorso dell'adozione
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Azur
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Poesie

Messaggio da Azur » lun ott 04, 2010 12:49 pm

ADOZIONE NINNA-OH

Ninna-oh ninna-oh
questo bimbo a chi lo do?
Lo daremo alla sua mamma
che gli canta la ninna-nanna.

Ninna-oh ninna-oh
non lo vuole la sua mamma
chi gli canta la ninna nanna?

Ninna-oh ninna-oh
cercheremo un'altra mamma
che gli canti la ninna-nanna

Ninna-oh ninna-oh
questa si e quella no
anzi quella si e questa no
anzi forse ma però
questo bimbo a chi lo do?


ABBANDONO

Mangiavo dormivo
facevo la brava-bambina
per conquistarti "mammina".
Corteggiamento vano
a nove mesi mi hai presa per mano
mi hai lasciata a Milano.



A NOVE MESI

A nove mesi la frattura
la sostituzione il cambio di madre
Oggi ogni volto ogni affetto
le sembrano copie cerca l'originale
in ogni cassetto affannosamente.


Azur
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Messaggio da Azur » lun ott 04, 2010 12:51 pm

Sono di Vivian Lamarque, e rispecchiano la sua esperienza di bimba...
Trovo che "passino" pienamente l'angoscia di un bambino piccolo, nella loro apparente semplicità...

********************
Intervista a Vivian Lamarque
"Sono una poetina media / normale / da due righe e mezza / sulla garzantina universale". Questa è, per sua stessa definizione (tratta da Una quieta polvere, Mondadori, 1996), Vivian Lamarque. Uno dei pochissimi poeti che si possono ancora permettere di scrivere in rima senza far ridere.
Casomai strappando al lettore una varietà di sorrisi: da quello divertito per l’arguzia dell’autrice, a quello amaro, perché molte sue liriche, dietro l’apparenza fiabesca, nascondono frammenti di vita molto tristi presentati con garbata ironia. Nel 2002 ha avuto l’onore, toccato a poche altre colleghe italiane (Maria Luisa Spaziani, Ada Negri), di vedersi pubblicata l’opera omnia (cinque raccolte più una corposa sezione di inediti) nella collana Oscar Mondadori-Poesia del ’900.

Poesie 1972-2002 è un libro che va letto attentamente, a cominciare dalla nota biografica: "Vivian Lamarque (Comba Provera Pellegrinelli) nasce a Tesero (Trento) il 19 aprile 1946. Figlia illegittima, a nove mesi viene data in adozione a Milano. A quattro anni perde anche il padre adottivo…".

- Signora Lamarque, si è conquistata un posto tra i classici del ’900 a tempo di record, considerando che il suo primo libro di poesie uscì nel 1981. Ma quando ha iniziato a scrivere?

Ho iniziato a scrivere a dieci anni quando scoprii di avere due madri. A loro dedicai le prime due poesie: La signora M. buona e La signora M. cattiva. La mia infanzia è una telenovela. A quattro anni avevo già perso tre genitori: i due naturali e il padre adottivo. A tavola mangiavo sola, cercavo un commensale, lo trovai nella penna.

- Lei è anche un’apprezzata autrice di fiabe: come si è accostata a questo genere letterario che contamina anche il suo modo peculiare di fare poesia?


Ho iniziato a scrivere fiabe più tardi, in un momento buio dell’infanzia di mia figlia Miryam. I due generi letterari a volte si incrociano nel mio pennino.

- Verrebbe voglia di far leggere le sue liriche anche ai bambini, spinti dalla "misteriosa semplicità" di cui scrisse Raboni. Ma, come sottolineò Sereni, "a volte due versi in chiusura di una cantilena quanto mai puerile arrivano imprevisti come una coltellata". Lei, da mamma e da giovane nonna, che cosa consiglia?


Ai bambini non regalerei le mie poesie, ma le mie fiabe. In particolare La luna con le orecchie (Castalia), o le mie trascrizioni del Lago dei cigni e dell’Uccello di fuoco (Fabbri). Mi permetto di segnalare un testo anche ai docenti che volessero, divertendo, insegnare un po’ di educazione ai loro scatenati scolaretti: Piccoli cittadini del mondo (Emme edizioni).

- Emily Dickinson fa capolino qua e là nella sua produzione. Addirittura ha utilizzato una sua citazione come titolo per la raccolta "Una quieta polvere". È la sua autrice preferita? La sente affine?
Sì, Emily Dickinson è tra i miei poeti preferiti. Affinità? Diamo entrambe del tu ai fiori, e alla morte.

- Quali altri poeti sono stati significativi per la sua formazione?
Saba, Penna, Caproni e molti altri.

- E tra le poetesse? Lei ha dedicato un bel testo ad Amelia Rosselli. Eravate amiche?
Ho incontrato Amelia Rosselli numerose volte, ma solo in occasione di letture collettive tra poetesse. Però mi parlavano di lei le sue generose amiche romane, per esempio Sara Zanghi e Mimma Di Leo, che se ne prendevano cura maternamente assai spesso, la portavano anche in montagna con loro, riuscivano a farla un po’ sorridere. Personalmente le ho parlato a lungo solo una volta, durante una cena dopo una lettura. Eravamo sedute vicine (tra parentesi devo dire che eravamo entrambe buone forchette! Chi vive solo generalmente non si concede piatti elaborati, quindi fuori casa li apprezza maggiormente).

- E di che cosa parlaste?
Abbiamo parlato soprattutto di Sylvia Plath, e naturalmente del suo suicidio, quel gelido 11 febbraio del ’63, in quell’orrenda bocca di forno, mentre nella stanza accanto dormivano i suoi piccolissimi bambini.

- Anche la Rosselli è morta l’11 febbraio (del ’96).
Sì. Quando di suicidò Amelia, lanciandosi nel vuoto, era di nuovo un 11 febbraio. Scrissi un pezzetto sul Corriere della Sera per segnalare la sincronicità.

- Le sembra casule che la vita di tante poetesse (oltre alla Plath e alla Rosselli, Antonia Pozzi, Anne Sexton, Marina Cvetaeva) si sia concluso con quello che lei chiama "giorno di marmo"?
Ci sono stati numerosi suicidi tra le poetesse, ma non credo in misura maggiore rispetto ai suicidi dei poeti. Penso che la poesia possa curare, ma anche, a volte, ammalare. Questo succede quando ti avvolge completamente nel suo abbraccio, facendoti perder di vista la vita, la vita reale, i legami con le persone di carne e ossa che magari ti vogliono bene, mentre tu insegui i fantasmi di carta, i "signori lontani", chi non c’è.

- La psicanalisi ha lasciato un segno nella produzione di diversi autori novecenteschi, da Hesse a Saba. Per lei, che ha dedicato tre libri al suo psicanalista, che cosa ha rappresentato?
Molti artisti temono che l’analisi limiti la loro creatività. Così non è. Il signore d’oro, Il signore degli spaventati e Poesie dando del Lei sono nati proprio dalla mia lunga e intensa analisi junghiana con il dottor B. M. Grazie all’analisi ho ritrovato la strada che avevo perduto e persino un pezzetto di infanzia. Qualcuno ha scritto "Non è mai tropo tardi per avere un’infanzia felice".

- Per lei si sono dischiuse le porte di tutti, o quasi, i grandi editori. Eppure non rinuncia a regalare sue poesie a piccoli editori come il Pulcinoelefante di Alberto Casiraghi e Lietocollelibri di Michelangelo Camilliti. Come mai?
Perché fanno molto per la poesia.

- A Casiraghi, poi, la lega anche l’amore per gli animali, che è un tema sempre più presente nella sua produzione poetica.
Sì, non ci dà pace il dolore inflitto agli animali. Segnalo a tutti i lettori, a titolo d’esempio, il suo librino n. 4424, su quei santi che sono i maialini. Come racconto sempre, e come ho scritto in una poesia contenuta nell’Oscar, insieme abbiamo una volta liberato in un bosco 40.000 lire di lumache.

- Onore ai numerosi meriti dei piccoli editori, ma la loro crescita e diffusione, negli ultimi 15 anni, non è sintomatica di un progressivo disinteresse per la poesia da parte dei grandi editori e del grande pubblico?
I Grandi Editori ti pubblicano solo quando hai già "un nome". Io pubblicai il mio primo libro con la minuscola "Società di poesia". Con lei nel 1981 dovetti spartire il Premio Viareggio per l’opera prima: 750.000 lire divise in due! Al grande pubblico vorrei mandare un messaggio...

- Quale?
Il post scriptum che conclude Questa quieta polvere: "Siamo poeti/ vogliateci bene da vivi di più / da morti di meno / che tanto non lo sapremo".

A cura di Pietro Berra - Scritto da Mirella Carraro
Tratto da qui
asolina

Messaggio da asolina » lun ott 04, 2010 1:03 pm

grazie azur :)
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Messaggio da Enza 52 » mar ott 05, 2010 10:33 pm

Azur ha scritto:
ABBANDONO

Mangiavo dormivo
facevo la brava-bambina
per conquistarti "mammina".
Corteggiamento vano
a nove mesi mi hai presa per mano
mi hai lasciata a Milano.


.
toccanti, ma non so, mi lasciano un po' di amaro in bocca, sopratutto la penultima.
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gigia
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Messaggio da gigia » gio ott 07, 2010 8:18 am

seduta al bar.....
caffè e acqua....
un giorno di sole...
fiocchi blu...
che brillano al sole...
la piazza..
poche persone...
tavoli fuori...dai bar aperti....
un caffè ....un bicchier d'acqua....
e una agenda dove scrivere...
scrivere cosa ....
una piccola vita....
in un mondo immenso...
dove la fantasia ... si perde nell'ombra.....
di quel sole ......di una giornata....
piena di vita........

cosa ne pensate??
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