a che età un figlio può decidere della propria vita?

Una sezione per discutere delle problematiche legate all'adolescenza dei nostri eredi.
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Lelia
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Messaggio da Lelia » gio mar 18, 2010 10:54 am

tati ha scritto:Quel che dite è in parte vero, in parte secondo me no.
Parlo di Lelia e Laste.
Lelia, tu dici che a 14 anni puoi scegliere un titolo di studio e poi cambiare idea nel tempo.
Anche questo è vero, ma allora posso metterti sullo stesso piano il discorso scuola; una persona a 14 anni po’ decidere di andare a scuola, e a 16 rendersi conto che non è più quello che vuole dalla vita, che ha altre priorità.
Non è la stessa cosa?
E questa stessa persona può sempre, nel caso si renda conto di aver sbagliato, tornare indietro, e riprendere gli studi quando davvero lo fa con la testa, e non buttando all’ aria magari anni di vita per nulla. No?
Spesso no, in realtà. Se tu volessi prendere il diploma addesso, con 3 figli piccoli, riusciresti a farti 5 ore di scuola serale tutte le sere e a studiare per una maturità? Magari sì, ma con uno sforzo davvero grande. E secondo te mettersi nel mondo del lavoro con una decina di anni di ritardo non è penalizzante? Secondo me sì, e parecchio.
Io a 14 anni non sapevo cosa volevo fare da grande, ma sapevo che volevo studiare quindi ho scelto un liceo che sapevo che mi avrebbe dato una buona preparazione, e ho serenamente rimandato la decisione del "cosa fare da grande". Non vedo il problema. Non ho buttato via anni a fare la babysitter o le pulizie per poi scoprire a 20 anni "toh guarda il diploma mi sarebbe utile, aspetta aspetta che torno a scuola", e sono felice di non essermi trovata in quella situazione.
tati ha scritto:Lav, il discorso “ non si sa dove si è tra 20 anni” è in parte giusto, ma quello non lo imporrei solo ai ragazzi, ma alla vita stessa.
Cioè io non lo so che cosa farò tra 20 anni, nemmeno tra 10, magari tra 5 lascio Lele e chi sé visto sé visto. Non si può vivere pensando a cosa si farà tra 20 anni davvero, si mettono le basi per farlo, ok, ma poi il mondo può cambiare radicalmente e trovarsi da tutt’ altra parte.
Vero, non si può vivere pensando a cosa si farà tra 20 anni, ma si può cercare di avere quanti più strumenti possibili, e di darne quanti più possibili ai nostri figli. Io sono felice di avere un'indipendenza economica (anche se al momento minima, purtroppo), e ti assicuro che per il mio sfigato lavoro di commessa in libreria oggi si richiede almeno una laurea triennale. Certo uno può essere economicamente indipendente anche facendo le pulizie e va benissimo, ma quante ore devi lavorare se ti devi mantenere e se devi mantenere pure dei figli? E' davvero una bella prospettiva, è quello che vorresti per tua figlia? Vorresti vederla che si spacca la schiena a pulire pavimenti perché a 16 anni non ha avuto voglia di finire la scuola? Io no, francamente. Poi per carità, per forza non si fa neanche l'aceto e se un figlio proprio non vuole studiare si cercheranno altre soluzioni, ma non posso dire che ne sarei felice.


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Mareluna
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Messaggio da Mareluna » gio mar 18, 2010 11:19 am

Lelia ha scritto:Rispondendo come sempre solo da figlia visto che non sono mamma...l'assunzione delle responsabilità deve essere graduale, si comincia da piccini e poi via via crescendo aumenta il numero di responsabilità che siamo in grado di assumerci, e la loro portata.
Facendo un discorso per forza di cose generico, io credo che la maggior parte dei 15/16enni di oggi non siano in grado di prendersi una decisione GRANDE come quella di lasciare gli studi per mettersi a lavorare. Siamo in una società che tende a mantenerci bambini molto a lungo (per tutta una serie di ragioni complesse che ora tralascio) e a 15 anni si è decisamente piccoli, al giorno d'oggi.
Per quanto riguarda la questione diploma, io lo vedo come il titolo di studio ormai minimo per avere una qualche possibilità di trovare un lavoro decente. E per questo credo che, da eventuale genitore, farei di tutto perché mio figlio arrivasse a prendere almeno quello.
ti quoto in pieno
il genitore deve guidare, consigliare e assecondare le scelte del figlio
ma a 15-16 non si è ancora maturi x fare una scelta così forte di lasciare gli studi
poi certo tutto è soggettivo e bisogna vedere le reali inclinazioni del ragazzo
Superaffaella ha scritto:Questo post cade proprio a fagiolo, perche' in questi giorni mi sono resa conto che Davide dovra' prima o poi scegliere se continuare ad essere un INVALIDO CIVILE o meno.
Mi spiego: il danno al cervello c'è, è attestato dalla risonanza magnetica
ed abbiamo potuto affrontare le terapie gratuitamente ecc...,
pero'....Davide corre, salta, è intelligente...fa tutto!
C'è solo la risonanza che puo' far credere alla gente cosa ha davvero mio figlio.
E allora?
Quando gli dovro' chiedere cosa vuole scrivere sui documenti da "grande"
vogliamo cancellare tutto e buttarci nel mondo o continuiamo ad essere invalidi
e ad avere magari qualche punticino in piu' per alcuni concorsi?
Credo che in altri concorsi questa cosa glieli togliera' i punti.
A che eta' potro' affrontare questo discorso con lui?
sapete che lo scorso anno un istruttore della piscina mi accenno' alle Paraolimpiadi?
A volte mi sembra proprio di rubare, di non essere contenta per come siamo stati fortunati con questo bimbo.
Altre volte guardo l'impegno che deve mettere per fare cio' che agli altri risulta spontaneo (che sia solo camminare appoggiando bene il tallone destro o saltare da un muretto atterrando bene).... e mi viene il magone.
Lo so:non s'è capito niente....ne riparleremo fra 5 anni, va!
io andrei avanti e poi strada facendo ti regoli il da farsi...ha dei genitori splendidi che lo appoggeranno in qualsiasi cosa
io seguo un ragazzo ipovedente che sta sulla sedia a rotelle ed ha un po di difficoltà nell'apprendere...è al 4 anno di un istituto professionale
è sveglio e pieno di voglia di fare...va bene a scuola ha un programma differenziato...ora ho appena finito di fare dei riassunti molto semplici e lineari sulle società di capitali che a pomeriggio dovremmo studiare insieme
abbi fiducia
:bacio:
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Messaggio da tati » gio mar 18, 2010 11:31 am

Lelia ha scritto:Spesso no, in realtà. Se tu volessi prendere il diploma addesso, con 3 figli piccoli, riusciresti a farti 5 ore di scuola serale tutte le sere e a studiare per una maturità? Magari sì, ma con uno sforzo davvero grande. E secondo te mettersi nel mondo del lavoro con una decina di anni di ritardo non è penalizzante? Secondo me sì, e parecchio.
Io a 14 anni non sapevo cosa volevo fare da grande, ma sapevo che volevo studiare quindi ho scelto un liceo che sapevo che mi avrebbe dato una buona preparazione, e ho serenamente rimandato la decisione del "cosa fare da grande". Non vedo il problema. Non ho buttato via anni a fare la babysitter o le pulizie per poi scoprire a 20 anni "toh guarda il diploma mi sarebbe utile, aspetta aspetta che torno a scuola", e sono felice di non essermi trovata in quella situazione.



Vero, non si può vivere pensando a cosa si farà tra 20 anni, ma si può cercare di avere quanti più strumenti possibili, e di darne quanti più possibili ai nostri figli. Io sono felice di avere un'indipendenza economica (anche se al momento minima, purtroppo), e ti assicuro che per il mio sfigato lavoro di commessa in libreria oggi si richiede almeno una laurea triennale. Certo uno può essere economicamente indipendente anche facendo le pulizie e va benissimo, ma quante ore devi lavorare se ti devi mantenere e se devi mantenere pure dei figli? E' davvero una bella prospettiva, è quello che vorresti per tua figlia? Vorresti vederla che si spacca la schiena a pulire pavimenti perché a 16 anni non ha avuto voglia di finire la scuola? Io no, francamente. Poi per carità, per forza non si fa neanche l'aceto e se un figlio proprio non vuole studiare si cercheranno altre soluzioni, ma non posso dire che ne sarei felice.
Lelia ma io da madre non posso non essere felice per mia figlia.
Che sia una studentessa modello, o una che non vuole frequentare la scuola ed entrare subito nel mondo del lavoro.
Io sono felice per lei, quando la vedo stare bene.
Per me è questo l’ importante.
Perché imporgli una cosa se non la fa stare bene, se non la rende felice, se il suo desiderio è un altro?
Io questo non potrei mai farlo.

Siamo in un mondo diverso, credo. Qui le prospettive future sono molto più vicine a quello che tu credo definisci “ un pessimo lavoro”.
Ti posso fare alcuni esempi, come mia cognata, che ha studiato ragioneria ed è uscita con un 90. ha fatto la commessa in un panificio per 700 euro al mese per un anno e mezzo, 6 giorni su sette.
Ha mollato, ora fa le pulizie per 3 giorni a settimana. E prende molto di più.
Ma siamo davvero in un mondo diverso, in questocontesto. Qui abbiamo opportunità che il resto dell’ italia non ha, e sono al 99% opportunità di lavori umili, si, ma che ti fanno vivere bene.
Ma questo è un altro discorso.


Io potrei andare a studiare ora, certo. Potrei farmi un corso serale, impegnativo sicuramente, non dico di no.
Ma forse più valido dei 5 anni di superiori che avrei fatto, visto che ne ho fatti tre chiudendo occhi e orecchie.
Ora sarebbe per me, studierei per me.
E dici che è difficile poi rientrare nel mondo del lavoro? Credi che una ditta qualunque, tra una ragazza di 20 anni con una vita da vivere, ed una di 35 con dei figli già grandi, chi decide tra le due?
Io non penso sia così difficile.

Ma non qui, perché qui sbocchi simili non ce ne sono comunque, sono pochissimi.
E io onestamente, mi sento felice anche se farò le pulizie, perché per me la prima cosa è la mia famiglia.
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Messaggio da tati » gio mar 18, 2010 11:33 am

Mareluna ha scritto:ti quoto in pieno
il genitore deve guidare, consigliare e assecondare le scelte del figlio
ma a 15-16 non si è ancora maturi x fare una scelta così forte di lasciare gli studi
poi certo tutto è soggettivo e bisogna vedere le reali inclinazioni del ragazzo
questo è sicuro, dipende dalle reali inclinazioni del ragazzo stesso.
Non gli permetterei di mollare glistudi per dormire24 ore no stop.
Se però edo che ha desiderio e che sente i bisogno di un mondo diverso da quello scolastico lo asseconderei.
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Messaggio da Lelia » gio mar 18, 2010 11:37 am

tati ha scritto:Siamo in un mondo diverso, credo. Qui le prospettive future sono molto più vicine a quello che tu credo definisci “ un pessimo lavoro”.
Ti posso fare alcuni esempi, come mia cognata, che ha studiato ragioneria ed è uscita con un 90. ha fatto la commessa in un panificio per 700 euro al mese per un anno e mezzo, 6 giorni su sette.
Ha mollato, ora fa le pulizie per 3 giorni a settimana. E prende molto di più.
Ma siamo davvero in un mondo diverso, in questocontesto. Qui abbiamo opportunità che il resto dell’ italia non ha, e sono al 99% opportunità di lavori umili, si, ma che ti fanno vivere bene.
Ma questo è un altro discorso.
Sì Tati, ma tu dai per scontato che i tuoi figli vivano sempre dove vivete ora. Come diceva Lav, è possibile che desiderino spostarsi, magari vivere in una grande città, e allora si troveranno nel "mio" mondo del lavoro. Oppure è possibile che magari crescendo abbiano delle aspirazioni lavorative diverse, e rimpiangano amaramente di non aver preso il diploma. Oppure, è possibile che per loro al primo posto ci sia il lavoro e non la famiglia (non tutti abbiamo le stesse priorità) e anche in quel caso non avere neanche un diploma non sarà un vantaggio.
Ho capito benissimo il tuo punto di vista e lo rispetto, ma non è detto che i tuoi figli lo condivideranno.
Io credo che da mamma sarei felice se vedessi i miei figli felici, non se vedessi i miei figli frustrati. Se una mia ipotetica figlia fosse felice a fare la colf non avrei alcun problema, ma credo che vivrei malissimo una frase come "ma perché mi hai permesso di mollare la scuola quando avevo 15 anni?".
Gwen

Messaggio da Gwen » gio mar 18, 2010 11:38 am

Beh, penso che dipenda dal tipo di responsabilità.
Se a 14 anni mia figlia mi dicesse di non voler fare le superiori non lo accetterei, ma potrei parlare con lei di quale scuola fare, a casa mia ho dovuto faticare perchè i miei volevano impormi anche il tipo di scuola.
Se a 19, finite le superiori, mi dicesse che non vuole fare l'Università sarebbe già diverso, penso che come genitore le suggerirei un anno sabatico, di quelli per riflettere su stessi, su quello che si vuole veramente, magari all'estero se vuole, a vedere un pò cosa c'è fuori, ad imparare una lingua.
A me una possibilità del genere avrebbe aiutato.
Ma imporre l'Università proprio no, le imporrei caso mai un impegno, qualunque sia la sua scelta, un impegno in qualcosa a sua scelta, con tutto il mio sostegno, se invece iniziasse a bighellonare senza voler fare nulla della vita le darei un termine perchè non credo sia educativo mantenere un figlio che arriva a 35 anni senza voler fare nulla, quindi della serie, o ti impegni in qualcosa entro tot tempo o poi te la vedi tu e io non ti mantengo più.
Certo si tratta di situazioni estreme, ma penso che anche a 19 anni decidesse di non fare l'Università potrebbe pure starci, potrebbe poi ripensarci, come no.
Sono percorsi personali, che entro certi limiti vanno gestiti da soli, forzarli è solo peggio (come è accaduto a me, mi è stata imposta persino la Facoltà universitaria).
losbanos

Messaggio da losbanos » gio mar 18, 2010 11:40 am

tati ha scritto:Lelia ma io da madre non posso non essere felice per mia figlia.
Che sia una studentessa modello, o una che non vuole frequentare la scuola ed entrare subito nel mondo del lavoro.
Io sono felice per lei, quando la vedo stare bene.
Per me è questo l’ importante.
Perché imporgli una cosa se non la fa stare bene, se non la rende felice, se il suo desiderio è un altro?
Io questo non potrei mai farlo.
Ancora una volta sono d'accordo con te. Se ai nostri figli diamo gli strumenti adatti per farsi un'idea critica delle strade che possono scegliere, poi è giusto che questa strada la scelgano loro.
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Messaggio da tati » gio mar 18, 2010 11:43 am

Lelia ha scritto:Sì Tati, ma tu dai per scontato che i tuoi figli vivano sempre dove vivete ora. Come diceva Lav, è possibile che desiderino spostarsi, magari vivere in una grande città, e allora si troveranno nel "mio" mondo del lavoro. Oppure è possibile che magari crescendo abbiano delle aspirazioni lavorative diverse, e rimpiangano amaramente di non aver preso il diploma. Oppure, è possibile che per loro al primo posto ci sia il lavoro e non la famiglia (non tutti abbiamo le stesse priorità) e anche in quel caso non avere neanche un diploma non sarà un vantaggio.
Ho capito benissimo il tuo punto di vista e lo rispetto, ma non è detto che i tuoi figli lo condivideranno.
Io credo che da mamma sarei felice se vedessi i miei figli felici, non se vedessi i miei figli frustrati. Se una mia ipotetica figlia fosse felice a fare la colf non avrei alcun problema, ma credo che vivrei malissimo una frase come "ma perché mi hai permesso di mollare la scuola quando avevo 15 anni?".
lelia ma io nemmeno penso che i miei figli mollernno la scuola, eh.
Solo che, se mi trovassi in qella situazione, so che li appoggerei.
Non credo che, aiutandoli a crescere come spero difare, arriverà un giorno in cui mi dicano perchè me lo hai permesso?
Anche perchè la deicisone spetta a loro, e le conseguenze non sono di certo una mia colpa.
La responsabilità delle proprie azioni, se sono in grado di decidere se andare o meno a scuola sono anche in grado di capirne le conseguenze.
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