
Come trasmettere l'assoluta necessità di leggere un libro?
Me lo ha regalato Stefano, ha letto la copertina e ha pensato subito a me, sant'uomo.
Di che parla? Dell'infelicità delle donne, della frustrazione, del sessismo, ma anche, e soprattutto delle infinite potenzialità, dell'ironia, di quanto valiamo e di quanto la società e la cultura moderna ci distraggono dalle cose che contano per finire a piangere su una mousse di cioccolato di troppo, una pasta scotta o il bucato con la macchia che non viene via.
Il tutto con grande ironia.
Nel primo capitolo ho trovato uno spunto per il post sulla felicità di Fede, e nel secondo ho trovato sviscerato così bene il discorso nato nel post su Fililippa Hamilton da avere un'epifania
E dice pure le cose che sosteneva Paola ahahahah
(cit)
Questo è un libro per donne toste, o per quelle che vogliono diventarlo. L'autrice invita all'astensione le "ragazze perfettine", quelle sempre troppo per bene, le fanatiche oltranziste della dieta o quelle che dubitano delle teorie di Darwin ma credono ciecamente che una cremina al coenzima Q10 possa fermare il tempo. Queste pagine sono per i milioni di altre donne che vogliono opporre resistenza al bombardamento di chi le vuole in ogni momento perfette, toniche e produttive, ma anche sottomesse e conformate. Un libro per quelle che si sentono femminili anche con qualche chilo in più, che vogliono godere del tempo libero, della singletudine o della vita di coppia, ma che sanno di essere minacciate dai miliardi di messaggi negativi che i giornali, la tv, le aziende, e anche i famigliari moltiplicano. Sono pagine che insegnano a coltivare il meglio che c'è in ognuna, a prendere quello che si vuole con il sorriso sulle labbra.
Accatevillo!
(mi sento come la Rufya dopo aver letto Carr ahahah)