Lelia wrote:Infatti Tati nel tuo caso la scelta è stata azzeccata. Ma io ti vedo più come un'eccezione che come la norma. E resta il fatto che se, per un qualsiasi motivo X, tu domani avessi il bisogno di guadagnare, dovresti accontentarti del primo lavoro che trovi perché dal cinico punto di vista del mercato del lavoro non hai carte da giocare. Ora, ho capito che la zona dove stai tu è un'isola felice da questo punto di vista, ma anche questa è un'eccezione.
E tra l'altro tu sei felice perché hai trovato realizzazioni in campo personale e familiare, non perché nonostante la mancanza di titoli di studio tu abbia trovato un lavoro che ti piace. Non mi sto spiegando bene...in poche parole, tu puoi fregartene del titolo di studio perché hai cercato soddisfazioni in altre sfere della vita, ma la tua storia non dimostra che senza titoli di studio si possano trovare lavori soddisfacenti. (non mi spiego bene neanche ora, ma spero si capisca)
Io capisco bene il tuo punto di vista, e sono d’accordo fino ad un certo punto.
Sono la prima a sperare che i miei figli abbiano la voglia di studiare.
La differenza sta solo nel cosa si pensa se questa voglia non c’è, ma soprattutto se invece della voglia di studiare o del classico scazzo da scuola cè qualcosa di altro, ci sono altri progetti nella vita.
Su 100 ragazzi tu credi che 100 ragazzi abbiano voglia di studiare? O che magari 5 di loro non lo faranno, o comunque non è quello il loro futuro, e se lo fanno è proprio solo perché spinti e obbligati?
Ecco, questo io voglio dire; non obbligo mia figlia, qualora lei ha un desiderio diverso.
Ma in tutti i campi della vita, non solo in questo. Se lei sbaglia e rischia di rovinarsi la vita sono la prima a fermarla per tempo, ma per scelte così personali non posso far altro che ragionare con lei, spiegarle i pro e contro, e tenerle la mano nel suo viaggio.