Sono a pagina 500 del libro di Mo Yan, e me ne mancano ancora 450 circa
Una fatica immane, tra la lentezza della narrazione e l'assoluta antipatia che mi suscita l'io narrante: esangue, patologicamente fermo alla fase orale dell'infanzia, privo di carattere.
Sono spesso tentata dai diritti del lettore di Pennac e dall'abbandono dell'epica impresa.
Mi sorregge solo quel briciolo di interesse per una cultura tanto diversa, sentimenti e costumi estranei, il soffio di una storia che non è la nostra e, almeno quello, è reso bene, anche se si sente che probabilmente l'autore è stato cauto per non finire fra i dissidenti & esuli, nel descrivere in toni più sfumati tragedie del comunismo che ho letto in versione ben più cruda altrove.
Ce la farò, prima del 25 novembre, termine ultimo per la restituzione del libro in biblioteca?
Non si sa
Aspetto sempre qualche eventuale fan di Mo Yan che smentisca le mie impressioni
