Laste wrote:Mi hai fatto venire in mente la mia maestra delle elementari, che rise fin quasi alle lacrime quando osservando un fiore spuntato da un bulbo piantato in classe, dissi "maestra, la pianta è dietro a crescere!"
Comunque a Torino ci sono espressioni fortemende dialettali usate indistintamente da tutti coloro che ci vivono da tempo.
Tipo il famoso "faccio che" che per fortuna si usa praticamente solo da noi.
Io ho qualche parola (poche) che consideravo italiano ma è in realtà piemontese (il Grilet prima di tutte)
Ma se stiamo a guardare di parole dialettali (chiamiamoli toscanismi diciano che sono il vero italiano, sarà anche ma è italiano in disuso quindi per forza di cose sta diventando dialettale) ne usano molte di più.
Dopo tutto puliscono i pavimenti con le granate, e non potrai mai servire la minestra con un mestolo (che è il cucchaio di legno) e mestoli e schiumarole sono ramaioli anche se sono fatti di altri metalli
“Bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri. Hanno poco, ma sono in tanti.” (Ettore Petrolini)
Mamma di Lorenzo: 04/12/2007 e di Marzia (ex parassitina poi BIMBA BUFFA ora BIMBA PAZZA) 27/12/2010
“…Anche se, adottando certi metodi, i nostri figli, forse, mangerebbero meglio o dormirebbero di più, ci ubbidirebbero senza lamentarsi o starebbero un po’ più zitti, noi non li possiamo usare. E non necessariamente perchè questi metodi siano inutili o controproducenti, nè perchè causino traumi psicologici. Alcuni dei metodi che criticheremo in questo libro sono efficaci, e forse qualcuno sarà anche innocuo. Ma ci sono cose che, semplicemente, non si fanno”. Carlos Gonzales. Tratto da "Besame Mucho"