certo che ogni tanto pensare alla prospettiva futura può aiutare a rivedere le cose (anche a ridimensionare i problemi spesso), ma sinceramente quando nelle cose ci sei dentro e devi viverle le vivi per forza con un coinvolgimento tale che il pensiero del futuro conta poco a mio parere.
faccio un esempio, quando pareva che la mia seconda soffrisse di reflusso ed erano pianti e poppate faticose.. cercavo e leggevo articoli su questa problematica e quando leggevo "solitamente si risolve entro i primi due anni", frase che voleva essere incoraggiante, a me prendeva malissimo: era già dura arrivare a sera figuriamoci una prospettiva di due anni così! quindi Sì pensare che passerà un po aiuta, ma giusto un po ecco..
Ma io ne faccio un altro discorso forse, per me il problema non è mai stato cosa dicono gli altri o la paura di "viziarlo", è proprio un problema mio di sopravvivenza :-D
Paola ha centrato in pieno secondo me.
Allattare in pubblico è "di sinistra"?
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Re: Allattare in pubblico è "di sinistra"?
Claudia wrote:renocchia wrote:Ora mi chiedo: perché sto piangendo dopo aver letto questo brano?!
Non riesco a fermare le lacrime
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Forse perché vorresti fermare il tempo...
Eppure sono piccoline, ma ho una paura tremenda di non viverle troppo di non assaporarle troppo... Modalità nostalgica on
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Re: R: Allattare in pubblico è "di sinistra"?
Paola wrote:Trilli wrote:Io capisco il discorso "farsi aiutare".
Ma quando riprendi il lavoro dopo l'obbligatoria e hai un marito che si sciroppa tutti i giorni dai 100 ai 200 km in auto dimmi come fai a dirgli di svegliarsi anche lui!
Davvero, se mia figlia non avesse avuto una propensione per il sonno tranquillo (e per sonno intendo dormire con microrisvegli percepibili) avrei dato fuori di matto.
Tra alti e bassi si fa.
E se ti succede (io con Jacopo ho lavorato dopo tre mesi è allattato per un anno e lui stava tutta notte attaccato alla tetta) se come me hai un sonno "adattabile" ti va di culo, se non ce l'hai è un casino e anche causa di depressioni post Partum.
Quel che mi sento di dire, per la mia esperienza, che ho fatto meno fatica ad assecondarlo che ad imporgli delle regole che volevano dire irritarlo fuori misura, essere io più frustrata, generare un clima in casa di tensione. All'epoca ho provato ad ascoltare coloro che mi dicevano: mettilo giù, non prenderlo in braccio, non tenerlo nel lettone e quelle poche volte che ci ho provato sono uscita pazza.
Di giorno facevo spola da lavoro anche 5/6 volte, mi toglievo il latte così da lasciarlo a mia madre che glielo dava a richiesta, di notte dormivo con un braccio alzato e lui attaccato alla spina, ed era di nuovo notte e di nuovo mattina.
no io non ho un sonno adattabile, fatico molto a riaddormentarmi se mi svegliano.
e sono una che se dorme poco va in crisi nera.
quindi benedico la mia fortuna!