John Green[/center]
SINOSSI
Una sera, nel più improbabile angolo di Chicago, due ragazzi di nome Will Grayson si incontrano. Will e Will non potrebbero essere più diversi, ma dal momento in cui i loro mondi collidono, le loro vite, già piuttosto complicate, prendono direzioni inaspettate, portandoli a scoprire cose completamente nuove sull’amicizia, l’amore e, soprattutto, su loro stessi.
COMMENTO
Nei giorni scorsi ho letto in rete diverse recensioni a questo romanzo scritto a quattro mani. Alcune recensioni erano entusiaste, altre disgustate.
Io stessa, giorni fa, dopo aver letto solo pochissimi capitoli, ero entusiasta.
Ora che ho finito di leggerlo, invece, sono molto meno convinta.
Certamente l'esperimento è riuscito.
Il libro è un ottimo esercizio di stile e per chi lo ha scritto e per chi lo legge.
Tuttavia la storia e la trama si vanno a perdere nei meandri di questi esercizi puramente stilistici, e alla fine è tutto molto confuso.
Ha ragione chi sostiene che il vero protagonista di questo libro è Tiny, e che viene sin troppo nominato e osannato, nemmeno fosse chissà chi.
Una specie di visione mistica in un mondo grigio e piatto popolato da adolescenti molto molto gay e molto molto depressi.
Tiny come inno alla Vita e alla Gioia, che però non viene usato, ma abusato.
Ci si chiede quindi perché il libro non si chiami "Ti presento Tiny" oppure, ancora meglio "Mi presento sono Tiny".
Insomma, tanta confusione.
Ed è un gran peccato, perché voi sapete quanto e come amo Green.
In effetti i capitoli scritti da lui sono molto belli, in generale il libro a volte fa davvero ridere.
Ma... secondo me non arriva al punto.
Se vi piace Green, non comprate questo libro.
Se ve lo regalano, leggetelo che vale la pena.
Se non ve lo regalano, non compratelo.
Se dovete comprare qualcosa di Green, comprate Cercando Alaska.
Lasciate questo sullo scaffale, mi sono immolata io per voi.
