vinziana wrote:Cate hai ragione. È così, hai centrato in pieno la questione Qualche anno fa ho disdetto, dopo secoli, il mio abbonamento a Vogue. Non riuscivo più a reggere a quella fiera di futile, inutile, corsa allo shopping compulsivo, al dover avere i must have altrimenti non sei nessuno, a guardare solo al lusso E lo dico io che ho studiato da stilista e lavorato come personal shopper, Eh! :)
Ma cosa c'entra VOGUE con lo shopping compulsivo?! Credo siano gran poche i lettori di Vogue che possono permettersi i pezzi che usano per i loro servizi fotografici.
Ma infatti vogue lo sfoglio per... boh, curiosità, ma poi per sapere cosa indossare mi baso sulle vetrine dei negozi, che sono più calate nella realtà.
Io nemmeno su quelle. Cerco in base alle mie idee che sono frutto di una serie infinita di influenze e informazioni da fonti diverse. Tra cui Vogue che però compro principalmente perché amo la grande fotografia di moda. Testino, Roversi, e tutti i grandi fotografi che riescono a comunicare un preciso mood con la loro arte. Ed è quello ad essere assolutamente democratico. Che poi tu lo renda con un Valentino o con uno Zara, non fa alcuna differenza.
Enrico 09.03.09
Veronica 22.03.2011
"Ho il corpo di una diciottenne.
Lo tengo in frigo".
(Spike Milligan)
"È ovvio che occuparsi degli altri fa bene, ed è un gesto cosi dannatamente giusto, e anche inevitabile, necessario: ma non mi è mai venuto da pensare che potesse c'entrare davvero con il senso della vita. Temo che il senso della vita sia estorcere la felicità a se stessi, tutto il resto è una forma di lusso del l'animo, o di miseria, dipende dai casi"
(A.Baricco)
Il mio non è un discorso di prezzo. Il mio era un discorso ideologico. Che la moda (come lo sport, l'editoria - no per niente ahahaha - le auto etc etc) faccia girare l'economia non è una novità per nessuno, non serve essere un docente di Harvard per capirlo. Ma il mio discorso non verteva assolutamente su brand o soldi. Proprio per nulla. Quello che volevo dire - e ci tengo a sottolineare è solo la mia opinione maturata in anni e anni di riflessioni e scelte prese - è che mi sembra (come molte altre cose) effimero. Oggi va di moda l'Audi A3, domani la Mercedes coupè. E cazzo, se le hai, la gente si volta. La gente pensa di te che tu abbia raggiunto il successo. Che il tuo lavoro vada bene. Che tu sia un libero professionista e che abbia una bella casa, probabilmente. Sono ormai status quo che mi lasciano indifferente. Sia per una questione prettamente morale che per carattere. Non trovo interesse in nessuna cosa che cambia col cambiare dell'umore altrui, o della stagione o dell'anno in corso. Mi sembra finto, fasullo. L'idea è di qualcuno che mi sta fregando, fottendo, imbrogliando. Tu, compra questo freezer! Ma... ma veramente siamo al polo nord amico... Ho detto che hai bisogno di un freezer, cazzo. Ah, ho bisogno di un freezer... sì. Hai ragione. Ho bisogno di un freezer. Hai ragione. Quanto vuoi?
Un po' così, no? E non si tratta di freezer della Samsung o della marca più di merda. Si tratta del freezer. Io.non.ne.avevo.bisogno!
[b]"Non ci sono estranei, qui. Solo amici che non abbiamo ancora incontrato" (Yeats)
Tutto quello che è effimero è fasullo o non merita attenzione per te? Pensa che io invece vedo nel cambiamento continuo una spinta di creatività. Mi incuriosisce e mi stimola più di qualsiasi cosa solida e stabile.
Enrico 09.03.09
Veronica 22.03.2011
"Ho il corpo di una diciottenne.
Lo tengo in frigo".
(Spike Milligan)
"È ovvio che occuparsi degli altri fa bene, ed è un gesto cosi dannatamente giusto, e anche inevitabile, necessario: ma non mi è mai venuto da pensare che potesse c'entrare davvero con il senso della vita. Temo che il senso della vita sia estorcere la felicità a se stessi, tutto il resto è una forma di lusso del l'animo, o di miseria, dipende dai casi"
(A.Baricco)