Franz wrote:Ma se glielo spiega poi sua figlia si rapporterà alla compagna di conseguenza, non sarebbe meglio che questa bambina tornasse a scuola in un ambiente "pulito" da quest'orrore di notizia? Dove lei si può svagare senza sentirsi le domande o gli atteggiamenti trattenuti dai compagni? A me è venuto da pensarla così per questo motivo, ma per fortuna non mi è mai capitata una cosa brutta da dover spiegare a mio figlio
Quoto questo. Ho avuto, purtroppo, più allievi che hanno perso padri, madri, fratelli in modo tragico. Certo, erano più grandi. Quindi era ovvio che tutti i compagni fossero informati. Ma so per certo che nessuno di loro voleva essere trattato "diversamente" a scuola per quello che era successo. La scuola era e doveva restare un'oasi di normalità.
Ecco il mio dubbio nasce dal fatto che non ne abbiamo proprio mai parlato, se non in riferimento a qualche gatto... e lei dice tipo "è morto??" come dire è grigio?? quindi conosce la parola ma non il significato. Se sollevo l'attenzione su questo non vorrei che poi li vede (la sua amichetta e il fratellino che sono entrambi nella sua aula) e va dire cose del genere, non per cattiveria ma perchè proprio non lo sa cosa significhi. Però se non le dico niente e l'approccio è quello solito, tipo, giochi, canzoncine, qualche bisticcio o presa in giro, anche così non va bene poverini. E già in questi 10 giorni di vacanza me li sta nominando che deve dire alla Gioia che il suo fratellino Davide ha le orecchie lunghe... So bene che sono bambini però mi immagino anche loro e il loro stato d'animo e vorrei che lei fosse comprensiva e delicata, non viceersa.
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Invece l'approccio a scuola deve essere assolutamente lo stesso. Non si fanno le condoglianze ai bimbi. È proprio importante che trovino la normalità a scuola
“Bisogna prendere il denaro dove si trova: presso i poveri. Hanno poco, ma sono in tanti.” (Ettore Petrolini)
Mamma di Lorenzo: 04/12/2007 e di Marzia (ex parassitina poi BIMBA BUFFA ora BIMBA PAZZA) 27/12/2010
“…Anche se, adottando certi metodi, i nostri figli, forse, mangerebbero meglio o dormirebbero di più, ci ubbidirebbero senza lamentarsi o starebbero un po’ più zitti, noi non li possiamo usare. E non necessariamente perchè questi metodi siano inutili o controproducenti, nè perchè causino traumi psicologici. Alcuni dei metodi che criticheremo in questo libro sono efficaci, e forse qualcuno sarà anche innocuo. Ma ci sono cose che, semplicemente, non si fanno”. Carlos Gonzales. Tratto da "Besame Mucho"