Però Lela boh, bisognerebbe chiedere a loro ma a me non pare una condizione così tragica da preferire di non essere nati.Azur wrote:Io non mi pongo tanto il problema della "coscienza" del neonato e dello stacco con la vita prenatale,Cosetta wrote:Ma sul discorso che genitore è chi dà cura e affetto concordo pienamente e non vedo questo dramma dello "strappare" alla madre naturale: per dire, se ti scambiano in culla all'ospedale non te ne accorgi nemmeno.
quanto della consapevolezza che il bambino acquisirà crescendo.
Non sarà la consapevolezza di essere stato rifiutato, come nell'adozione, dalla madre biologica,
ma quella di essere stato "commissionato" da una parte e comunque "rifiutato a priori" (non so neanche come definirlo) dall'altra... che una situazione di abbandono (blando finché vuoi, ma abbandono) sia stata creata deliberatamente, e nella maggior parte dei casi anche con un guadagno di mezzo.
Tra neonato scambiato in culla,
neonato nato da surrogacy e accolto da genitori che lo aspettavano
e neonato non riconosciuto in ospedale a adottato il giorno dopo
l'unico che non dovrà fare i conti con l'abbandono è il primo, solo perché e fino a quando gli mancherà consapevolezza di quel che è successo.
Dovranno fare i conti con questa cosa, chi ne sarà colpito e chi no a seconda dei caratteri (io che non sono una grande speculatruce sul passato me ne fregherei sinceramente), ma non è che avessero scelta: é la loro condizione per esistere. Io non mi sento di decidere, per questo, che dovrebbero non nascere affatto. Sono sempre frutto di amore ed è più di quanto altri possano vantare.
Poi, per me, le osservazioni che li mostrano comunque mediamente equilibrati, al pari degli altri, già rispondono a questi dubbi.