beh, la memoria oggi viene allenata molto poco.
Imparare una poesia o un testo, sebbene nell'immediato possa rivelarsi apparentemente inutile, perché non se ne capisce il senso, a lungo andare invece ha la capacità primo di allenare il cervello, secondo di sbloccare emozioni.
In che senso?
Nel senso che, vi sarà capitato di passare per le campagne e vedere un cocchio o ogni volta che succede qualcosa a un bambino, magari vi è balenata "la cavalla storna". A me purtroppo succede sempre e provo dolore.
Ad ogni 11 novembre ecco comparire alla mente San Martino, accompagnata anche dal pezzo di Mahler canzonato dal Fra Martino campanaro.
Di fronte alla risacca del mare, "e il navigar m'è dolce in questo mare".
E tutte le volte che abbiamo detto: "mi illumino d'immenso" fino alla parafrasi "m'illumino di meno" per la campagna per non sprecare energia elettrica.
I campanili di Leopardi, la festa del villaggio, il passero solitario, la ginestra... Potrei continuare all'infinito.
Inoltre la poesia fissa la musicalità, la metrica, insegna parole che altrimenti non ti verrebbe in mente di usare.
Non c'è differenza tra poesia e musica: la logica è la stessa.
Troviamo normale imparare a memoria una canzone del nostro cantante preferito ma non imparare una poesia e invece la base è quella.
Le poesie della memoria
- CisePunk
- Utente Vip
- Posts: 1210
- Joined: Wed Nov 25, 2015 8:41 pm
- Location: Palermo
- Martina
- Ambasciatore
- Posts: 1989
- Joined: Fri Jan 13, 2012 4:18 pm
Re: Le poesie della memoria
Trilli, vic e company magari lo spiegano meglio, ma imparare a memoria è la base per apprendere! Non è solo nozionismo fine a sè stesso. E' un esercizio importantissimo per il cervello, non per niente ai bambini si insegnano filastrocche, canzoncine, poi passano per le poesie, le tabelline...
Io ho una pazzesca memoria fotografica. Ricordo all'università che quando andavo ad un esame, quando il professore mi faceva una domanda, mi ritornava alla mente la pagina dove era scritta e ricordavo di quella pagina cosa avevo studiato. E non studiavo a memoria a quei tempi, però, credo che l'imparare a memoria mi abbia aiutato tanto in questo.
Poi aggiungici che ai tempi delle elementari/medie studiare l'Iliade poteva essere una palla immensa, col passare degli anni scopri la magia che c'è dietro. Sono convinta che la maggior parte dei bambini studia perchè deve, soprattutto la letteratura italiana, ma scopre solo in età adulta il prezioso regalo che ha ricevuto in dono!!
Io ho una pazzesca memoria fotografica. Ricordo all'università che quando andavo ad un esame, quando il professore mi faceva una domanda, mi ritornava alla mente la pagina dove era scritta e ricordavo di quella pagina cosa avevo studiato. E non studiavo a memoria a quei tempi, però, credo che l'imparare a memoria mi abbia aiutato tanto in questo.
Poi aggiungici che ai tempi delle elementari/medie studiare l'Iliade poteva essere una palla immensa, col passare degli anni scopri la magia che c'è dietro. Sono convinta che la maggior parte dei bambini studia perchè deve, soprattutto la letteratura italiana, ma scopre solo in età adulta il prezioso regalo che ha ricevuto in dono!!
-
- Ambasciatore
- Posts: 3724
- Joined: Mon Aug 05, 2013 12:28 pm
Re: Le poesie della memoria
Mi sono laureata (in letteratura italiana!) con un professore senese che era un archivio vivente. Da buon toscano, conosceva 'Dante a mente', vale a dire tutta la Commedia. Ma non solo. Fosse Petrarca, Ariosto, Foscolo, Manzoni, Leopardi, attaccava qua e là con citazioni infinite.
Ci spiegò che conoscere a memoria un autore significa possederlo, farlo proprio, preservarlo da qualsiasi forma di oblio, spontaneo o forzato. Lo stesso concetto che si ritrova in Fahrenheit 451 di Bradbury.
Spinta da questa sua passione ho imparato a memoria passi e passi dell' opera dantesca, che sono andati ad aggiungersi all'infinito numero di sonetti, carmi, odi appresi fra medie e liceo.
Esercizio per la memoria e per il senso del ritmo, oltretutto.
Sono particolarmente orgogliosa di due 'chicche', difficilissime perché non in rima.
Uno è l'incipit dei 'Sepolcri' di Ugo Foscolo:
All'ombra dei cipressi e dentro l'urne
Confortate di pianto, è forse il sonno
Della morte men duro? Ove più il sole
Per me alla terra non fecondi questa
bella d'erbe famiglia e d'animali
e quando vaghe di lusinghe innanzi
a me non danzeran l'ore future,
Né da te, dolce amico, udro' più il verso
E la mesta armonia che lo governa
Né più nel cor mi parlerà lo spirto
delle vergini Muse e dell'amore,
unico spirto a mia vita raminga,
qual fia ristoro ai dí perduti un sasso
che distingua le mie dalle infinite
ossa che in terra e in mar semina morte?
Vero è ben, Pindemonte: anche la Speme,
Ultima dea, rifugge i sepolcri
E involve tutte cose un oblio nella sua notte
Eccetera, fino al verso 46 o 47 non sono sicura
L'altro è in latino, l'incipit del De rerum natura di Lucrezio
Aeneadum genetrix, hominum divumque voluptas
Alma venus caeli subter labentia Signa
Quae mare navigerum, quae terras frugiferentis
Concelebras, per te quoniam genus omne animantum
Concipitur, viditque exortum lumina solis,
Te dea te fugiunt venti,te nubila caeli
adventumque tuum, tibi suavis daedala tellus
summittit flores, tibi rident aequora ponti,
placatumque nitet diffuso lumine caelum
Eccetera
I ragazzi alle medie fanno moltissima fatica a imparare a memoria. Ancor più a capire i classici. Si trovano meglio con l'ermetismo, paradossalmente...
Inviato dal mio Nexus 7 utilizzando Tapatalk
Ci spiegò che conoscere a memoria un autore significa possederlo, farlo proprio, preservarlo da qualsiasi forma di oblio, spontaneo o forzato. Lo stesso concetto che si ritrova in Fahrenheit 451 di Bradbury.
Spinta da questa sua passione ho imparato a memoria passi e passi dell' opera dantesca, che sono andati ad aggiungersi all'infinito numero di sonetti, carmi, odi appresi fra medie e liceo.
Esercizio per la memoria e per il senso del ritmo, oltretutto.
Sono particolarmente orgogliosa di due 'chicche', difficilissime perché non in rima.
Uno è l'incipit dei 'Sepolcri' di Ugo Foscolo:
All'ombra dei cipressi e dentro l'urne
Confortate di pianto, è forse il sonno
Della morte men duro? Ove più il sole
Per me alla terra non fecondi questa
bella d'erbe famiglia e d'animali
e quando vaghe di lusinghe innanzi
a me non danzeran l'ore future,
Né da te, dolce amico, udro' più il verso
E la mesta armonia che lo governa
Né più nel cor mi parlerà lo spirto
delle vergini Muse e dell'amore,
unico spirto a mia vita raminga,
qual fia ristoro ai dí perduti un sasso
che distingua le mie dalle infinite
ossa che in terra e in mar semina morte?
Vero è ben, Pindemonte: anche la Speme,
Ultima dea, rifugge i sepolcri
E involve tutte cose un oblio nella sua notte
Eccetera, fino al verso 46 o 47 non sono sicura
L'altro è in latino, l'incipit del De rerum natura di Lucrezio
Aeneadum genetrix, hominum divumque voluptas
Alma venus caeli subter labentia Signa
Quae mare navigerum, quae terras frugiferentis
Concelebras, per te quoniam genus omne animantum
Concipitur, viditque exortum lumina solis,
Te dea te fugiunt venti,te nubila caeli
adventumque tuum, tibi suavis daedala tellus
summittit flores, tibi rident aequora ponti,
placatumque nitet diffuso lumine caelum
Eccetera
I ragazzi alle medie fanno moltissima fatica a imparare a memoria. Ancor più a capire i classici. Si trovano meglio con l'ermetismo, paradossalmente...
Inviato dal mio Nexus 7 utilizzando Tapatalk