Ne ho sofferto anch'io, ora mi vengono a volte attacchi d'ansia per crisi agorafobiche ma niente di paragonabile agli attacconi di panico veri e propri.
A me ha aiutato tantissimo la psicoterapia breve strategica, in due mesi ero come rinata. Un abbraccio di solidarietà :nani:
COME PREVENIRE GLI ATTACCHI DI PANICO?
Moderators: Giusy, Gabry, Daria
- Bibi
- Admin
- Posts: 2754
- Joined: Sat Feb 11, 2006 12:01 pm
"Chi non ha mai commesso un errore non ha mai tentato qualcosa di nuovo" (Albert Einstein)
www.robedacartoon.it
www.kawaii-shop.it
www.secondhandfashonitaly.it
www.robedacartoon.it
www.kawaii-shop.it
www.secondhandfashonitaly.it
- kia
- Utente Vip
- Posts: 1176
- Joined: Mon Oct 22, 2007 3:35 pm
eccomi nely!
Dunque, il metterti sempre in fondo alla lista direi che è piuttosto "sintomatico", credo che se facessimo un sondaggio tra le persone che soffrono o hanno sofferto di attacchi di panico questa caratteristica sarebbe comune al 99% degli intervistati.
Altra cosa che secondo me è importante, per capire meglio la portata del problema: quanti attacchi di panico hai? quanto durano? come stai dopo? cosa fai quando ti vengono? La risposta a queste domande è importante perché credo che poche persone al mondo, soprattutto tra la popolazione femminile, possano dire non aver MAI avuto un attacco di panico in vita loro. Però se dopo la persona torna normale e non si limita nelle attività quotidiane non credo possa parlarsi di "problema". Diverso è il DAP, ovvero Disturbo da Attacchi di Panico, che si ha quando gli attacchi di panico si presentano numerosi e ravvicinati e tra uno e l'altro permane in genere uno stato di ansia elevato. Generalmente le persone che soffrono di DAP tendono ad evitare luoghi o attività che temono possano scatenargli nuovi attacchi. Il DAP è indubbiamente un disturbo di tipo psicologico - NON UNA PSICOSI - che richiede l'intervento di uno specialista. Questo specialista può essere tanto uno psichiatra che uno psicologo psicoterapeuta. Il primo potrà prescrivere anche un farmaco (in genere la terapia d'urto è data dall'abbinamento di un ansiolitico e un antidepressivo: l'ansiolitico viene via via diminuito fino ad eliminarlo; la terapia antidepressiva è invece più lunga ma ovviamente ciò varia a seconda dei casi); il secondo invece non può prescrivere farmaci. In ogni caso, per la mia esperienza, il farmaco da solo non è risolutivo. Certo mentre lo si assume si crede di aver risolto il problema. Ma nella stragrande maggioranza dei casi una volta smesso il medicinale il problema si ripresenta, anche a distanza di tempo, se non si è affrontato il problema a monte.
E qui finisce la "teoria" in quanto non ho le competenze tecniche per generalizzare oltre.
Nello specifico ti dico che a me il primo attacco è venuto in un periodo della mia vita in cui ho SUBITO un enorme cambiamento. Ciò mi ha destabilizzato ma senza che me ne rendessi conto. A distanza di un anno, il primo attacco, devastante , un fulmine a ciel sereno e da lì il crollo. Tre o quattro attacchi di panico ogni giorno. Non uscivo più da sola. Ero morta. Dopo una cura farmacologica, durata però pochi mesi, e due anni di psicoterapia la mia vita ha ripreso a funzionare. Non posso dire di non averne più avuti, ma erano molto sporadici. Ho imparato a controllarli e a governarli ma nonè questo il punto. E' che come corollario all'ansia e al panico sono diventata fobica e ossessiva, non in maniera grave, nel senso che faccio tutto quello che devo fare e che fa una persona normale ma non sono serena come una volta.
Non è detto che questo accada a tutti ma qualche specialista ha ritenuto che la mia derivazione fobica sia dipesa da una terapia poco efficace sul panico. Sostanzialmente la mia ansia ha cambiato modo di manifestarsi: non sono più attacchi di panico ma fobie o ossessioni.
Ecco perché è importante rivolgersi ad una persona competente che ti aiuti a dare in primo luogo una dimensione giusta e reale al tuo "problema" e poi ti aiuti a capire cos'è che il tuo corpo o la tua mente stanno cercando di dirti, perché il panico è un campanello d'allarme.
Io posso dirti cosa volevano dire a me: che stavo ignorando una parte di me che non voleva più essere ignorata. e sai cosa c'è che ci accomuna? Che quando tu scrivi che sei sempre stata quella forte, il punto di riferimento per gli altri e l'ultima della lista ad essere assecondata nei suoi bisogni da te stessa avrei potuto scrivere le stesse identiche cose di me!!!
Rispondi a questa domanda: sacrifichi i tui desideri i tuoi bisogni per compiacere altri?; cerchi sempre di evitare contrasti e discussioni con le persone che ti sono care?; fai spesso buon viso a cattivo gioc? Cerchi sempre di prevedere ogni reazione a certi tuoi atteggiamenti e cerchi di modellare il tuo comportamento per scaturire quelle che tu pensi siano reazioni positive negli altri? Dai molta importanza ai giudizi che gli altri hanno su di te?
Se a queste domande hai risposto di si allora credo che tu debba cominciare a mettere te stessa un po' avanti agli altri. Concentrati e chiediti cosa vuoi tu? come sei fatta tu? come ti comporteresti tu secondo i tuoi gusti e le tue inclinazioni e se non fossi sottoposta al giudizio degli altri!
Ora la smetto perché altrimenti sto pappone non lo leggerai mai. Se vuoi parlarmi ancora di questo tuo problema scrivimi tranquillamente anche in MP.
Ah, un'ultima cosa: tuo marito! Se hai altre persone che ti possono offrire il giusto appoggio e temi che tuo marito non sia in grado di capire e di aiutarti senza esprimere giudizi o ridicolizzare la cosa, aspetta a parlargliene. L'importante è che tu non ti senta giudicata in questo momento.
Ti abbraccio
Dunque, il metterti sempre in fondo alla lista direi che è piuttosto "sintomatico", credo che se facessimo un sondaggio tra le persone che soffrono o hanno sofferto di attacchi di panico questa caratteristica sarebbe comune al 99% degli intervistati.
Altra cosa che secondo me è importante, per capire meglio la portata del problema: quanti attacchi di panico hai? quanto durano? come stai dopo? cosa fai quando ti vengono? La risposta a queste domande è importante perché credo che poche persone al mondo, soprattutto tra la popolazione femminile, possano dire non aver MAI avuto un attacco di panico in vita loro. Però se dopo la persona torna normale e non si limita nelle attività quotidiane non credo possa parlarsi di "problema". Diverso è il DAP, ovvero Disturbo da Attacchi di Panico, che si ha quando gli attacchi di panico si presentano numerosi e ravvicinati e tra uno e l'altro permane in genere uno stato di ansia elevato. Generalmente le persone che soffrono di DAP tendono ad evitare luoghi o attività che temono possano scatenargli nuovi attacchi. Il DAP è indubbiamente un disturbo di tipo psicologico - NON UNA PSICOSI - che richiede l'intervento di uno specialista. Questo specialista può essere tanto uno psichiatra che uno psicologo psicoterapeuta. Il primo potrà prescrivere anche un farmaco (in genere la terapia d'urto è data dall'abbinamento di un ansiolitico e un antidepressivo: l'ansiolitico viene via via diminuito fino ad eliminarlo; la terapia antidepressiva è invece più lunga ma ovviamente ciò varia a seconda dei casi); il secondo invece non può prescrivere farmaci. In ogni caso, per la mia esperienza, il farmaco da solo non è risolutivo. Certo mentre lo si assume si crede di aver risolto il problema. Ma nella stragrande maggioranza dei casi una volta smesso il medicinale il problema si ripresenta, anche a distanza di tempo, se non si è affrontato il problema a monte.
E qui finisce la "teoria" in quanto non ho le competenze tecniche per generalizzare oltre.
Nello specifico ti dico che a me il primo attacco è venuto in un periodo della mia vita in cui ho SUBITO un enorme cambiamento. Ciò mi ha destabilizzato ma senza che me ne rendessi conto. A distanza di un anno, il primo attacco, devastante , un fulmine a ciel sereno e da lì il crollo. Tre o quattro attacchi di panico ogni giorno. Non uscivo più da sola. Ero morta. Dopo una cura farmacologica, durata però pochi mesi, e due anni di psicoterapia la mia vita ha ripreso a funzionare. Non posso dire di non averne più avuti, ma erano molto sporadici. Ho imparato a controllarli e a governarli ma nonè questo il punto. E' che come corollario all'ansia e al panico sono diventata fobica e ossessiva, non in maniera grave, nel senso che faccio tutto quello che devo fare e che fa una persona normale ma non sono serena come una volta.
Non è detto che questo accada a tutti ma qualche specialista ha ritenuto che la mia derivazione fobica sia dipesa da una terapia poco efficace sul panico. Sostanzialmente la mia ansia ha cambiato modo di manifestarsi: non sono più attacchi di panico ma fobie o ossessioni.
Ecco perché è importante rivolgersi ad una persona competente che ti aiuti a dare in primo luogo una dimensione giusta e reale al tuo "problema" e poi ti aiuti a capire cos'è che il tuo corpo o la tua mente stanno cercando di dirti, perché il panico è un campanello d'allarme.
Io posso dirti cosa volevano dire a me: che stavo ignorando una parte di me che non voleva più essere ignorata. e sai cosa c'è che ci accomuna? Che quando tu scrivi che sei sempre stata quella forte, il punto di riferimento per gli altri e l'ultima della lista ad essere assecondata nei suoi bisogni da te stessa avrei potuto scrivere le stesse identiche cose di me!!!
Rispondi a questa domanda: sacrifichi i tui desideri i tuoi bisogni per compiacere altri?; cerchi sempre di evitare contrasti e discussioni con le persone che ti sono care?; fai spesso buon viso a cattivo gioc? Cerchi sempre di prevedere ogni reazione a certi tuoi atteggiamenti e cerchi di modellare il tuo comportamento per scaturire quelle che tu pensi siano reazioni positive negli altri? Dai molta importanza ai giudizi che gli altri hanno su di te?
Se a queste domande hai risposto di si allora credo che tu debba cominciare a mettere te stessa un po' avanti agli altri. Concentrati e chiediti cosa vuoi tu? come sei fatta tu? come ti comporteresti tu secondo i tuoi gusti e le tue inclinazioni e se non fossi sottoposta al giudizio degli altri!
Ora la smetto perché altrimenti sto pappone non lo leggerai mai. Se vuoi parlarmi ancora di questo tuo problema scrivimi tranquillamente anche in MP.
Ah, un'ultima cosa: tuo marito! Se hai altre persone che ti possono offrire il giusto appoggio e temi che tuo marito non sia in grado di capire e di aiutarti senza esprimere giudizi o ridicolizzare la cosa, aspetta a parlargliene. L'importante è che tu non ti senta giudicata in questo momento.
Ti abbraccio
"Rinnegare le proprie esperienze significa mettere una menzogna sulle labbra della vita" (Oscar Wilde - De Profundis)
[font="Comic Sans MS"][color="Red"][SIZE="4"]Ho un cervello, so sillabare. Aderisco alla campagna per eliminare il linguaggio da sms dal Forum[/size][/color][/font]
[color="Blue"]Un solo raggio di sole può rischiarare centinaia di ombre[/color]
[color="Green"]Dammi il coraggio per cambiare le cose che posso cambiare; la forza per accettare le cose che non posso cambiare; la saggezza per capire quali sono le une e quali le altre[/color]
[font="Comic Sans MS"][color="Red"][SIZE="4"]Ho un cervello, so sillabare. Aderisco alla campagna per eliminare il linguaggio da sms dal Forum[/size][/color][/font]
[color="Blue"]Un solo raggio di sole può rischiarare centinaia di ombre[/color]
[color="Green"]Dammi il coraggio per cambiare le cose che posso cambiare; la forza per accettare le cose che non posso cambiare; la saggezza per capire quali sono le une e quali le altre[/color]
[quote="kia"]
Io posso dirti cosa volevano dire a me: che stavo ignorando una parte di me che non voleva più essere ignorata. e sai cosa c'è che ci accomuna? Che quando tu scrivi che sei sempre stata quella forte, il punto di riferimento per gli altri e l'ultima della lista ad essere assecondata nei suoi bisogni da te stessa avrei potuto scrivere le stesse identiche cose di me!!!
Rispondi a questa domanda: sacrifichi i tui desideri i tuoi bisogni per compiacere altri?]
Leggendoti ho capito che è proprio ciò che è capitato a me, mi sono sempre comportata così e poi ho avuto il panico. In effetti ho iniziato a stare meglio da quando mi occupo di più di me stessa ignorando cosa ne pensano gli altri.
Io posso dirti cosa volevano dire a me: che stavo ignorando una parte di me che non voleva più essere ignorata. e sai cosa c'è che ci accomuna? Che quando tu scrivi che sei sempre stata quella forte, il punto di riferimento per gli altri e l'ultima della lista ad essere assecondata nei suoi bisogni da te stessa avrei potuto scrivere le stesse identiche cose di me!!!
Rispondi a questa domanda: sacrifichi i tui desideri i tuoi bisogni per compiacere altri?]
Leggendoti ho capito che è proprio ciò che è capitato a me, mi sono sempre comportata così e poi ho avuto il panico. In effetti ho iniziato a stare meglio da quando mi occupo di più di me stessa ignorando cosa ne pensano gli altri.