da così fastidio il buco nello stomaco per due o tre ore?
perchè non vogliamo sentire la fame per qualche ora?
è una sensazione così orribile?
bisogna chiederselo. bisogna stare col buco e pensare a ciò che proviamo.
si può imparare a stare con la fame addosso per poche ore senza avere contraccolpi emotivi.
io dico che fa bene. al fisico e al cervello.
è l'unico modo per sentire la vera sazietà, una volta mangiato.
Fame emotiva e fame fisica
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chiaretta_1974 wrote:da così fastidio il buco nello stomaco per due o tre ore?
perchè non vogliamo sentire la fame per qualche ora?
è una sensazione così orribile?
bisogna chiederselo. bisogna stare col buco e pensare a ciò che proviamo.
si può imparare a stare con la fame addosso per poche ore senza avere contraccolpi emotivi.
io dico che fa bene. al fisico e al cervello.
è l'unico modo per sentire la vera sazietà, una volta mangiato.
Che ci si può stare, ci si può stare (perchè alla fine me lo tengo il senso di fame), mi domandavo se può effettivamente dipendere da un discorso solo emotivo. Tutto qua...
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Oggi è una giornata assurda.
Da biscotti, Happy Hippo, patatine e chi più ne ha più ne metta,
Ma mi sono accorta di essermi alzata stamattina dilaniata da due pensieri antitetici: "è il mio anniversario, è giorno di festa, voglio festeggiare" e "devo tenermi leggera perchè ho già sgarrato ieri". Quest'ultimo pensiero mi "ingabbia", con il risultatao di aver fatto un pranzo misero perchè so che stasera ho la pizza, ma la testa che non ci vuole stare e continuo a pasticciare...
Marika,
è un meccanismo comune, copio quello che ho scritto in un altro post:
LUV
ma lo sai che anch'io la sera prima del giorno di pesata comincio la cena pensando "devo stare leggera" e finisce che mi magno sto monno e quell'artro?
Sarà sicuramente psicologico...
Come al solito immagino non varrà per tutti al 100%, ma di solito È psicologico.
Nelle persone che soffrono di disturbi dell'alimentazione in particolare, ma comunque in tutti,
davanti alla prospettiva (vera o presunta) di una "privazione"
scatta a livello inconscio un meccanismo di compensazione (prima o dopo la privazione).
È normale che a un periodo di dieta stretta segua un periodo di sovralimentazione, per compensare (le ragioni sono anche fisiologiche, non solo psicologiche).
Ed è anche frequente che l'inizio di una dieta programmata sia preceduto da un periodo (ore, giorni o anche settimane) di sovralimentazione (in questo caso le ragioni sono psicologiche).
Nell'esempio di "devo stare leggera" la privazione prospettata non è neanche una vera privazione, ma basta il "sospetto" per attivare il meccanismo inconscio di compensazione.
La soluzione sta nell'eliminare l'associazione dieta=privazione, dieta="trattenersi"
e sostituirla da quella stile di vita sano=volersi bene.
Non è facile, perché spesso ci sono anni di condizionamento a un certo pensiero alle spalle e perché il "pensiero comune" della società è un'altro, ma si può.