Intolleranza al latte vaccino: evoluzione e gestione
- marika
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- Joined: Fri Dec 15, 2006 10:35 pm
Ripeto Silvia, la nostra pediatra del sito (lascio perdere la mia che si era limitata a darmi il Nopron...) mi disse che se gli episodi latte e derivati=urla notturne si ripetevano con metodicità era fortemente presumibile l'intolleranza, ma aspetta che vado a cercare la sua risposta
Marika e Nino,
Francesco (2/6/04), Teresa (9/12/05) e Giovanni (19/12/10)
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[SIZE="2"][color="SeaGreen"]nella quotidianità pure George Clooney ad un certo punto si trasforma in Homer Simpson[/color][/size] (Gabry)
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- marika
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eccola
Cara Marika, l'intolleranza al latte vaccino e derivati è ovviamente più che probabile nel caso di Teresa. Stabilirlo con prove oggettive, oltre alla dieta da sospensione che hai già attuato con successo, è invece più problematico perché non resta che decidere di fare le prove allergiche specifiche, ma esse danno risultati positivi o quantomeno probanti solo dopo il secondo anno di vita e solo se la bimba soffrisse di vera allergia alle proteine del latte vaccino, che è cosa diversa dalla intolleranza. L'allergia, infatta, è lo scatenamento di tutta una serie di sintomi sia gastrointestinali come dolori addominali e diarrea, sia cutanei come eczema o dermatiti varie, sia respiratori come rinite o asma o bronchiti ripetute e infine anche comportamentali come agitazione e insonnia, dovuto alla presenza nel circolo sanguigno di anticorpi specifici di tipo IgG, IgE, e di altre sostanze particolari che sono ben dosabili nel sangue e permettono facilmente una diagnosi corretta. Si parla di allergia extra-cellulare. L'intolleranza, invece, ha sintomi più subdoli e sfumati, per es. la sola agitazione psicomotoria e l'insonnia nel bambino e mal di tasta, gonfiori vari e malessere vago nell'adulto. Non vi è movimento di sostanze cosìdette extra-cellulari, quindi le analisi del sangue specifiche per le allergie risultano negative. L'unica evidenza certa resta quindi la riduzione o scomparsa dei sintomi dopo sospensione dell'alimento nella dieta e la loro ricomparsa dopo reintroduzione dell'alimento incriminato. Tu queste prove le hai già fatte molto intelligentemente e i risultati li hai già constatati. Allora ti consiglio questo: sospensione assoluta di latte vaccino e derivati fino al compimento del secondo anno di vita o comunque almeno per 4-6 mesi dopo l'ultima reintroduzione dell'alimento che ha scatenato i sintomi. Poi puoi decidere due comportamenti: il primo è la reintroduzione del latte vaccino a dose piena per vedere cosa succede e se i sintomi di intolleranza si ripresentano. Il secondo comportamento è quello di aspettare qualche altro mese senza latte vaccino e derivati e riprovare poi la sua reintroduzione nell'ottica di una dieta desensibilizzante, cioè pochissima quantità all'inizio e aumento molto graduale settimana dopo settimana. Esempio: primo giorno, un solo cucchiaino di latte vaccino, giorno successivo nulla, terzo giorno altro cucchiaino di latte vaccino. Se non succede nulla, un cucchiaino di latte vaccino ogni giorno per una settimana, poi due cucchiaini per altri 7 gg e così via fino a mezzo bicchiere poi un bicchiere ecc. Ammesso che tutto vada bene, si lascia un bicchiere al giorno di latte, prima bollito o a lunga conservazione poi fresco e si inizia l'introduzione di qualche formaggio con lo stesso criterio quasi omeopatico. Settimana dopo settimana l'alimentazione diventerà quindi senza restrizioni, sempre che continui ad andare tutto bene, tenendo comunque presente che per la tua bimba latte e derivati, intendendo per derivati soprattutto i latticini o comunque qualsiasi cibo che contenga siero di latte, non saranno mai cibi da dare se non con parsimonia e magari neanche tutti i giorni della settimana. La loro reintroduzione graduale ha due scopi: il primo è quello di tentare una desensibilizzazione casalinga, il secondo è quello di capire, una volta per tutte, se la bimba è veramente intollerante in modo serio, e quindi non deve mai reintrodurre il latte, o solo intollerante in modo transitorio, che migliora cioè con la crescita, o in modo parziale, che può tollerare, cioè, solo piccole quantità di latte e derivati senza problemi, ma di più non riesce. Tutte queste prove le puoi fare benissimo tu senza un particolare supporto medico, ma comunque essere affiancata da un bravo pediatra di famiglia ti conforterebbe e ti sosterrebbe nei tuoi ragionamenti e nelle conclusioni da trarre. L'occhio di mamma e le intuizioni di mamma non vanno comunque mai sottovalutate, riescono ad essere un aiuto validissimo per il pediatra che deve svolgere la sua professione sempre a fianco a mamma e bambino e mai sovrapponendosi o dettando legge, come spesso accade. Un caro saluto, Daniela
Cara Marika, l'intolleranza al latte vaccino e derivati è ovviamente più che probabile nel caso di Teresa. Stabilirlo con prove oggettive, oltre alla dieta da sospensione che hai già attuato con successo, è invece più problematico perché non resta che decidere di fare le prove allergiche specifiche, ma esse danno risultati positivi o quantomeno probanti solo dopo il secondo anno di vita e solo se la bimba soffrisse di vera allergia alle proteine del latte vaccino, che è cosa diversa dalla intolleranza. L'allergia, infatta, è lo scatenamento di tutta una serie di sintomi sia gastrointestinali come dolori addominali e diarrea, sia cutanei come eczema o dermatiti varie, sia respiratori come rinite o asma o bronchiti ripetute e infine anche comportamentali come agitazione e insonnia, dovuto alla presenza nel circolo sanguigno di anticorpi specifici di tipo IgG, IgE, e di altre sostanze particolari che sono ben dosabili nel sangue e permettono facilmente una diagnosi corretta. Si parla di allergia extra-cellulare. L'intolleranza, invece, ha sintomi più subdoli e sfumati, per es. la sola agitazione psicomotoria e l'insonnia nel bambino e mal di tasta, gonfiori vari e malessere vago nell'adulto. Non vi è movimento di sostanze cosìdette extra-cellulari, quindi le analisi del sangue specifiche per le allergie risultano negative. L'unica evidenza certa resta quindi la riduzione o scomparsa dei sintomi dopo sospensione dell'alimento nella dieta e la loro ricomparsa dopo reintroduzione dell'alimento incriminato. Tu queste prove le hai già fatte molto intelligentemente e i risultati li hai già constatati. Allora ti consiglio questo: sospensione assoluta di latte vaccino e derivati fino al compimento del secondo anno di vita o comunque almeno per 4-6 mesi dopo l'ultima reintroduzione dell'alimento che ha scatenato i sintomi. Poi puoi decidere due comportamenti: il primo è la reintroduzione del latte vaccino a dose piena per vedere cosa succede e se i sintomi di intolleranza si ripresentano. Il secondo comportamento è quello di aspettare qualche altro mese senza latte vaccino e derivati e riprovare poi la sua reintroduzione nell'ottica di una dieta desensibilizzante, cioè pochissima quantità all'inizio e aumento molto graduale settimana dopo settimana. Esempio: primo giorno, un solo cucchiaino di latte vaccino, giorno successivo nulla, terzo giorno altro cucchiaino di latte vaccino. Se non succede nulla, un cucchiaino di latte vaccino ogni giorno per una settimana, poi due cucchiaini per altri 7 gg e così via fino a mezzo bicchiere poi un bicchiere ecc. Ammesso che tutto vada bene, si lascia un bicchiere al giorno di latte, prima bollito o a lunga conservazione poi fresco e si inizia l'introduzione di qualche formaggio con lo stesso criterio quasi omeopatico. Settimana dopo settimana l'alimentazione diventerà quindi senza restrizioni, sempre che continui ad andare tutto bene, tenendo comunque presente che per la tua bimba latte e derivati, intendendo per derivati soprattutto i latticini o comunque qualsiasi cibo che contenga siero di latte, non saranno mai cibi da dare se non con parsimonia e magari neanche tutti i giorni della settimana. La loro reintroduzione graduale ha due scopi: il primo è quello di tentare una desensibilizzazione casalinga, il secondo è quello di capire, una volta per tutte, se la bimba è veramente intollerante in modo serio, e quindi non deve mai reintrodurre il latte, o solo intollerante in modo transitorio, che migliora cioè con la crescita, o in modo parziale, che può tollerare, cioè, solo piccole quantità di latte e derivati senza problemi, ma di più non riesce. Tutte queste prove le puoi fare benissimo tu senza un particolare supporto medico, ma comunque essere affiancata da un bravo pediatra di famiglia ti conforterebbe e ti sosterrebbe nei tuoi ragionamenti e nelle conclusioni da trarre. L'occhio di mamma e le intuizioni di mamma non vanno comunque mai sottovalutate, riescono ad essere un aiuto validissimo per il pediatra che deve svolgere la sua professione sempre a fianco a mamma e bambino e mai sovrapponendosi o dettando legge, come spesso accade. Un caro saluto, Daniela
Marika e Nino,
Francesco (2/6/04), Teresa (9/12/05) e Giovanni (19/12/10)
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marika wrote:questo non lo so, ero stata appunto sul fatto che prima dei due anni non fosse verificabile.
Ma figurati, anzi, mi fa piacere confrontarmi con chi a esperienze più approfondite!
non e' verificabile facendo gli esami, pero', se sta cosi' male, dovresti vedere cosa la fa stare male.
Se per esempio e' il lattosio, molte cose non le sono consentite, ma altre si' ^_^
oltretutto, non tutti i prodotti caseari contengono lattosio: il parmigiano e il burro puo' essere consumato.
Se sono le proteine del latte, gia' diventa piu' difficile.
Pero' come formaggi ci sono tanti caprini, oppure se vuoi, posso darti tante ricette vegane (ne ho un mucchio perche' a roma avevo un amico vegan ed era un grossissimo problema fargli qualcosa da mangiare!)
Tra me e Chiara ho passato tre mesi terrificanti e poi ho ricominciato a introdurre i prodotti con lattosio lentamente...
perche' avevo paura di ritrovarmi di nuovo con il torcibudella!
Non ti dico quanto fosse difficile trovare wurstell senza lattosio!
Ma anche la carne di vitello e' vietata: anche quella contiene lattosio.
Insomma su cosa e' contenuto dove mi sono fatta un'enorme cultura...