Posted: Wed Jun 11, 2008 3:08 pm
Volevo riportarvi una cosa scritta da me circa due anni fa, sperando di farvi cosa gradita.
Come mi vedo?
L'immagine corporea e la Percezione del sè.
Parlare di vista e parlare di percezione non è parlare della stessa cosa.
Mentre la visione è un processo puramente fisiologico che coinvolge l'apparato visivo esterno (occhio) e il sistema nervoso centrale (cervello) cui è collegato attraverso un complesso sistema di innervature, la percezione potrebbe essere definita come l'insieme di significati emotivi e cognitivi che il cervello attribuisce a ciò che vede.
La percezione dunque fa sì che la stessa immagine possa essere considerata diversamente a seconda di chi la vede e del momento in cui la vede (situazione psicologica personale) nonchè a seconda del contesto socio-culturale in cui avviene la visione o i condizionamenti del contesto ambientale specifico in quel momento.
La percezione di sè somma a questi fattori anche il delicato e complicatissimo concetto di identità personale: come mi vedo fisicamente è anche e soprattutto il prodotto di come mi vedo dentro, come mi giudico, quali sono i miei vissuti rispetto al mio corpo ed al mio Io interiore.
Da tutta questa serie di fattori è intuibile quanto la percezione di sè possa essere considerata un processo molto poco oggettivo ma anzi soggettivo al massimo, che può coincidere o non coincidere con un immagine oggettiva di sè (data quest'ultima da strumenti di misura oggettivi).
Le persone che soffrono di Disturbi del Comportamento Alimentare hanno problemi di percezione di sè e del proprio corpo, valutandolo diverso in forma e dimensioni da come è realmente.
Finchè una persona anoressica e sottopeso continua a "vedersi" enorme, deforme, ingombrante, ovviamente continuerà a non mangiare nell'intento di modificare la sua immagine corporea.
Il meccanismo è ovviamente sbagliato e qualsiasi persona sana lo comprende. Non lo comprende la persona malata di anoressia, poichè questa disfunzionalità percettiva fa parte integrante della malattia mentale.
Come mi vedo?
L'immagine corporea e la Percezione del sè.
Parlare di vista e parlare di percezione non è parlare della stessa cosa.
Mentre la visione è un processo puramente fisiologico che coinvolge l'apparato visivo esterno (occhio) e il sistema nervoso centrale (cervello) cui è collegato attraverso un complesso sistema di innervature, la percezione potrebbe essere definita come l'insieme di significati emotivi e cognitivi che il cervello attribuisce a ciò che vede.
La percezione dunque fa sì che la stessa immagine possa essere considerata diversamente a seconda di chi la vede e del momento in cui la vede (situazione psicologica personale) nonchè a seconda del contesto socio-culturale in cui avviene la visione o i condizionamenti del contesto ambientale specifico in quel momento.
La percezione di sè somma a questi fattori anche il delicato e complicatissimo concetto di identità personale: come mi vedo fisicamente è anche e soprattutto il prodotto di come mi vedo dentro, come mi giudico, quali sono i miei vissuti rispetto al mio corpo ed al mio Io interiore.
Da tutta questa serie di fattori è intuibile quanto la percezione di sè possa essere considerata un processo molto poco oggettivo ma anzi soggettivo al massimo, che può coincidere o non coincidere con un immagine oggettiva di sè (data quest'ultima da strumenti di misura oggettivi).
Le persone che soffrono di Disturbi del Comportamento Alimentare hanno problemi di percezione di sè e del proprio corpo, valutandolo diverso in forma e dimensioni da come è realmente.
Finchè una persona anoressica e sottopeso continua a "vedersi" enorme, deforme, ingombrante, ovviamente continuerà a non mangiare nell'intento di modificare la sua immagine corporea.
Il meccanismo è ovviamente sbagliato e qualsiasi persona sana lo comprende. Non lo comprende la persona malata di anoressia, poichè questa disfunzionalità percettiva fa parte integrante della malattia mentale.