È una riflessione che faccio spesso anch'io. Io, per il momento, ho scelto di stare a casa. Intanto perché abbiamo il privilegio di potercelo permettere e poi perché ho deciso di crescere mia figlia in un determinato modo e lavorare fuori casa non mi permetterebbe di farlo. Quando si è trattato di decidere tra una possibile carriera universitaria per me o partire per il lavoro di mio marito e costruire una famiglia io non ci ho pensato due volte. Una volta qui avrei potuto lavorare ma invece ho deciso di studiare prima e poi di occuparmi di mia figlia. In caso contrario dovrei usare i soldi guadagnati al lavoro per pagare qualcuno che lo faccia al posto mio e per me non ha senso. Per me si lavora per vivere, non si vive per lavorare. E se si può vivere senza lavorare, evviva! Ovviamente quando si è in condizione di poter scegliere. E ovviamente parlo per me.lory76 wrote:Credo sedersi a riflettere potrebbe darci una maggiore lucidità su cosa veramente ci renda felici.Trilli wrote:Sì, infatti è per questo motivo che ho rinunciato a incarichi aggiuntivi a scuola. Il tempo libero mi dà una serenità che quei pochi soldi in più non possono certo compensare!lory76 wrote:
Quoto Lucia.
Tutto quello che è nato per aiutarci ci ha dato del tempo libero che non abbiamo investito in riposo e vita serena.
Ben vengano app e simili, ma dovremmo innanzitutto fermarci, sederci e capire dove stiamo andando.
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Senza entrare nel merito del maschilismo e delle scelte di ogni singola famiglia ecc., pensavo a quanto è reale necessità che in una famiglia si lavori in due.
Quanto veramente è necessario e quanto è frutto di ambizioni ed "egoismi" personali.
Ovviamente ci serve un tetto sopra la testa, ma quanto veramente ci serve così grande?
Per andare al lavoro tutti e due servono due automobili, e poi la baby sitter e il nido.
Io sono sempre stata una stakanovista e un'amante del lavoro, ma spesso mi ritrovo a riflettere sulle scelte fatte e mi chiedo se il posto migliore dove stare non poteva essere la casa. ( questa settimana per mia figlia se ne sono andati: euro 45 per il centro estivo, quota settimanale, euro 75 per gli scarponcini perché con il centro estivo vanno in montagna, euro 10 per gli ingredienti per la giornata di cucina al centro estivo... fate voi i conti)
Tornando in tema, ciò che è successo a questa mamma è appunto una tragedia che poteva succedere a chiunque di noi, casalinghe o lavoratrici, perché il cervello fa brutti scherzi. Certo, la vita frenetica che tante donne sono costrette a vivere a causa della mancanza di sostegno non aiuta.
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