Posted: Mon Oct 13, 2008 11:57 am
Per la seconda gravidanza ero molto serena, anzi, ho fatto fatica ad essere morigerata per contenere l’incremento ponderale entro i 10 chili o giù di lì che il ginecologo mi raccomandava.
Lo stupore per la pancia della prima gravidanza è stato più intenso, e non alieno all’apprensione. Ero turbata dall’idea del “non tornerai più come prima”. Ricordo che al corso preparto avevo manifestato disagio, tristezza, per questo. In particolare, avevo passato una giornata intera a piangere per le smagliature, comparse a dispetto dell’uso costante di prodotti di buona qualità per prevenirle.
Credo che fondamentale si sia rivelato l’atteggiamento di mio marito, tenero nelle premure ma sempre pronto a guardarmi e apprezzarmi come donna, non solo come mamma. Un atteggiamento confermato anche nella delicata fase del post-parto. Mi ha aiutata a dare per scontato di essere comunque desiderabile, e una volta messa fra parentesi la preoccupazione di non esserlo, ho potuto abbandonarmi alla meraviglia, alla dolcezza, all’accettazione di una nuova immagine. Un’immagine che ho cominciato a percepire come transitoria, senza più dare importanza ai segni permanenti che mi lasciava; anzi, proprio perché era transitoria, era preziosa, e andava vissuta attimo per attimo.
Lo stupore per la pancia della prima gravidanza è stato più intenso, e non alieno all’apprensione. Ero turbata dall’idea del “non tornerai più come prima”. Ricordo che al corso preparto avevo manifestato disagio, tristezza, per questo. In particolare, avevo passato una giornata intera a piangere per le smagliature, comparse a dispetto dell’uso costante di prodotti di buona qualità per prevenirle.
Credo che fondamentale si sia rivelato l’atteggiamento di mio marito, tenero nelle premure ma sempre pronto a guardarmi e apprezzarmi come donna, non solo come mamma. Un atteggiamento confermato anche nella delicata fase del post-parto. Mi ha aiutata a dare per scontato di essere comunque desiderabile, e una volta messa fra parentesi la preoccupazione di non esserlo, ho potuto abbandonarmi alla meraviglia, alla dolcezza, all’accettazione di una nuova immagine. Un’immagine che ho cominciato a percepire come transitoria, senza più dare importanza ai segni permanenti che mi lasciava; anzi, proprio perché era transitoria, era preziosa, e andava vissuta attimo per attimo.