La continuita’ educativa non deve prescindere dal fatto che un figlio deve SEMPRE essere RISPETTATO. Su questo non ci piove.
Ma ciascuno dei genitori deve essere ugualmente rispettato dall’altro e dal figlio.
Credo comunque di non essermi spiegata bene nel senso che per me un esempio di mancanza di continuita’ era quello della mia madrina e del marito.
Anche a casa mia in effetti si discuteva, soprattutto mio papa’ era piu’ morbido e quando mia mamma mi negava qualcosa lui chiedeva sempre il perche’ (per sentire un puntuale: perche’ no/perche’ si’ visto che lei era una di quelle “si fa come dico io” ahahaha) ma rompeva le palle fino a che non veniva fuori il perche’ del rifiuto e se non era molto sensato (a volte lo faceva davvero solo per il gusto di dire di no!) le faceva cambiare idea. Pero’ sulle cose davvero importanti c’era comunque un accordo o quantomeno non c’erano discussioni sul “perche’” del no o del si’ o almeno, non avvenivano di fronte a noi.
Ti porto un esempio. Avevo 17 anni e dovevo andare alla festa dei 18 di una mia amica. Si trattava di una serata in un discoteca in collina, a Torino. Tutta gente conosciuta e di cui i miei si fidavano.
Mi hanno dato l’ok. Poi mia madre nel pomeriggio, visto che pioveva, ha iniziato ad essere inquieta ansiosa per via della strada che conduceva in quella discoteca, tutta curve, molto buia e mi ha detto che il permesso di andare era revocato.
Non che io fossi particolarmente felice della cosa, anzi.
Pero’ in quello mio papa’ e’ stato d’accordo con lei, anche se di fatto lui era molto piu’ rilassato e non vedeva chissa’ che rischi, ha preferito dare ragione a mia madre per tutta una serie di motivi.
Se lui fosse rimasto sulla sua posizione di lasciarmi andare avrebbe fatto passare mia madre per la pazza visionaria e ansiosa e l’avrebbe screditata ai miei occhi.
Poi per carita’, anche io ero come Paola e quindi se raramente accadeva che ci fossero un si’ e un no spesso rinunciavo perche’ non mi andava di approfittare.
Ma mio fratello non era assolutamente come me e lui con questi si’/no sarebbe andato a braccetto e ovviamente avrebbe approfittato del si’ fregandosene altamente del no dell’altro.
Insomma, dipende anche da chi ti trovi davanti. Perche’ magari mio figlio adolescente sara’ un ragazzo che ragiona e accetta la discussione. Magari invece sara’ un adolescente stronzetto che se ne freghera’ alla grande della discussione ma non glie ne importera’ di altro che di strappare un si’ e in quel caso si farebbe soltanto del male.
Resta poi il fatto che Mirko ed io viaggiamo sulla stessa lunghezza d’onda e pur sapendo che si arrivera’ ad un punto in cui ci troveremo in disaccordo, sull’educazione abbiamo idee molto simili per cui avere una “continuita’” la vedo cosa facile.
AIUUUUTOOOO ! Gordon che dice ?
- Solange
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5vm wrote:E' quello che si sta dicendo parlare davanti ai figli di quotidianità e di possibili cambiamenti da parte di una delle parti senza per forza pensare di ritorcersi contro. Il ragionare insieme diventa un momento di condivisione e rende il figlio consapevole di essere considerato in quanto persona con le proprie idee, i propri modi di vedere, le proprie sensibilità ed ha la certezza di essere considerato e questo vale, con le dovute modalità, per ogni età, tanto più quando si è grandicelli.
Quanto scriveteeee.

Io quando ho scritto che un genitore la pensa diversamente dall'altro, non necessariamente lo deve nascondere.....non intendevo certo dire "deve litigare".....scrivere e far capire il proprio pensiero è difficile.
Chiarito (ho letto quasi tutti i post) che siamo concordi nel discutere e non litigare davanti ai figli.....vi leggo curiosa.
5vm wrote:E' quello che si sta dicendo parlare davanti ai figli di quotidianità e di possibili cambiamenti da parte di una delle parti senza per forza pensare di ritorcersi contro. Il ragionare insieme diventa un momento di condivisione e rende il figlio consapevole di essere considerato in quanto persona con le proprie idee, i propri modi di vedere, le proprie sensibilità ed ha la certezza di essere considerato e questo vale, con le dovute modalità, per ogni età, tanto più quando si è grandicelli.
L'esempio di Paola peró non interessava una presa di posizione, a seguito di un continuo errato comportamento.