Pol&son wrote:Nulla
Con una maestra continua a non fare nulla
E le continue comunicazioni sul quaderno "da finire a casa, oggi in classe non ha fatto nulla" non aiutino
Basterebbe la prima parte
O vedere la fotocopia per capire
Ma non voglio dare le colpe alla maestra, del resto è lui che passa ore a fissare il vuoto. Abbiamo parlato per lungo tempo del fatto che deve provare lavorare anche con la Concetta, anche buttandola sul gioco, dai fai uno scherzo alla maestra e lei crede che non farai niente e invece lavori benissimo. Lui dice sì mamma ci provo, ma poi arriva casa la sera e mi dice che non lo sa perché non è riuscito a fare nulla
Credo che qualcosa possa centrare anche le aspettative della maestra, cioè il fatto che lei arrivi in classe si aspetti che lui non faccia nulla e lui per una sarta di accontentare, non fa nulla.
Ma ripeto secondo me il problema è dentro Manu, se ti problema vogliamo parlare.
Lunedì ho i colloqui e sto già in ansia. Sarà una pagella misera misera ma cercherò di pormi in modo ottimista verso di lui, cioè ok hai sei... proviamo ad arrivare a sette
Oggi iniziamo con la psicomotricità
Ho parlato anche con la pedagogista del Comune e ha sottolineato che i bambini a sei anni subiscono grosso cambiamento alla materna, quindi ognuno ha i suoi tempi di maturazione e di stare tranquilla. Detta così è facile ma quando penso a mio figlio a disagio in classe al punto di non fare assolutamente nulla e di non trovare giovamento nei complimenti mi spezza il cuore
Secondo il troglo Pasquale bisognerebbe metterlo in punizione ... niente tele niente videogiochi niente di niente fino a che non comincia lavorare. Gli ho detto che se ho scelto di lavorare con degli specialisti che vogliono prima aiutarlo in modo costruttivo non ha senso che facciamo come dice lui che andrebbe contro la strada che ho scelto.
Secondo la psicologa anche la piccola tra virgolette punizione che gli avevo dato cioè se non fai il compito a scuola a casa lo devi fare due volte, per vedere se lo motivavo, se è posta come una punizione non va bene
chiedo venia ma sto facendo ripasso in ritardo.
No, no. Niente divieti. Non è detto che tuo figlio lo capisca o lo percepisca che è connesso all'impegno.
Deve trovare stimoli. Non punizioni.
Sono l'ultima persona che può dare consigli, sia chiaro.
Ho la fortuna che, avendo fatto certi studi ed essendo per natura curiosa, mi ritrovo a fare la figura della secchiona pur non essendolo.
A me viene facile. Loro vedono l'eredità ed entrambi dicono: "mamma, ma le sai tutte!" Grazie, per me sono ore e ore di sangue versato sui libri, non è esattamente cultura generale (tipo le domande di storia o geografia). Così mi viene semplice e gli dico: vi piace che sappia rispondere sempre? Sì? Bene, se provate a imparare quello che studiate, verrà facile anche a voi.
Ma lui ha ancora 6 anni. Non so se conosce la competitività, la gara, il mettersi in gioco, ma mi sembra di no. Non sono sicura nemmeno che gli interessi.
Concordo sul fatto che ogni individuo ha bisogno del proprio tempo per maturare (odio questo termine, ma in questo caso non me ne viene un altro). Insomma, ognuno ha i suoi tempi.
Ricorda, però, che un voto sufficiente o brutto non indica davvero la preparazione di una persona. A volte si prende il voto brutto ma in realtà l'argomento è stato assimilato a dovere ma non si è avuto il coraggio di ripeterlo.
La conoscenza è data da tanti fattori: poterla esternare è legato alla capacità di farlo. A volte si assimila benissimo la lezione, ma si è incapaci di ripeterla. E questo non è questione di competenza.
Se lui non dà importanza alla conoscenza (secondo me), non ha alcun interesse a essa. Per intenderci: a che serve imparare a leggere e scrivere? Soprattutto se qualcun altro può farlo per me.
Viene dalla materna. E' al suo primo esperimento con un mondo sconosciuto. Non penso che abbia chiaro a cosa serva tutto questo. Mi sembra più facile che lo faccia e basta. Perché si deve, perché gli hanno detto che si deve fare. Ma a che serve veramente?
In 3° liceo (al classico) ho chiesto ripetutamente alla mia professoressa di matematica: ok, bella la trigonometria, ma a che serve? Nessuna risposta...
Poi ho conosciuto gente dell'industriale (che la danno al terzo anno) e mi si sono aperti nuovi orizzonti.
Improvvisamente la materia per me oscura è diventata limpida!
Non capivo a che servisse, quindi non mi serviva conoscerla.
Un ragionamento infantile, lo so, ma tant'è.
Non credo che un bimbo di sei anni la pensi diversamente da me che ne avevo 17.
Anche perché a quell'età sei ancora in qualche dipendente.
Sia chiaro che questa è la mia opinione e ho cercato sempre di spiegare ai bambini che non è importante il voto ma quello che loro capiscono da ciò che studiano.
Tu hai contezza che lui capisca quello che studia e perché lo sta studiando?
Non voglio sembrare scortese, ma di fronte a queste problematiche mi viene davvero da pensare che il problema sia persino più "terra terra" di quanto non sia. (A volte, eh? Altre volte non è così)