Lella wrote:Ho anche pensato che dovrebbe essere normale e comunemente accettato che la mamma, se lo desidera, almeno nei primi tre anni di vita del bambino, potesse scegliere senza paure o senza il bisogno di certificati particolari di restare a casa con il proprio bambino.
Questa soluzione la trovo difficilmente praticabile, per le ragioni addotte da Lavinia.
Credo invece che le cose potrebbero andare meglio se a livello legislativo ci fossero più possibilità di conciliare il ruolo di mamma e quello di donna lavoratrice. Ad esempio sono uno scandalo i soli CINQUE giorni di assenza della mamma per malattia, per giunta non pagata. Io non li uso mai, perché preferisco ricorrere all'aiuto occasionale di mia madre, ma se qualcuno non ha questa possibilità e il bimbo di due anni sta male (com'è normale che sia) più di quei cinque giorni in un anno? Si gioca tutte le ferie?
Le cose potrebbero andar meglio, sul versante dei datori di lavoro, se fosse più facile avere il part time, che a mio parere è il compromesso perfetto fra il lavorare e lo stare con i bambini. Quando ho lasciato i miei figli alla baby sitter avevano meno di un anno, ma ho vissuto più serenamente il distacco e il senso di colpa di non esserci proprio perché era limitato nel tempo. Mi dicevo: stanno lì dalle dieci alle tre del pomeriggio, per un'ora e mezza-due dormono. Poi li riabbraccio. La baby sitter è brava. Che sarà mai?
Le cose potrebbero andar meglio se, a livello di mansioni e carriera, si valutasse meno il tempo disponibile (una mamma ne ha quasi sempre meno di un collega maschio o di una collega senza figli) e più la qualità del lavoro. E' questo che costringe tante mamme, che quella carriera la vogliono fare, a sacrificare le ore con i loro bimbi.
Se si guarda la percentuale di donne in posti di responsabilità in Svezia, e d'altro canto le agevolazioni che hanno le mamme lavoratrici in Svezia, si ha una discreta idea del "dover essere". Ma anche una certa rassegnazione al fatto che in Italia sia difficile arrivarci. Se poi, in ambito politico, le intenzioni del nuovo governo per questo problema sono più che altro valorizzare il lavoro di cura, e non conciliarlo con il lavoro produttivo...
Personalmente, dopo i delicati adattamenti al ritorno della maternità, posso dire che non incontro difficoltà. Ho il part time E non sono interessata alla carriera, che infatti non farò. Se mai strizzo l'occhio, lavorando ancora, a una me stessa più vecchia con figli adolescenti che NON saranno il mio interesse esclusivo (per fortuna!) ma di cui potrò occuparmi. Nel 2017, se farò in fretta e mi alzerò prima al mattino, potrò essere addirittura a casa alle due del pomeriggio. Occhio! Anche se non vi vengo a prendere all'uscita del liceo, avete solo un'oretta per sfuggire al vigile occhio della mamma ahahaha!
PS: pensiero malizioso... perché i papà non si tormentano quasi mai nel restare separati dai bimbi piccoli, ben contenti di cacciare per la famiglia e tornare alla tana solo a sera? (Non vale per tutti, ma per molti, e per mio marito di sicuro ahahaha!)