Ho espresso il mio pensiero in merito al linguaggio del libro ad un collega e mi ha detto: Magari anche li si sono scostati dal dialetto anni ’60. sai, un po’ di immigrati dentro e fuori la fabbrica… concedi spazio alla fabula.
Ha ragione anche lui. Anche se dobbiamo tornare indietro di dieci anni visto che il romanzo è ambientato nel 2001. che ne dite?
Acciaio
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Elly wrote:Ho espresso il mio pensiero in merito al linguaggio del libro ad un collega e mi ha detto: Magari anche li si sono scostati dal dialetto anni ’60. sai, un po’ di immigrati dentro e fuori la fabbrica… concedi spazio alla fabula.
Ha ragione anche lui. Anche se dobbiamo tornare indietro di dieci anni visto che il romanzo è ambientato nel 2001. che ne dite?
ne dico che il vernacolo lo si parla anche oggi come nel 2001 e come 50 anni fa, quella tizia ha descritto completamente un altro mondo, ricalcante Piombino solo nelle strutture di cemento, come le vie o le fabbriche, stop.
Il resto parla di un paese del terzo mondo.
Il libro,letta la recensione, me lo sono fatto prestare per non regalare soldi all'autrice, il film mi guarderò bene dall'andarlo a vedere.
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