Io penso di essere stata la sposa più criticata del parentado
Era un abito semplicissimo, senza pizzi, né merletti, né ricami arzigogolati. Vita stile impero, maniche corte, gonna fino ai piedi. Tutto di taffettà rosso cupo, il mio colore preferito.
Provai lo stesso modello, in avorio, in un atelier, dopo un pomeriggio di estenuanti prove: nessun vestito pareva starmi bene.
Alla fine l'ho trovato, ma il colore non mi donava. E così ho chiesto che mi venisse confezionato in rosso, e sono stata accontentata.
Va anche detto che la nostra era una cerimonia molto informale, quindi il colore del vestito si adattava perfettamente allo stile della festa.
Due anni dopo, presa da un atto di follia pura, feci accorciare la gonna e lo utilizzai come abito da cerimonia al matrimonio della mia amica. L'ho rimesso ancora due volte, sempre in occasioni "importanti", ma poi l'ho fatto lavare e l'ho riposto in una scatola. Col senno di poi, penso che il bello di un vestito da sposa sia proprio il fatto di poterlo sfoggiare una volta sola, mentre il mio mi sa di consunto e strausato, insomma, mi ha stufato. Se tornassi indietro, forse sceglierei qualcosa in panna o perlomeno un colore leggermente più sobrio.
Non ricordo quanto lo pagò mio padre. Era il suo regalo per le mie nozze.