a che età un figlio può decidere della propria vita?

Una sezione per discutere delle problematiche legate all'adolescenza dei nostri eredi.
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Enza 52
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Post by Enza 52 »

Lelia wrote:Quoto Laste.
Mi pare che tutti i lavori elencati da Lory prevedano cmq un percorso di formazione specifica dopo la terza media, anche se non necessariamente un diploma.
Poi intendiamoci, se mia figlia mi dicesse che dopo la terza media non vuole fare le superiori perché ha deciso che vuole fare la sarta in modo serio, e ha dimostrato di avere una forte passione in quel senso, ovvio che la sostengo. Se invece a 16 anni mi viene a dire che vuole mollare la scuola per mettersi a fare un qualsiasi lavoro, mi troverei in seria difficoltà. La differenza sta tra l'avere una progettualità ben definita e l'andare allo sbaraglio. Perché nel secondo caso, che è molto più frequente, mi viene sempre il dubbio che ci sia dietro una forte "non voglia di studiare" piuttosto che una "reale voglia di lavorare".


non credo di essere mai stata più d'accordo con te.
complimenti per essere una Nonmamma, te la cavi alla grande.
Aforismi da "Criminal Minds"

[color="#FF0000"]A differenza del gioco degli scacchi, nella vita il gioco continua, dopo lo scacco matto.[/color]

ISAAC ASIMOV
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Enza 52
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Post by Enza 52 »

penso che Vavi abbia ragione, dipende molto dal ragazzo.
le inclinazioni di un figlio, bene o male si intuiscono già da 14 anni, la sua voglia di darsi forse dipende anche dal tipo di percorso che farà e da quanti ostacoli incontrerà lungo la strada.
l'importante è essere SEMPRE LI' VICINO a sostenerli.
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ISAAC ASIMOV
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laste
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Post by laste »

Se invece a 16 anni mi viene a dire che vuole mollare la scuola per mettersi a fare un qualsiasi lavoro, mi troverei in seria difficoltà. La differenza sta tra l'avere una progettualità ben definita e l'andare allo sbaraglio. Perché nel secondo caso, che è molto più frequente, mi viene sempre il dubbio che ci sia dietro una forte "non voglia di studiare" piuttosto che una "reale voglia di lavorare".


Per estendere il pensiero di Lelia, conosco una persona che ha sempre avuto il pallino della musica, tanto che ha cominciato col classico "gruppo", poi è passato in radio, ora lavora come tecnico del suono e fa gli effetti sonori dei film e delle pubblicità, tra le altre cose, aveva una curiosità e una passione che difficilmente lasciavano pensare che semplicemente "non avesse voglia di studiare" (tra l'altro nel mezzo ha preso pure la laurea, ma in tutt'altro,e non la usa...)
Oppure il fratello di un mio collega, appassionato di tatuaggi, tanto da andare all'estero per imparare a farli (dopo essersene fatto fare moltissimi) e ora ha una clientela di prestigio, un sito, un centro, insomma un'attività in cui è un artista riconosciuto (il gesto più bello della madre, all'inizio scettica, è stato farsi tatuare a sua volta dopo qualche anno :lol: ).
O un altro amico che si è dato al giardinaggio ma poi si è costruito un'attività niente male.
In questi casi dico: qui non era "non voglia di studiare" ma passione.
Ma lasciare per fare un lavoretto "quel che trovo trovo" impensierisce anche me.
Non credo lo permetterei.
Ruggero 8 maggio 2004,Dario 14 maggio 2007,[color=magenta]Irene 17 dicembre 2010[/color]
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Quando sei nato non puoi piu' nasconderti
e quando sei genitore ancora meno
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