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Posted: Mon Nov 22, 2010 5:01 pm
by lory76
Scrj wrote:Mi piacerebbe sapere, da chi ha avuto il coraggio (ahahah) di leggere tutto, cosa lo ha colpito di questo articolo.


Piu' che colpito, direi che non condivido il consiglio di evitare la frequentazione sociale di bambini, per evitare di acutizzare la sofferenza.

A parte che pare impossibilie poter fare una vita ignorando la "visuale" di un bambino che sicuramente provochera' sofferenza ogni volta.

Credo dovrebbe esserci un'aiuto a superare questo "ostacolo" anziche' invitare ad evitare l'oggetto del malessere.

Non so, forse, non ho interpretato bene il punto, ma non mi suona bene.

Posted: Mon Nov 22, 2010 5:07 pm
by Scrj
Io l'ho interpretato come un "se ti fa soffrire, allora...".
Cioè, non condivido l'evitare in toto le situazioni sociali ma ci sono momenti in cui per lavorare sopra il proprio malessere devi EVITARLO.
Così solo puoi avere la lucidità per trovare la forza/voglia di lavorare su di te.
Io spesso ho evitato, ve lo giuro.

Come spesso pregavo in ogni lingua che le cene con amici che non si vedevano da un po' non iniziassero con "vogliamo annunciare...." " vogliamo festeggiare...".
è sbagliato, lo so, ma quando non si ha la misura del dolore, bisogna trovarla e se per trovarla è necessario evitare, allora ben venga.

Poi è ovvio che deve essere una situazione momentanea.

Posted: Mon Nov 22, 2010 5:28 pm
by lory76
Ecco, compreso il significato.