Scrj wrote:Cosa ci faccio? Tutto il fattibile. Risotti, arrosti, spezzatino, fagiolini e patate. Comoda e veloce.
Ecco, ma il risotto, che per anotonomasia, è la pietanza che per essere cucinava va girata pazientemente fino a fine cottura (du palle ), come fa a farsi nella pentola a pressione che deve essere necessariamente chiusa?
Non si attacca?
[color="Purple"]Solo il tempo ti darà le risposte che stai cercando, e te le darà solo quando avrai dimenticato le domande[/color] [color="Magenta"]Le idee altrui, sommate alle tue, fanno un'idea migliore (Paola M.)[/color] [color="Blue"]Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso.(cit. Nelson Mandela)[/color]
Roxy78 wrote:Ecco, ma il risotto, che per anotonomasia, è la pietanza che per essere cucinava va girata pazientemente fino a fine cottura (du palle ), come fa a farsi nella pentola a pressione che deve essere necessariamente chiusa? Non si attacca?
Se c'è la giusta quantità di brodo (io metto più o meno mezzo litro per 180 gr di riso...mi pare) no. Ti garantisco, è una figata. Tu apri il coperchio e, magia, il risotto è PERFETTO senza doverlo girare in continuazione.
no, non si attacca
l'importante è rispettare scrupolosamente e inderogabilmente le dosi
io ora non ho qui la ricetta con le dosi precise, ma per ogni persona devi mettere tot di riso e tot di brodo esatti!
poi fai un risotto normale: soffritto, butti il riso, fai tostare, versi il vino, sfumi e poi aggiungi il brodo BOLLENTE, chiudi la pentola e, da quando va in pressione e inizia a fischiare, abbassi il fuoco e cuoci 9 minuti esatti.
Spegni il fuoco, fai sfiatare la pentola, apri e aggiungi burro e formaggio.
Così viene abbastanza all'onda
Meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d’orto, ascoltare tra i pruni e gli sterpi schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia spiar le file di rosse formiche ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare lontano di scaglie di mare m entre si levano tremuli scricchi di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia sentire con triste meraviglia com’è tutta la vita e il suo travaglio in questo seguitare una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.