Eccomi :)
Per me è solo il primo mese, sarà forse per questo che sono così agitata al pensiero...
Mi sono resa conto scrivendo che ho approfittato di questo tuo post per "sfogarmi" un po'... e allora ho continuato... posso? :)
Resto a letto alla sera, prima di dormire, e penso, penso cosa vorrebbe dire sapere fra un paio di settimane che la vita cambierà...
Penso dentro di me che sto prendendo tutto come un qualcosa di quasi impossibile, che una parte di me sa e pretende che il primo mese sia quello giusto, mentre un'altra parte di me sa che il tempo sarà lungo, e che dovrò sopportarlo e sopportarmi, perché mi conosco, e so quanto rimarrò male i primi giorni di giugno quando il ciclo arriverà... e poi ci ripenso e dico "Ma no, tanto non arriva". Insomma, sono in continua lotta con le parti di me, come sempre, in fin dei conti...
Ho comprato un sacco di giornali, li ho letti avidamente, facendo sempre riferimento a tutto quello che ho visto qui, e ho cercato in ogni situazione che ho trovato di immedesimarmi, di sapere come sarei, cosa farei... E mi sono vista, alcune volte, come quella ragazzina strampalata di qualche anno fa, tutta vestito di nero, piena di borchie e simili, con grandi idee e molto fuoco interno... e ho detto "Io??? Io con un bambino in braccio, attaccato al seno???" e ho sorriso.
Comprendo, sempre di più, quanto la vita continua a cambiarci, migliorarci forse, e ci porta a sperimentare cose quasi impossibili.
Ho una paura folle, nascosta dentro di me, che ogni tanto affiora e che lascio esista, perché sento che è una cosa naturale quanto l'istinto di avere un bambino...
Guardo il mio gatto, stamattina, che se ne sta rannicchiato in un angolo del divano con un faccino smunto e sono così preoccupata... e mi immagino con un fagottino piangente, in lacrime lui e io, a cercare di capire cosa c'è che non va, perché si lamenta, perché sta male...
Guardo mio marito sul divano alla sera, mentre guardiamo la TV, e me lo immagino con un bimbo sdraiato sul petto, con le sue mani grandi che lo proteggono, con un suo ditone preso da una piccola manina... e i miei occhi si offuscano, gli do un bacio sulla guancia e gli dico che gli voglio bene. Lui mi guarda confuso e mi chiede con un sorriso, come sempre nel nostro infinito scherzo, "perché?".
Guardo mia mamma, quando vado a trovarla, e la immagino, la immagino con un bambino sul seggiolone al tavolo, mentre cerca di fargli capire che la pappa si mangia e non è fatta per essere data al cane... E sorrido ancora, al pensiero che lei è la mia mamma, che è l'unica della famiglia a sapere del nostro "progetto", che è già preoccupata adesso di come farà a portare fuori il cane quando avrà il bambino a casa... e la vedo come ho imparato a vederla negli ultimi anni, dolce, un po' fragile e un po' insicura, ma al tempo stesso forte e convinta.
Sì, ho tanta paura di affrontare così tante cose, così tanti problemi e così tante gioie.
Ma chissà, forse è proprio questo che mi spinge avanti, spinge tutti avanti, lo stimolo a superare le nostre paure, a dimostrare a noi stessi che siamo forti e che lo siamo per qualcuno che amiamo.
Sogno... e faccio incubi, ad occhi aperti, penso perché dovrei essere così fortunata ad avere un bambino subito, e soprattutto perché dovrebbe andare tutto bene? Perché non potrei essere una di quelle piccole percentuali a cui succedono "brutte cose"... e poi mi costringo a lasciare da parte questi pensieri.
Sogno... sogno a chi dirlo subito e a chi no... a come dirlo a mio marito, sapendo che nonostante tutte le mie ipotesi, alla fine correrò da lui in lacrime senza riuscire a dirgli niente, così presa da una gioia incontenibile e dal "terrore" del futuro.
I giorni passano, nonostante credessi sarebbe stati lunghissimi, fra poco andiamo in viaggio qualche giorno e i giorni passeranno ancora di più... E al nostro ritorno saprò...
L'attesa dell'attesa
- caterina
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