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Posted: Wed Mar 28, 2007 12:48 pm
by Kiaretta
ho letto la tua risposta Teresa, di mio credo che la cosa giusta sia
una via di mezzo tra la tua intransigenza ed il mio riderne...
secondo me sbagliamo entrambe!!! :bacio:

Posted: Wed Mar 28, 2007 1:19 pm
by Teresa
davvero Kiare' non tiro la morale a nessuno perche' io sono la prima a dirne, solo che sulla teoria la pensavo in un modo, sulla pratica mi sono scoperta diversa.
Cioe' mia zia, per intenderci, quando carla dice ciao caccone con la macchina saluta con lei e io caccio la bile, cosa che a leggerla un anno fa, non avrei mai detto di me stessa.
Invece, sul campo, rosico proprio, perche' mi infastidisce che la sollecitino a dire "ciao caccone con la macchina"
pero' ho il buon senso di rendermi conto dell'eccesso e in genere taccio, poi arrivo a casa e tiro il pippone alla povera carla.

Posted: Wed Mar 28, 2007 1:40 pm
by Rossana
Anch'io sono cresciuta con occhiatacce e sberle a non finire per uno "scemo".
Non potevo dire "che palle", non si poteva neppure dire "ma figurati!".
Però non credo che le occhiatacce e le sberle mi siano servite più di tanto.
Arrivata alle medie, c'è stata un'escalation di parolacce nel mio curriculum che non vi dico. Una sorta di ribellione.

Io sono dell'idea che è bene non sorridere più di tanto, ma neppure insistere più di tanto sull'intransigenza, perchè è un periodo anche questo di scoperta, di imitazione. Poi passerà, con l'educazione e con l'età.