Patrizia wrote:io non farei la domanda diretta .. io le racconterei di come si sentono a volte i fratelli maggiori, anche raccontando di quello che ti ha detto una amica (inventato) di sua figlia ... così, per buttare lì un amo .. chissà che non abbocchi
quoto,
mia figlia ha quasi 10 anni, il fratellino va per i 6, e nei periodi ciclici di gelosia è utile parlarne, noi di solito o riprendiamo i ricordi di quando io ero sorella maggiore di fratellino rompipalle o esempi di sue amiche nella stessa situazione (fratello minore)
Quel che è utile, per quanto ho visto, è passare i messaggi:
- non è l'unica a sentire certe emozioni/non è "cattiva" perché a volte non sopporta suo fratello
- se è incazzata o altro, ne può parlare con noi. Magari non ci possiamo fare nulla, ma ascoltarla possiamo.
Stefania72 wrote:ma, Letizia non credo emuli nessuno però sicuramente si è convinta di essere la peggiore perchè noi non perdiamo occasione di ricordarglielo.
viola 52 wrote:ho dovuto lavorare prima su di me, nel senso che per prima io, mi sono posta in positivo verso mia figlia, ho cominciato a soffermarmi sui suoi pregi allontanando i pensieri, quando capitava qualcosa di antipatico.
certe volte la osservavo e lei nel caso se ne accorgesse, mi chiedeva perché la guardassi, le dicevo che stavo guardando quanto era bella.
ogni giorno è stata una scoperta nuova, e mi sono resa conto di quanti pregi avesse anna che a me parevano scontati e forse lei non si rendeva neppure conto di avere.
Enza è bellissimo quello che scrivi... cercherò di farne tesoro,
e per Stefania, visto quello che scrive sopra, forse potrebbe davvero essere "la chiave" per aprire un percorso diverso...
Poi queste cose di Polly me le stampo e me le studio :D :D
Polly wrote:E' il momento del passaggio dove tutto ti sembra "negativo" dove tutto l'esterno ti sta stretto e il primo luogo dove manifestare la propria in-sofferenza è senza dubbio la famiglia ed è femmina quindi la prima "vittima" sei proprio tu "mamma".
(.....)
Appurato che tutto è nella norma bisogna che trovi delle strategie di comunicazione che mi sembra proprio evidente non passino attraverso la parola.
Polly wrote:per "comunicare" occorrono due condizioni fondamentali: volontà e motivazione, e in questo momento da parte sua manca la volontà, la motivazione uno potrebbe pure "veicolarla", ma se manca la volontà è tutto inutile, quindi bisogna ragionarer su altre modalità, che non sia la parola, il fare domande e attendere risposte, per trovare un canale din "comunicazione"
Anche noi ci avviciniamo alla preadolescenza (a momenti ci siamo proprio dentro, a momenti - per fortuna ancora la maggior parte del tempo - torna bambina) e nei momenti p.a. c'è lo scontro cercato, l'insofferenza, il non ascoltare/sentire, il "booohhhhhh....."
Qui funzionano più o meno questi accorgimenti:
- prenderci del tempo sole noi due per "fare cose da grandi" o " da donne", a compensazione dei momenti di scontro
- sottolineare i privilegi che ha per il fatto che è più grande/più responsabile
- fare leva sul suo senso di responsabilità (ad es. affidandole il fratello o compiti per lei importanti)
- lasciare a lei decisioni e conseguenze (questo sui compiti, anche lei si scoccia a farli, sbuffa e perde tempo... io mi limito a ricordarle il tempo che ha a disposizione per farli, e dopo il quale dovremo uscire/fare altro, e le dico che sta a lei decidere se farli o no: è una cosa tra lei e le maestre, e io non c'entro.
In questo modo ci siamo dribblati parecchi litigi/discussioni/incazzature con cui eravamo partiti all'inizio del problema-compiti)
- chiedere consiglio a lei, e farla sentire "esperta" in qualcosa
Esempio scemo: io sono mooooolto pigra e dovrei fare più moto, e dall'anno scorso l'ho nominata mio personal trainer :D visto che lei è invece supersportiva e attiva e ogni tanto andiamo a camminare insieme.
Oppure quando il papà che odia fare shopping deve rinnovare il guardaroba si porta lei -autonominatasi esperta di moda- come consulente d'immagine (è una cazzata totale :D ma per lei assume davvero una valenza positiva importante)
Polly wrote:Ti consiglio sempre di parlare con lei in prima persona e in positivo. esempio evitare di dire : NON hai fatto i compiti NON vedi la tv. ma al contrario dire la stessa cosa in positivo
POTRAI veder la tv appena finisci i compiti...
Polly wrote:e poi puoi manifestare apertamente il tuo disagio davanti ma assolutamente devi sempre usare messaggi in prima persona, devi evitare di rivolgerti a lei con forme di giudizio anche velate, e guarda che per la nostra cultura è difficilissimo, noi siamo abituati a emettere giudizi, ad ascoltare pensando già alla soluzione...ecc. ecc.
e mi permetto di dirti che urlare con lei in questo momento, anche se legittimo e ti capisco, ottieni esattamente il perseverare del suo comnportamento.
Ecco, un'altra cosa che a volte funziona è alzare le mani e parlarle in modo chiaro:
"C'è questo problema XY, che ci fa stare male tutte e due, ma io davvero non so cosa fare per cambiare le cose. Abbiamo provato questo e quello, ma non ha funzionato. Ora prova a trovare tu una soluzione"
Spesso le soluzioni proposte non sono nulla di nuovo, magari proprio le stesse già provate,
ma il fatto che le proponga lei fanno sì che LEI ci si impegni, e quindi a volte danno risultato...