a che età un figlio può decidere della propria vita?

Una sezione per discutere delle problematiche legate all'adolescenza dei nostri eredi.
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Enza 52
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Post by Enza 52 »

tati wrote:Io capisco bene il tuo punto di vista, e sono d’accordo fino ad un certo punto.
Sono la prima a sperare che i miei figli abbiano la voglia di studiare.
La differenza sta solo nel cosa si pensa se questa voglia non c’è, ma soprattutto se invece della voglia di studiare o del classico scazzo da scuola cè qualcosa di altro, ci sono altri progetti nella vita.
Su 100 ragazzi tu credi che 100 ragazzi abbiano voglia di studiare? O che magari 5 di loro non lo faranno, o comunque non è quello il loro futuro, e se lo fanno è proprio solo perché spinti e obbligati?
Ecco, questo io voglio dire; non obbligo mia figlia, qualora lei ha un desiderio diverso.
Ma in tutti i campi della vita, non solo in questo. Se lei sbaglia e rischia di rovinarsi la vita sono la prima a fermarla per tempo, ma per scelte così personali non posso far altro che ragionare con lei, spiegarle i pro e contro, e tenerle la mano nel suo viaggio.

non so Tati, noi abbiamo dato sempre per scontato che il loro percorso sarebbe stato sempre scolastico più che lavorativo, per cui abbiamo dato libera scelta di scegliersi LA SCUOLA SUPERIORE da fare, ma in loro era scontato e fisiologico che l'avrebbero fatta.
anche per l'Università, ha sempre fatto parte del futuro, nelle loro inclinazioni, ma c'era.
forse un figlio va a scuola se la famiglia non gli pone proprio il dubbio che potrebbe non andarci.
per noi è stato così.
tutti e 4 hanno fatto le superiori, tutti e 3 sono andati all'università il terzo la sta ancora facendo.
qualcuno in modo meno brillante, ma faceva parte della loro vita.
Aforismi da "Criminal Minds"

[color="#FF0000"]A differenza del gioco degli scacchi, nella vita il gioco continua, dopo lo scacco matto.[/color]

ISAAC ASIMOV
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Lelia
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Post by Lelia »

laste wrote:Per estendere il pensiero di Lelia, conosco una persona che ha sempre avuto il pallino della musica, tanto che ha cominciato col classico "gruppo", poi è passato in radio, ora lavora come tecnico del suono e fa gli effetti sonori dei film e delle pubblicità, tra le altre cose, aveva una curiosità e una passione che difficilmente lasciavano pensare che semplicemente "non avesse voglia di studiare" (tra l'altro nel mezzo ha preso pure la laurea, ma in tutt'altro,e non la usa...)
Oppure il fratello di un mio collega, appassionato di tatuaggi, tanto da andare all'estero per imparare a farli (dopo essersene fatto fare moltissimi) e ora ha una clientela di prestigio, un sito, un centro, insomma un'attività in cui è un artista riconosciuto (il gesto più bello della madre, all'inizio scettica, è stato farsi tatuare a sua volta dopo qualche anno :lol: ).
O un altro amico che si è dato al giardinaggio ma poi si è costruito un'attività niente male.
In questi casi dico: qui non era "non voglia di studiare" ma passione.
Ma lasciare per fare un lavoretto "quel che trovo trovo" impensierisce anche me.
Non credo lo permetterei.


Di esempi così ne conosco anch'io. Un carissimo amico dei miei voleva solo suonare il pianoforte, venne iscritto a forza dai suoi al liceo classico, bocciò non so più quante volte, girò tutti i licei classici fiorentini, finché i genitori esausti gli concessero di fare il conservatorio. Ha preso il diploma di conservatorio, è diventato insegnante al conservatorio e ha inciso tanti cd di musica classica.

Poi ci sono le storie al bivio. Credo di averlo già raccontato, ma lo ripeto. Il mio compagno ha una monomania per le auto, fin da piccolissimo. A tutto tondo, fin da bambino ha cominciato a leggere libri e riviste sulle auto, a fare modellismo, poi a correre sui go kart. Alle medie era uno studente mediocre, non leggeva un libro neanche a piangere, se la cavava ma non brillava. A 14 anni dichiarò ai suoi che avrebbe fatto il meccanico. Mia suocera (detta anche "l'educatrice-bestia" per i suoi metodi educativi) gli fece una scenata e lo iscrisse al classico. Lui dice sempre che si sentiva morire all'idea di fare altri 5 anni di scuola, ma si piegò all'imposizione materna.
Morale: uno dei licei più duri della città, mai avuto meno della media dell'8. Non contento, si è poi iscritto a lettere classiche e si è laureato con una tesi mastodontica in filologia bizantina. Oggi legge tantissimo, di argomenti molto vari, in 3 lingue diverse.
Cosa fa di lavoro? Il giornalista. E di cosa si occupa? Di automobilismo sportivo, naturalmente ;-)
[color="DarkRed"][font="Comic Sans MS"][SIZE="2"]I'm selfish, impatient and a little insecure.
I make mistakes, I am out of control and at times hard to handle.
But if you can't handle me at my worst, then you sure as hell don't deserve me at my best.
- Marilyn Monroe -[/size][/font][/color]
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laste
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Post by laste »

li facciamo conoscere?si piacerebbero, a parte che il mio parlerebbe solo di montagna e delle auto non gli interessa, ma magari negli n-mila libri che hanno letto in qualcosa si ritrovano...il mio lo batte di 2 lingue però ahah (mi vanto di lui perché io a confronto son miserella :P)
Ruggero 8 maggio 2004,Dario 14 maggio 2007,[color=magenta]Irene 17 dicembre 2010[/color]
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Quando sei nato non puoi piu' nasconderti
e quando sei genitore ancora meno
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