fame nervosa

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laste
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Post by laste »

loffin wrote:quando litighi sul forum perdi due kg???

2 kg per una lite normale,
io e teresa messe insieme siamo meglio della wait watcher ? ahhahah


:sticazzi:
poi li recupero pero' ahahahah
Ruggero 8 maggio 2004,Dario 14 maggio 2007,[color=magenta]Irene 17 dicembre 2010[/color]
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Quando sei nato non puoi piu' nasconderti
e quando sei genitore ancora meno
jenny

Post by jenny »

SIETE GRANDIIII!!!!!! :red:
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Valentina
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Re: fame nervosa

Post by Valentina »

lavinia wrote:hola mamme nonsolomamme
visto che si parla anche di diete e di cibo molto spesso...voi soffrite di fame compulsiva?
Io si,ed e' difficile ammetterlo
ho letto "donne che mangiano troppo" e un po' aveva funzionato,poi ci sono ripiombata
sabato sera ho avuto un eccesso di fame di quelli che in pubblico non si raccontano
ma l'ho raccontato a stefano intimandogli di non far piu' entrare in casa un dolcetto uno
almeno qualche mese
morale della favola:stanotte LUI ha sognato di essere in una pasticceria,sogno ricorrente di quando era bambino,aveva 5 anni ed era stato messo (senza motivo per altro) a dieta dall'ortopedico
:cisssss:
porello

ps:secondo me e' sensato non tenere le tentazioni in casa,ma vorrei arrivare alla radice del problema,se vale o qualcun'altra hanno consigli.... :filufilu: :filufilu: :filufilu:


Ti ho riletta e ti vado a rispondere meglio.
Mi ero bloccata sul BED nominato da Silvietta che mi ha portato al desiderio di specificare un po' perchè negli ultimi anni mi sono parecchio documentata e mi fa piacere condividere con voi queste informazioni, ammesso che vi interessino.

Diciamo che la fame nervosa diventa un problema perchè generalmente è un eccesso di fame.
Non è il desiderio di qualcosa di sfizioso e bon.
E' proprio una spinta a colmare un vuoto più profondo.

Provo a spiegare in poche parole concetti espressi in modo molto migliore sui libri che ho citato.
Vediamo se riesco a spiegarmi.

Tutto parte dalla mente (tanto per cambiare!)
E dal cervello, per essere più specifici.
Il cervello ha bisogno di produrre elementi biochimici che creino PIACERE.
Il piacere è una funzione vitale.
Nel senso vero e proprio del termine.
Quando il cervello compie una scelta tra due possibilità, sceglie sempre quella più piacevole e quella volta a farci stare meglio. (non a caso il corpo fa tutto per guarirsi, se ci pensate...)
Quando lo stimolo alla produzione di ormoni che diano piacere non avviene a sufficienza, il cervello da ordine di trovare un canale attraverso il quale rimediare a questo scompenso.
Perciò, quando nella nostra vita c'è uno scarso grado di soddisfazione,ognuno cerca di ricorrere ad uno suo modo di "soddisfarsi".(e questo dipende un po' dalle singole esperienze, culture, famiglie, etc)
Gli atteggiamenti più sani sono di creare endorfine attraverso l'attività fisica, la risata, il sesso, il cinema, Zelig, leggere un libro, etc...
E poi ci sono atteggiamenti meno sani tipo drograrsi pesantemente o bere fino a perdere lucidità e coscienza.
Ci sono poi i comportamenti inefficaci che sono quelli a cui ci riferiamo ora qui; fare ricorso alla soddisfazione nel modo più semplice cioè attraverso il cibo.
Poichè il cibo induce immediate modifiche biochimiche nel nostro corpo, il cervello è contento perchè crea piacere.
(il famoso esempio del cioccolato che produce serotonina, ne avrete sentito parlare tutte, immagino).

Il problema non è tanto quella "una volta" che si mangia quel pezzetto di cioccolata.
E' che se quella volta il cioccolato l'hai mangiato per compensare uno stato di tristezza, noia, frustrazione, etc, il cervello, che è furbo e risparmia tempo, la volta successiva che ti sentirai triste, annoiata e frustrata, andrà a ripescare quella esperienza e ti darà ordine di comportarti nello stesso modo.
I percorsi sinaptici (quelli che si creano tra un neurone e l'altro nel nostro cervello) più vengono ripetuti e più si inspessiscono; collegano causa ed effetto e si attivano sempre nello stesso modo.
Così un comportamento, se reiterato, diventa un'abitudine; sicchè, in questo caso, diventa una cattiva abitudine.
Dagli una volta, dagli due, dagli tre, alla fine sto percorso sinaptico è un'autostrada a tre corsie.
E quella sera che sei anche solo vagamente annoiata, il cervello ti ha già fatto partire la mano dentro la dispensa! :cisssss:

Il modo per contrastare queste abitudini e quindi è creare nuove sinapsi, lasciando sfaldare quelle vecchie (senza usarle).
E questo si può fare attuando diversi tipi di comportamento da quelli vissuti fino a quel momento.

Se, ad esempio, quando sei triste, anzichè magnarti gelato, inizi a crearti un altro modo di compensare la tristezza, chessò, fai un balletto stile quelli di Steve Lachance e Garrison , interrompi lo schema.
Interrompi quella autostrada sinaptica.
E ne crei una nuova.

(apro parentesi per confessarvi che ho ricevuto un immenso conforto nello scoprire che sì, è vero, non produciamo neuroni ma anzi, li bruciamo. Ma....possiamo creare sempre nuovi collegamenti (sinapsi)nel nostro cervello il che è la vera "fonte" dell'intelligenza. Per le curiose, leggetevi "il fattore Einstein"!!)

Ovviamente per creare una nuova abitudine ci vuole tempo e costanza, devi ripetere il comportamento nuovo per un tot di volte.
Anche perchè, dobbiamo tenere conto che chi, come noi, ha problemi di sovrappeso generalmente ha installato una credenza e convizione (conscia o incoscia) sul rapporto tristezza/cibo, noia/cibo, frustrazione/cibo, etc, etc che risale almeno all'età adolescenziale se non a quella dell'infanzia.
QUindi aivoglia! :cisssss:

Scherzi a parte, alcuni scienziati a Stanford (se non ricordo male) hanno dimostrato che un comportamento diventa abitudine dopo 21 giorni.
Generalmente i programmi di cambiamento duranto una 30ina di giorni.
(Pure Osho, tanto per dirvi di un'altra campana, fa praticare la sua Meditazione Dinamica Kundalini per 21 giorni, per una corretta purificazione).

Se per 21 giorni associ alla sensazione di XY un'immagine diversa, un comportamento diverso, probabilmente dopo un mese avrai guadagnato una nuova abitudine.

Per le computerare, vi do una bella metafora.
Pensate al vostro cervello come ad un pc; ora avete installato un software datato 1982 (circa) che si chiama qualcosa come quandosonoannoiataefrustratamangioqualcosa ver. 2.0.
Ogni anno dall'82 ad oggi avete fatto gli Update.
Ed oggi avete un bel quandosonofrustrataeannoiatadibruttoaproilfrigoememagnodituttoepoimisentopureincolpa ver. 12.0

Bene.
Lasciamo pure questa infingarda icona sul desktop.
E mettiamone però una nuova.
Istalliamoci un bel
quandosonoannoiataevogliomangiarequalcosamidomandosehoveramentefameementremirispondofaccioqualcosadidivertente ver 2.0

E lanciamolo ogni volta che staremmo per aprire il vecchio software.

Vedrete che gli update saranno eccezionali :cisssss:

Ultima considerazione è che, per vedere cosa ci fa scattare l'effetto corro a prendere il cibo, dobbiamo capire qual è la sensazione che crea la causa.
Per ognuno sarà qualcosa di diverso.
E ci vuole un po' di pazienza per trovarla.

Per alcuni è la rabbia.
Per altri la noia.
Per altri l'essere rifiutato.

Per scoprirlo bisogna porsi due domande:

Uno) A che cosa è servito fino ad oggi questo comportamento? Qual è stata la sua funzione iniziale? Per quale motivo credi che il tuo incoscio abbia scelto questo comportamento come soluzione per ristabilire un equilibrio emotivo benchè momentaneo?

Due) Di che cosa potresti essere grata di questo comportamento? Che qualità hai sviluppato che altrimenti non avresti potuto sviluppare?


Intanto mi fermo poi ditemi se vi interessa che casomai continuo :bacio:
Non esistono limiti alla mente se non quelli che noi stessi le imponiamo
Napoleon Hill



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