Ema wrote:Mah, tanti argomenti intrecciati, dovrei prendere appunti per rispondere a tutti.
Quel che noto io, qui ma anche altrove, è che fa molto più Figo far le poveracce, che le persone benestanti, pare quasi che l'essere poco abbienti sia una virtù.
Non so perché accada, forse il gusto tutto italiano di piangersi addosso tutti insieme, tutti contenti di dichiarare quanto poco guadagnamo e quante spese abbiamo, come i vecchietti che fanno a gara tra loro per chi ha il male peggiore: uè ma io ho avuto l'infarto eh! Eh, già e la mia angina, allora?
Triste.
Detto ciò, renè amo molto i tronchetti, meno la giacca.
Arrivo anche io, ho letto e parto da qui.
Prima di tutto il quando ho letto "finalmente entro in una 48", potendo, avrei abbracciato la renocchia con i lacrimoni, sarà perché ho un'amica che ha la 38-40 e si lamenta con me della sua grassezza (al che io ribatto con: "stai continuando la psicoterapia?"). Riguardo al merito, anche io l'ho preso come un post di esultanza scritto da una persona che ha fatto una spesa riconosciuta da lei stessa come esagerata malgrado non oltre i propri mezzi.
Mi trovo d'accordo con l'osservazione di Ema, che vedo però dalla prospettiva opposta: sembra che fare l'imprenditore sia un reato. E più l'impresa è grande, peggio è vista. Quante volte sento dire "le multinazionali badano al profitto!" ovvio, se no cosa ci stanno a fare? La produzione non deve essere remunerata? Il rischio d'impresa non deve essere ricompensato a parte?
E aggiungo un'altra osservazione: da questa discussione sembra quasi che oggi ci sono tanti poveracci "per colpa della crisi" che fanno fatica a sopravvivere, non a scegliere gli stivali della marca preferita. Beh, io ho il ricordo preciso delle numerosissime volte che ho visto gente dal reddito normale o modesto che sosteneva spese folli per poter ostentare degli status symbol. E credo che molti di quei poveretti del giorno d'oggi di cui parlate siano tali per non essersi contenuti nelle spese negli anni prima.