Polly wrote:Come diceva leni sono contraria alle punizioni preferisco di gran lunga
dialogare con loro e arrivare ad una soluzione condivisa che includa non punizioni ma conseguenze ad un comportamento. Per cui eravamo d'accordo che passato gennaio avremmo verificato e ripreso il discorso
la prossima settimana vado a parlare con i professori e vediamo perchè per me non è cambiato nulla ma finchè lui mi dice che va tutto bene devo credergli fino a che non mi diranno il contrario i prof.
*A quel punto è concordato insieme che prenderemo noi la decisione per lui se cambiargli scuola o modificare alcune abitudini che andranno riviste alla luce di quello che i prof ci diranno. Se poi tutto va meglio (purtroppo non credo) allora sarò pronta a rivedere alcune drastiche soluzioni fatte dopo miliardi di altri tentativi falliti
il tutto, anche l'uso del computer regolamentato da noi e non più gestito da lui in autonomia, è sempre stato preceduto da dialogo e spiegazione motivata e mai contestata fino in fondo perché comunque conscio di non rispettare i propri doveri di studente *
Ma io il dialogo lo uso e l'ho sempre usato.
Sono la prima a dire che i ragazzi non devono aver paura a comunicare con i loro genitori.
E le cose sbagliate vanno sempre spiegate. Ma se poi anche dal dialogo non ne esce niente?
Io sono 5 anni (le elementari) che parlo e cerco di fargli capire che la scuola è importante perchè crea le basi per un buon futuro, che quello è il suo lavoro e il suo dovere, che sono sacrifici che vengono ripagati e che vanno ad accrescere la nostra forza in noi stessi, che ci danno più sicurezza. E lui mi da ragione, fa promesse, mi abbraccia, mi dice che mi vuole bene .... per poi magari il giorno dopo non aprire neanche il diario per vedere che cosa ha da fare per il giorno dopo. E quando gli chiedo perchè, alla sera quando vengo a casa, mi risponde: eh ... mi son dimenticato!
