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Re: Parigi, oltre al dolore, proviamo a riflettere insieme su cosa sta succedendo?

Posted: Sat Nov 14, 2015 1:38 pm
by Tropical
Non guardo più i tg, ma leggo a volte il televideo.

Qualche giorno fa avevo letto che era stato ucciso il califfo. Era stata confermata la notizia o no?

Re: Parigi, oltre al dolore, proviamo a riflettere insieme su cosa sta succedendo?

Posted: Sat Nov 14, 2015 1:43 pm
by Paola
micmar wrote:
Paola wrote:
micmar wrote:
ma questa è strumentalizzazione, non religione.
Quelli che si fanno esplodere sono dei cretini disperati, che si sono fatti plagiare da gente che sa benissimo cosa sta facendo e non lo fa certo per portare avanti principi religiosi.
Purtroppo non c'è differenza MIC, certo che ce l'hanno un portavoce ed è il califfo, e sono gli integralisti.
Da noi il Papa non se lo caga nessuno se non per le cose belle.
il califfo è un criminale, che piega la religione a scopi personali che fino a poco tempo fa coincidevano con quelli dell'occidente.
Michela il Califfo detta legge a questi ragazzi.
A me NON basta più che si dica che il califfo fa affari con le industrie di armi, con la mafia, con putin, con sticazzi e stimazzi.
A me interessa che un ragazzo, che NON SA NULLA di questi giri di potere, in PIENA LIBERTA', IN UN PAESE LIBERO e FELICE scelga il califfo anziché la pace, ma soprattutto anziché la sua VITA.

rubo da wikipedia, a proposito dei terroristi della strage a Charlie Hedbo.

Nel 2008, Chérif Kouachi era stato arrestato per terrorismo e condannato a tre anni di reclusione in quanto membro del gruppo terroristico di Abu Musab al-Zarqawi che reclutava e inviava estremisti combattenti in Iraq.

L'attentato del giorno successivo, è invece opera del trentaduenne Amedy Coulibaly, nato a Juvisy-sur-Orge e già condannato per furto di armi nel 2001. Nel 2010 era stato inoltre arrestato per aver aiutato il terrorista Smaïn Aït Ali Belkacem in un'evasione.

Re: Parigi, oltre al dolore, proviamo a riflettere insieme su cosa sta succedendo?

Posted: Sat Nov 14, 2015 1:48 pm
by Martina
Con sta gente non puoi trattare. Non ci puoi parlare. Non la puoi rimandare indietro col biglietto "persona indesiderata nel nostro paese", lui non ci ritornerà ma qualcun altro lo farà al posto suo...

Sono come un tumore di quelli terribili che non ti lasciano scampo. Finché esistono loro la vita altrui sarà sempre a repentaglio.

Però, ripeto, fatico a pensare a modalità di repressione non violente e non vorrei si arrivasse a questo punto. Sarebbe mettersi al loro livello? Ma a che punto siamo?