si infatti.
io di solito compro una buona quantita di fettine o petti di pollo se so di non poter uscire,poi un pò di formaggio,aglio e prezzemolo tritati,pangrattato uovo sbattuto e faccio la panatura .Faccio dei pacchettini con la stagnola,per esempio 2.3 pezzi e congelo.
li tolgo e in mezza giornata sono scongelati.facile e sano!
e anche economico...
qui due fettine panate industriali vengono 3-4 euro...con gli stessi soldi compro mezzo chilo di petti di pollo!
cotolette pronte
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nanà
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- Joined: Sun Dec 07, 2008 4:35 pm
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15 ottobre 2009
due anni di tetta!:tettonaesaurita:...e la storia continua....
il mio blog http://ilmondodinana.blogspot.com/
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LauraDani
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- Joined: Tue Sep 21, 2010 11:54 am
condivido tutta la tua analisi, anche se insomma una volta si può sgarrare, senza che caschi il mondo
si, a parte il tempo per comprare il petto di pollo o la bistecca, rifilarla un pochino, passarla nell'uovo sbattuto e poi nella panatura, ripulirsi le mani e friggere, non ci vuole molto.
comunque un pò di più che aprire la confezione e metterla in forno
pennyhose wrote:...perché a fare una cotoletta ci vuol veramente pochissimo!
si, a parte il tempo per comprare il petto di pollo o la bistecca, rifilarla un pochino, passarla nell'uovo sbattuto e poi nella panatura, ripulirsi le mani e friggere, non ci vuole molto.
comunque un pò di più che aprire la confezione e metterla in forno
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
m entre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
(E. Montale)
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
m entre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
(E. Montale)