Scelta difficilissima!

Moda, tendenze e bellezza

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Vale80
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Post by Vale80 »

Accidenti, davvero una scelta difficilissima.
So che rischio di essere mandata a quel paese ma la mia risposta è proprio: "non saprei davvero cosa fare".
Tuo marito cosa ne pensa? Secondo me questa è una di quelle scelte che è impossibile non condividere completamente quindi credo che l'ago della bilancia potrebbe essere proprio lui...
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madda77
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Post by madda77 »

Elly wrote:Onestamente sono d’accordo su tutto quello che hai scritto: dubbi, speranze, perplessità.
Mi spiace solo che tu non abbia fatto alcun cenno al fatto che della tua situazione, in qualche modo “privilegiata” (non mi sembra di aver mai sentito lamentarsi un dipendente statale…concedimelo...), chi ne andrebbe di mezzo sarebbe anche l’utenza.
Lo dico, e con il dente avvelenatissimo, anche se le colpe sono da ricercare ovviamente altrove perché ho dovuto subire una situazione simile con una serie di maestre di mio figlio. Accettavano la cattedra a poi prendevano aspettative, malattie, congedi parentali fino ad ottenere il trasferimento in sedi più adatte a loro e nel frattempo arrivavano supplenti di supplenti….quando cambiare maestra non è come cambiare la cassiera del supermercato (con tutto il rispetto ovviamente).

Quindi, a malincuore, ti dico: accetta. Tanto sai che sarà per poco il disagio e poi ne godrai per il resto della tua vita lavorativa
Accetta, tanto quando sarai in aspettativa potrai sempre fare consulenze no?
..aah se leggesse questo post Brunetta che vuole l’efficienza a tutti i costi. Ma fare graduatorie per il territorio sarebbe chiedere troppo??????




Elly, non posso darti torto in alcuna singola parola che hai scritto, anche perchè erano le stesse identiche cose che pensavo io (e penso tuttora, eh!).
D'altronde, se sono così combattuta è proprio perchè sono consapevole che quella del dipendente pubblico, sotto molti aspetti, è ancora una situazione privilegiata rispetto a tante altre situazioni.
Però aggiungo, concedimelo, che è facile fare certe osservazioni quando ci si trova al di fuori di certi privilegi (che poi, quelli previsti in relazione al congedo di maternità, più che privilegi io li considero diritti sacrosanti in un paese civile, quello che è tutt'oggi aberrante è che io, libera professionista, per mantenere la mia posizione, abbia dovuto lavorare sino a due giorni prima di partorire e sia dovuta tornare dopo due mesi dal parto).
Quando si ha la possibilità concreta di goderli, non vedo perchè io dovrei pensare in primis all'interesse della comunità prima ancora che al benessere della mia famiglia e dei MIEI FIGLI.
la legge mi concede non di stare a casa a grattarmi per 3 anni, ma di lavorare ugualmente ma vicino ai miei pargoli ed io non dovrei approfittarne, creandomi il problema per gli eventuali disagi in cui potrebbe incorrere l'utenza di Milano?
Mi spiace, ma almeno in questo non mi trovi d'accordo, e peccherò di presunzione, ma credo che qualunque altra madre, non avrebbe la benchè minima esitazione posta di fronte alla scelta, quel che è tragico è non poter scegliere, e doversi violentare ogni giorno nella straziante scelta tra il lavoro ed i figli (e ne conosco di gente ogni giorno non potendo conciliare le due cose, è costretta a scegliere o l'una o l'altra).
Quella si che dovrebbe indignare!
E poi, perdonami, posso capire anche la tua amarezza verso situazioni di estremo privilegio (e che molte donne ancora si sognano), ma non credo di meritarmi il tuo sarcasmo.
Durante l'aspettativa non farò alcuna consulenza, perché il mio dilemma non è certo come poter migliorare la mia situazione economica o come poter portare quanti più soldi a casa, ma come potermi godere maggiormente i miei figli, avendo maggior tempo libero per me e per loro.
Era questo l'oggetto del mio sfogo e mi spiace che tu ne abbia tratto spunto per polemizzare su temi che, per quanto veri, sono troppo generici e complessi per poter essere associati a singole situazioni personali e familiari di cui magari non si sa nulla!
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la yle
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Post by la yle »

madda77 wrote:Elly, non posso darti torto in alcuna singola parola che hai scritto, anche perchè erano le stesse identiche cose che pensavo io (e penso tuttora, eh!).

Era questo l'oggetto del mio sfogo e mi spiace che tu ne abbia tratto spunto per polemizzare su temi che, per quanto veri, sono troppo generici e complessi per poter essere associati a singole situazioni personali e familiari di cui magari non si sa nulla!


ehi madda ho messo ben chiaro che la "colpa" tra mille virgolette ovviamente della situazione statale italiana non è tua quindi il sarcasmo che leggi non è certo rivolto a te personalmente. ci mancherebbe. la mia rabbia è rivolta a chi avrebbe soluzioni sotto il naso e non le vuole attuare.
che senso ha lasciarti per tre anni vicino a casa tua e poi rispedirti a milano quando in tre anni hai allacciato rapporti/situazioni/risolto problemi ecc. per ricominciare tutto in un'altro paese e ovviamente nell'altro posto ci sarà una donna che vivrà la situazione al contrario.
il tuo post, se non vuole essere fine a se stesso, è uno spunto di riflessione molto valido.
[color=navy]Ti porto il caso di due delle mille maestre passate per la classe di mio figlio ma che in qualche modo sono state costrette ad accettare la cattedra pur sapedo il male che facevano a loro stesse, ai loro figli e ai nostri:[/color]
[color=navy]la maestra concetta era calabrese con un marito, un figlio adolescente e un neonato. La chiamano con destinazione milano. prendere o lasciare. Prende il piccolo e si trasferisce da una zia che comunque non abitava sotto la scuola. Era ottobre e l’ottobre milanese non è come quello calabrese, quindi al ponte dei morti torna a casa per rifarsi il guardaroba. E giustamente non rientra. Come poteva gestire una situazione del genere?[/color]
[color=navy]La maestra raffaella era pugliese e in convalescenza per la ricostruzione della testa del femore. La chiamao e risponde. Prende la sua roba e le stampelle e arriva a milano in un convitto. Ebbene, un giorno non riesce ad alzarsi dalla sedia della cattedra perché non rispettando la convalescenza la protesi si lesiona. Arriva l’ambulanza e porta via la maestra che in quel momento era in una seconda elementare. Ovviamente non torna.[/color]
[color=navy]Quindi le tue perplessità, come vedi, sono state anche le loro. Nel frattempo sono passati quattro anni e il sistema nomine non è cambiato ma le mamme che soffrono per la gestione di certe situazioni ci sono ancora. E il punto è l’indolenza nel voler sistemare queste pecche.[/color]
lui 31 agosto 2000
lei 21 dicembre 2003
noi 27 settembre 1997
Perdoniamoci le volte
che non siamo stati noi
quando c'erano le lotte
dei tuoi sogni contro i miei.
ma dimmi dove sei
così ogni tanto mi oriento
se non ti incontrerò
ti cercherò tutto il tempo
se mi sorriderai
ritroverò l'entusiasmo
e quel giorno non mi perderai più.
non è farina del mio sacco ma di quello di franco fasano
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