i compiti già ce li dividiamo, in questo è un papà super collaborativo, ma è proprio il clima di tensione che ciclicamente si crea a mandarci tutti in tilt.
Nei periodi in cui tommy è nervoso i suoi capricci ci mettono a dura prova. Per fortuna si tratta di periodi brevi, già ieri ho ripreso in mano la situazione: dopo la materna ho super coccolato tommaso, nel frattempo il marito ha chiamato al tel chiedendomi di che umore era e io molto tranquillamente gli ho spiegato che ci vuole calma da parte nostra e lui stesso si è reso conto di aver esagerato...la sera infatti si è presentato a casa tranquillo, anche lui ha coccolato tommy, è stato paziente, non ha alzato la voce. Risultato? un bimbo più tranquillo, che si è messo il pigiama da solo, si è lavato i denti senza protestare e si è addormentato in fretta. Stamattina solite proteste per lavarsi e vestirsi, ma poi siamo andati a scuola salterellando e sono convinta che oggi le maestre mi diranno che è stato più sereno.
Sì, devo inventarmi qualche stratagemma per evitare di finire nuovamente in questi circoli viziosi. Probabilmente rammenterò al marito di questi episodi passati, lo inviterò a farsi un aperitivo con gli amici per rilassarsi, spedirò il figlio dalla zia (dove si comporta sempre come un angelo!) e io mi farò una lunga doccia calda :))))
braccio di ferro tra treenne e il suo papà
- bubina
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Re: braccio di ferro tra treenne e il suo papà
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- bea
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Re: braccio di ferro tra treenne e il suo papà
Sono contenta che gia' vada meglio.
Comunque, con il secondo figlio per me e' stato più facile. Giulia la vedo più piccola, e mi rendo conto che dai fratelli pretendevo molto di più, in termini di "ragionevolezza", di quello che pretendo adesso da lei.
A tre anni sono PICCOLI. Non capiscono una regola. Non capiscono il 'si fa cosi' perche' si'". Se sono stanchi o nervosi, non hanno filtri di nessun tipo, nessuna capacita' di autocontrollo, ed e' BENE che non l'abbiano.
Un treenne (e in generale, un bambino) che si controlla, che smette di piangere perche' "deve" , che non fa capricci, che e' bravo silenzioso obbediente, e' considerato più problematico e a rischio di uno che si comporta come il tuo tommaso. Me lo ha detto di recente una amica psicologa.
A tre anni, ma anche oltre, devono essere certi che quando sbroccano noi non ci scomponiamo. Che significa che gli vogliamo bene lo stesso.
Per loro essere tristi/spaventati/arrabbiati/nervosi = urlare. Pretendere che non urlino e' come pretendere che non si arrabbino, che non siano mai stanchi, nervosi, spaventati ecc. Dirgli "smetti di piangere" eqivale a cancellare, negare il loro sentimento. Come non avessero diritto ai loro sentimenti negativi. Noi adulti impariamo a controllarci, e impariamo che controllare la manifestazione del sentimento non vuol dire che il sentimento non esiste. Loro no. Se il papa' o la mamma gli dicono "non piangere", e' come gli dicessero, "non e' vero, non sei triste (arrabbiato ecc)", e di conseguenza non imparano a distinguere questi sentimenti, e, più grave ancora, imparano che i sentimenti negativi "non vanno benee", proprio perche' il papa' o la mamma "non li riconoscono".
Oddio scusa se mi sono dilungata in maniera un po' contorta, ma serviva anche a me per chiarirmi!
Comunque, con il secondo figlio per me e' stato più facile. Giulia la vedo più piccola, e mi rendo conto che dai fratelli pretendevo molto di più, in termini di "ragionevolezza", di quello che pretendo adesso da lei.
A tre anni sono PICCOLI. Non capiscono una regola. Non capiscono il 'si fa cosi' perche' si'". Se sono stanchi o nervosi, non hanno filtri di nessun tipo, nessuna capacita' di autocontrollo, ed e' BENE che non l'abbiano.
Un treenne (e in generale, un bambino) che si controlla, che smette di piangere perche' "deve" , che non fa capricci, che e' bravo silenzioso obbediente, e' considerato più problematico e a rischio di uno che si comporta come il tuo tommaso. Me lo ha detto di recente una amica psicologa.
A tre anni, ma anche oltre, devono essere certi che quando sbroccano noi non ci scomponiamo. Che significa che gli vogliamo bene lo stesso.
Per loro essere tristi/spaventati/arrabbiati/nervosi = urlare. Pretendere che non urlino e' come pretendere che non si arrabbino, che non siano mai stanchi, nervosi, spaventati ecc. Dirgli "smetti di piangere" eqivale a cancellare, negare il loro sentimento. Come non avessero diritto ai loro sentimenti negativi. Noi adulti impariamo a controllarci, e impariamo che controllare la manifestazione del sentimento non vuol dire che il sentimento non esiste. Loro no. Se il papa' o la mamma gli dicono "non piangere", e' come gli dicessero, "non e' vero, non sei triste (arrabbiato ecc)", e di conseguenza non imparano a distinguere questi sentimenti, e, più grave ancora, imparano che i sentimenti negativi "non vanno benee", proprio perche' il papa' o la mamma "non li riconoscono".
Oddio scusa se mi sono dilungata in maniera un po' contorta, ma serviva anche a me per chiarirmi!
"L'ozio, che è il padre dei miei sogni/ guarda i miei vizi con i suoi occhi leggeri"
"La beauté est le dernier rempart contre ce monde où les hommes ne savent plus etre légers sans etre futiles"
Anna e Tancredi, 8/11/2008
Giulia, 15/04/2011
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Giulia, 15/04/2011
- druuna
- Utente Vip
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- Joined: Tue Jun 08, 2010 5:00 pm
Re: braccio di ferro tra treenne e il suo papà
Madre di treenne mi siedo qui a riflettere che spunti ce ne sono tanti...
non ho consigli sensati o ricette... semplicemente mi dico che sono fasi e come tali passano... o quanto meno si evolvono...
leggendo qui nel forum vedo che le varie età con le loro fasi sono comuni a molti, e questo in un certo senso mi tranquillizza
non ho consigli sensati o ricette... semplicemente mi dico che sono fasi e come tali passano... o quanto meno si evolvono...
leggendo qui nel forum vedo che le varie età con le loro fasi sono comuni a molti, e questo in un certo senso mi tranquillizza