lella wrote:Belle riflessioni, si è vero la donna si sta emancipando molto e sempre di più, ma dite quindi che sono sempre figli a loro volta di uomini violenti (anche solo psicologicamente)?
No, assolutamente no. Possono essere ugualmente figli di donne violente, anche solo psicologicamente. Laddove esiste una figura materna forte, nessuna figura femminile sarà mai all'altezza dell'esempio e, quindi, a rischio di vessazioni e umiliazioni.
In linea di massima, laddove manchi un esempio di rispetto del coniuge, qualunque sia il sesso di questo, sarà facile che in qualche modo e forma quell'atteggiamento venga replicato
interessante davvero anche questo di aspetto, riferito alla madre intendo.
Io ho due figli maschi e queste domande me le pongo spesso. Come posso evitare che da grandi prendano una strada "sbagliata", intendendo, in questo specifico caso, la strada della violenza. Io penso che faccia anche tanto la difficoltà dei ragazzi di oggi ad accettare un rifiuto, un qualsiaisi rifiuto. E questo può portare alla violenza su altre persone oppure nei confronti di se stessi (quanti adolescenti si suicidano per una delusione d'amore, ad esempio?) Oppure infieriscono sulla ragazza che dice di no. Manca anche secondo me la "gestione" del rifiuto, l'accettazione della sconfitta (se mia moglie mi lascia, l'ammazzo). Insomma, vorrei inculcare loro una buona dose di autostima che non sconfini nell'alterigia..ma come? Non dando peso alle piccole sconfitte di ogni giorno ma spronare, lodando per gli obiettivi raggiunti, non assecondando la competitività non buona, insomma...non lo so, ed ancora sono piccoli..ma è bene iniziare..
..sei tu, sei tu, sei tu..il regalo mio più grande.. Pietro..
[font="Comic Sans MS"][color="Magenta"]Non vedete l'arroganza? Non potete neanche far battere il vostro cuore [/color][/font]! Gianna Jessen
perelisa wrote:Io ho due figli maschi e queste domande me le pongo spesso. Come posso evitare che da grandi prendano una strada "sbagliata", intendendo, in questo specifico caso, la strada della violenza. Io penso che faccia anche tanto la difficoltà dei ragazzi di oggi ad accettare un rifiuto, un qualsiaisi rifiuto. E questo può portare alla violenza su altre persone oppure nei confronti di se stessi (quanti adolescenti si suicidano per una delusione d'amore, ad esempio?) Oppure infieriscono sulla ragazza che dice di no. Manca anche secondo me la "gestione" del rifiuto, l'accettazione della sconfitta (se mia moglie mi lascia, l'ammazzo). Insomma, vorrei inculcare loro una buona dose di autostima che non sconfini nell'alterigia..ma come? Non dando peso alle piccole sconfitte di ogni giorno ma spronare, lodando per gli obiettivi raggiunti, non assecondando la competitività non buona, insomma...non lo so, ed ancora sono piccoli..ma è bene iniziare..
era saltato fuori un altro post questa riflessione sull'accettazione della sconfitta, ed è vero che fà riflettere, anche perchè spesso tendiamo a proteggerli da tutto e da tutti (dai prof, dai compagni) ecco credo che siamo una generazione di genitori molto interventisti e forse a volte si esagera e non li abituiamo alle piccole sconfitte.