"Le benevole" di Littell
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Cara Maddalena,
bentornata!
Una recensione così argomentata e giudiziosa (vale a dire, non sentenziosa) era da un bel pezzo che non la leggevo. Dopo averla bevuta tutto d'un fiato, sono ovviamente spinto con maggior forza a scivolare dentro la prima libreria incrociata sul mio cammino per spendere quello che va speso.
Saranno gli aspetti storici, temo, quelli a coinvolgermi maggiormente. Sono curioso di vedere con quanta originalità l'autore si muove sul suolo "limaccioso" della violenza: spero non si tratti del solito scrittore americano che scrive pensando al cinema, pensando cioè ai film sul nazismo e al film sul nazismo che dal suo romanzo Hollywood potrebbe trarre.
E sono curioso di capire, inoltre, se e quanto ha scavato nella - chiamiamola così - mistica nazista.
Quanto alla latente devianza nei comportamenti sessuali di Max, mi viene da pensare, così su due piedi, che forse l'autore ha trovato un'ispirazione in ciò che si è detto e scritto - non so però con quanto fondamento, perché non conosco quella letteratura - riguardo al lato perverso di Hitler. In ogni caso, la psicologia sessuale ha forse un peso - come potrebbe non averlo? - nel comprendere la visione del mondo nazista come fascista, come insegnano le "120 giornate di Sodoma" di Pasolini.
Ciao e grazie
Simone
bentornata!
Una recensione così argomentata e giudiziosa (vale a dire, non sentenziosa) era da un bel pezzo che non la leggevo. Dopo averla bevuta tutto d'un fiato, sono ovviamente spinto con maggior forza a scivolare dentro la prima libreria incrociata sul mio cammino per spendere quello che va speso.
Saranno gli aspetti storici, temo, quelli a coinvolgermi maggiormente. Sono curioso di vedere con quanta originalità l'autore si muove sul suolo "limaccioso" della violenza: spero non si tratti del solito scrittore americano che scrive pensando al cinema, pensando cioè ai film sul nazismo e al film sul nazismo che dal suo romanzo Hollywood potrebbe trarre.
E sono curioso di capire, inoltre, se e quanto ha scavato nella - chiamiamola così - mistica nazista.
Quanto alla latente devianza nei comportamenti sessuali di Max, mi viene da pensare, così su due piedi, che forse l'autore ha trovato un'ispirazione in ciò che si è detto e scritto - non so però con quanto fondamento, perché non conosco quella letteratura - riguardo al lato perverso di Hitler. In ogni caso, la psicologia sessuale ha forse un peso - come potrebbe non averlo? - nel comprendere la visione del mondo nazista come fascista, come insegnano le "120 giornate di Sodoma" di Pasolini.
Ciao e grazie
Simone
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Cara Maddalena,
bentornata!
Una recensione così argomentata e giudiziosa (vale a dire, non sentenziosa) era da un bel pezzo che non la leggevo. Dopo averla bevuta tutto d'un fiato, sono ovviamente spinto con maggior forza a scivolare dentro la prima libreria incrociata sul mio cammino per spendere quello che va speso.
Saranno gli aspetti storici, temo, quelli che mi coinvolgeranno maggiormente. Sono curioso di vedere con quanta originalità l'autore si muove sul suolo "limaccioso" della violenza: spero non si tratti del solito scrittore americano che scrive pensando al cinema, pensando cioè ai film sul nazismo e al film sul nazismo che dal suo romanzo Hollywood potrebbe trarre.
E sono curioso di capire, inoltre, se e quanto ha scavato nella - chiamiamola così - mistica nazista.
Quanto alla latente devianza nei comportamenti sessuali di Max, mi viene da pensare, così su due piedi, che forse l'autore abbia trovato un'ispirazione in ciò che si è detto e scritto - non so però con quanto fondamento, perché non conosco quella letteratura - riguardo al lato perverso di Hitler. In ogni caso, la psicologia sessuale ha forse un peso - come potrebbe non averlo? - nel comprendere la visione del mondo nazista come fascista, come insegnano le "120 giornate di Sodoma" di Pasolini.
Ciao e grazie
Simone
bentornata!
Una recensione così argomentata e giudiziosa (vale a dire, non sentenziosa) era da un bel pezzo che non la leggevo. Dopo averla bevuta tutto d'un fiato, sono ovviamente spinto con maggior forza a scivolare dentro la prima libreria incrociata sul mio cammino per spendere quello che va speso.
Saranno gli aspetti storici, temo, quelli che mi coinvolgeranno maggiormente. Sono curioso di vedere con quanta originalità l'autore si muove sul suolo "limaccioso" della violenza: spero non si tratti del solito scrittore americano che scrive pensando al cinema, pensando cioè ai film sul nazismo e al film sul nazismo che dal suo romanzo Hollywood potrebbe trarre.
E sono curioso di capire, inoltre, se e quanto ha scavato nella - chiamiamola così - mistica nazista.
Quanto alla latente devianza nei comportamenti sessuali di Max, mi viene da pensare, così su due piedi, che forse l'autore abbia trovato un'ispirazione in ciò che si è detto e scritto - non so però con quanto fondamento, perché non conosco quella letteratura - riguardo al lato perverso di Hitler. In ogni caso, la psicologia sessuale ha forse un peso - come potrebbe non averlo? - nel comprendere la visione del mondo nazista come fascista, come insegnano le "120 giornate di Sodoma" di Pasolini.
Ciao e grazie
Simone