Ros, ti ho letta con impazienza di rispoderti (sorrido)
perche' e' chiaro che poi nelle dinamiche dialettiche ci si allontana piu' per portare esempi alle proprie convinzioni che non perche' le vedute siano cosi' divergenti.
In tutta onesta', io ho un po' piu' di stima nelle mie capacita' genitoriali.
Cioe' non obbligherei mai mia figlia a fare tre ore di pianoforte, cosi' come non mi hanno mai obbligata i miei, semmai mi hanno fatto suonare NONOSTATANTE fossi cosi' intalentuosa.
Cosi' come parto dal presupposto, spero pacifico, che i miei "indirizzamenti" siano sagomati sulle loro attitudini.
Mio fratello- il grande- e' stato sempre un ragazzo dall'intelligenza superlativa e ha anche concluso il suo diploma con il massimo dei voti, ma la sua era un'intelligenza di chi doveva vedere come far soldi (a 15 anni faceva colazione guardando la borsa) quando non ha voluto fare l'universita' mio padre non ha battuto ciglio, ha capito che sarebbe stato un leone in gabbia fra i libri.
Gli e' dispiaciuto, ma di certo non ha insistito.
che delusione....
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Prendo a prestito il tuo fianco, Teresa.
Per vedere una prospettiva diversa.
Anche Lorenzo, all'età di 10 anni, aveva una batteria.
Il suo sogno di ragazzino era diventare un musicista.
Suo padre (un artista, un pittore) non vedeva la cosa di buon occhio,
troppe insicurezze, troppo poche certezze. Lo incoraggiò ma a modo suo.
"Fai il conservatorio, però" gli disse. E poi morì, all'improvviso.
Ora, raccontata così, sembra una fiaba dei fratelli Grimm, ma
Lorenzo si iscrisse al Conservatorio. E per perpetuare la volontà di suo
padre, e perché l'unica strada che poteva percorrere (le scuole di musica
jazz sono, paradossalmente, molto più care dei conservatori statali).
Mai ascoltata musica classica prima di allora.
Il resto è la storia della sua vita, e da 17 anni a questa parte anche
della mia, che quando l'ho conosciuto un padre ancora l'aveva e
suonava una batteria color madreperla.
Ho preso a prestito il tuo fianco solo per provare a fondere le due storie,
come uno sliding doors. Per immaginare cosa sarebbe ora di tuo
fratello ingegnere e bravo percussionista (:D ) se avesse avuto un padre come quello di Lorenzo,
e che cosa ne sarebbe oggi di Lorenzo se avesse avuto un padre come il tuo.
Forse non sarebbe cambiato nulla, perché non credo che nessuno
si presti ad incarnare in toto i sogni del proprio genitore senza provare
ad opporsi almeno un pochino e almeno una volta.
Per vedere una prospettiva diversa.
Anche Lorenzo, all'età di 10 anni, aveva una batteria.
Il suo sogno di ragazzino era diventare un musicista.
Suo padre (un artista, un pittore) non vedeva la cosa di buon occhio,
troppe insicurezze, troppo poche certezze. Lo incoraggiò ma a modo suo.
"Fai il conservatorio, però" gli disse. E poi morì, all'improvviso.
Ora, raccontata così, sembra una fiaba dei fratelli Grimm, ma
Lorenzo si iscrisse al Conservatorio. E per perpetuare la volontà di suo
padre, e perché l'unica strada che poteva percorrere (le scuole di musica
jazz sono, paradossalmente, molto più care dei conservatori statali).
Mai ascoltata musica classica prima di allora.
Il resto è la storia della sua vita, e da 17 anni a questa parte anche
della mia, che quando l'ho conosciuto un padre ancora l'aveva e
suonava una batteria color madreperla.
Ho preso a prestito il tuo fianco solo per provare a fondere le due storie,
come uno sliding doors. Per immaginare cosa sarebbe ora di tuo
fratello ingegnere e bravo percussionista (:D ) se avesse avuto un padre come quello di Lorenzo,
e che cosa ne sarebbe oggi di Lorenzo se avesse avuto un padre come il tuo.
Forse non sarebbe cambiato nulla, perché non credo che nessuno
si presti ad incarnare in toto i sogni del proprio genitore senza provare
ad opporsi almeno un pochino e almeno una volta.
io, invece, sono stata "privata" delle mie scelte per punizione.
Ho sempre desiderato ballare in modo serio e, quando finalmente e' arrivata l'occasione della mia vita, mio padre mi ha punita.
Ero brava, avevo un feeling speciale con la mia insegnante (quasi "lesbico" nel nostro caso: si trattava di totale simbiosi e ammirazione l'una verso l'altra).
Studiavo fino alle 2 di notte per non creare i presupposti per un assurdo divieto (era un'arma potentissima quella del ricatto).
Eppure l'occasione si e' presentata.
17 febbraio (o marzo non ricordo),primo mercoledi' della quaresima.
Compleanno di un ragazzo o di una ragazza in un palazzo vicino al nostro.
Non ho nemmeno chiesto il permesso di andare perche' era di pomeriggio ed avevo 15 anni: mi era sembrato superfluo!
Sono andata a ballare, si', sono andata alla festa solo per ballare!
Rientrata a casa, innocentemente, l'ho dichiarato senza troppi problemi....
Non l'avessi mai fatto!
Mi ero macchiata dell'onta di sacrilegio! ho osato andare a ballare in quaresima!
Punizione: non andrai piu' a danza.
Non vi dico quante lacrime e pianti...
Ho continuato ad andare a danza di nascosto, finche' ancora la retta era pagata.
Qualche volta con la scusa di andare a trovare la mia Antonella, riuscivo ad entrare a scrocco e seguire le lezioni.
Poi e' arrivata l'offerta: "noi andiamo in tournee, tu verrai con noi"
Antonella lo chiese a mio padre: era solo una tournee in Sicilia... mica dovevamo girare il mondo!
No e poi no: lui mi aveva proibito di ballare e dovevo rispettare la sua imposizione.
Per due anni ancora, pur non andando piu' a danza, Antonella ha provato a convincere mio padre a farmi andare con loro in tournee.
Per due anni ancora, mio padre ha rifiutato che io coronassi il mio sogno.
Lo stesso e' stato per la musica: a 9 anni ho iniziato a chiedere di studiare chitarra classica (ho ancora le foto).
Anche qui, e' stata solo un'occasione che gli ho fornito per punirmi.
Ho dovuto attendere i 19 anni per comprare un basso elettrico e pagarmi le lezioni da sola.
E anche per il lavoro... io volevo diventare un deputato (e lo vorrei ancora), mentre lui voleva che mi occupassi dell'agenzia di viaggi.
Oh certo, mio padre una cosa me l'ha insegnata bene: se voglio qualcosa, devo farmi uccidere per averla e seguire i miei sogni a tutti i costi.
Ho sempre desiderato ballare in modo serio e, quando finalmente e' arrivata l'occasione della mia vita, mio padre mi ha punita.
Ero brava, avevo un feeling speciale con la mia insegnante (quasi "lesbico" nel nostro caso: si trattava di totale simbiosi e ammirazione l'una verso l'altra).
Studiavo fino alle 2 di notte per non creare i presupposti per un assurdo divieto (era un'arma potentissima quella del ricatto).
Eppure l'occasione si e' presentata.
17 febbraio (o marzo non ricordo),primo mercoledi' della quaresima.
Compleanno di un ragazzo o di una ragazza in un palazzo vicino al nostro.
Non ho nemmeno chiesto il permesso di andare perche' era di pomeriggio ed avevo 15 anni: mi era sembrato superfluo!
Sono andata a ballare, si', sono andata alla festa solo per ballare!
Rientrata a casa, innocentemente, l'ho dichiarato senza troppi problemi....
Non l'avessi mai fatto!
Mi ero macchiata dell'onta di sacrilegio! ho osato andare a ballare in quaresima!
Punizione: non andrai piu' a danza.
Non vi dico quante lacrime e pianti...
Ho continuato ad andare a danza di nascosto, finche' ancora la retta era pagata.
Qualche volta con la scusa di andare a trovare la mia Antonella, riuscivo ad entrare a scrocco e seguire le lezioni.
Poi e' arrivata l'offerta: "noi andiamo in tournee, tu verrai con noi"
Antonella lo chiese a mio padre: era solo una tournee in Sicilia... mica dovevamo girare il mondo!
No e poi no: lui mi aveva proibito di ballare e dovevo rispettare la sua imposizione.
Per due anni ancora, pur non andando piu' a danza, Antonella ha provato a convincere mio padre a farmi andare con loro in tournee.
Per due anni ancora, mio padre ha rifiutato che io coronassi il mio sogno.
Lo stesso e' stato per la musica: a 9 anni ho iniziato a chiedere di studiare chitarra classica (ho ancora le foto).
Anche qui, e' stata solo un'occasione che gli ho fornito per punirmi.
Ho dovuto attendere i 19 anni per comprare un basso elettrico e pagarmi le lezioni da sola.
E anche per il lavoro... io volevo diventare un deputato (e lo vorrei ancora), mentre lui voleva che mi occupassi dell'agenzia di viaggi.
Oh certo, mio padre una cosa me l'ha insegnata bene: se voglio qualcosa, devo farmi uccidere per averla e seguire i miei sogni a tutti i costi.