Posted: Fri Nov 28, 2008 2:49 pm
Paola M. wrote:
Così è stato per la paghetta, mai avuta, era su di me la responsabilità di chiedere ogni volta i soldi, non mi sono mai stati negati, ma credo di avere chiesto MENO delle aspettative.
Così per le uscite serali, mio padre mi diceva: non importa l'orario, stai attenta a quello che fai e non farmi stare in pensiero.
Così per i compiti o la carriera scolastica, non avrei SOLO dovuto deludere le aspettative, che erano assoluatmente alla mia portata e in linea con quel che io desideravo, ma avrei dovuto portarle a termine.
Non ho mai avuto un "compito" fisso: sparecchiare, pulire, lavare la macchina o altro, tantomeno non sono mai stata pagata per una commissione, il mio compito era SOLO essere una buona figlia.
poi ho sparecchiato, fatto le lavastoviglie e sono rientrata a orari decenti la sera, perché così doveva andare.
Forse è sato anche tanto CULO da parte loro.
Più o meno sono stata anche io così. La differenza è stata quella che così era il mio rapporto con mio padre, mia madre invece era quella che pretendeva e comandava in casa, e diceva che le volevamo bene solo se l'aiutavamo nelle faccende di casa.
Io non ho più nessuno dei due ma il mio rapporto con mia madre è sempre stato conflittuale e solo alla fine durante la sua malattia vissuta qui in casa mia (la figlia ribelle diversa dall'altra brava figlia (mia sorella)) che credo abbia capito chi io sia veramente e ha saputo chiedermi scusa come non aveva mai fatto, scusa di non avermi fatto capire quanto mi amava comunque, nonostante la sua "freddezza".
Li rimpiango tutte e due certamente ma la "severità" e le "priorità" di mia madre (solo ciò che riguardava la casa) hanno rovinato anni di rapporti con lei invece mio padre era quello che quando telefonavo mi sapeva dire, stai bene? Ti diverti? allora non ti preoccupre torna quando vuoi.................
e non c'era bisogno di farlo aspettare, ecco mio padre lo amo ancora tanto infinitamente e mi manca da morire. Con mia madre mi sono riappacificata come dicevo alla fine dei suoi giorni, sono stata felice di esserle stata vicino, di averle lasciato il mio letto per farla morire con noi e non in ospedale..............
ma tutti gli anni di conflitto e di incomunicabilità rimangono, e questo non voglio in nessun modo che avvenga con i miei figli!
Ecco forse perché con loro parlo parlo parlo parlo e non pretendo!
Perché pretendendo è vero che si ottiene, ma diventa obbligo e non è questo il sensodi famiglia che io voglio dare ai miei figli.
come di ce Paola
è quel senso di famiglia che maturi quando non vi sono obblighi stabiliti con ordine scritto, ma solo senso di responsabilità che matura dentro e alimenta il senso del dovere.