Vorrei chiarire il mio pensiero sulle visite domiciliari:
1) se necessarie vanno fatte
2) la necessità dipende da vari fattori, età del bimbo, sintomi , durata degli stessi, storia precedente del soggetto, impossibilità logistiche da parte dei genitori. mi spiego , un bimbo sotto i 5 mesi ha la precedenza; respirare male non è sufficiente, deve avere una frequenza respiratoria in apiressia, > di 45 atti respiratori; Se i sintomi sono recenti la visita va posticipata per l'impossibilità di fare diagnosi; Se so che il paziente è immunodepresso passa davanti agli altri; se la mamma è a letto con il febbrone e non c'è nessuno che può portarmi il pargolo.
Tutte queste evenienze rendono indispensabile la visita, ma essa può essere fatta anche in ambulatorio semprechè io garantisca l'immediazùtezza della stessa.
3) e' poi indispensabile che la visita sia possibile farla! Se mi arrivano dieci richieste di visite domiciliari nella mattinata, devo necessariamente filtrarle proprio in base ai parametri dei punti precedenti.Alla fine vado a vedere il neonato prematuro con difficoltà respiratorie (frequenza respiratoria>50) e il bambino di 8 anni con febbre a 40° e mal di gola gli faccio mettere una tachipirina e viene a studio con orario concordato.
4) altre volte la richiesta arriva quando sono a studio, in questo caso più è urgente e più deve venire a studio, perchè altrimenti deve aspettare la chiusura! D'altra parte portarlo al PS comporta attese decuplicate rispetto che portarlo con appuntamento nel mio ambulatorio!
Se avete suggerimenti su come quadrare il cerchio e riuscire a fare tutte le domiciliari senza essere costretti a chiudere l'ambulatorio, ve ne sarei grato.
Rie wrote:Il mio pensiero è che dovrebbero essere possibili, specie se il bimbo ha la febbre alta e si profila una lunga permanenza in sala d'attesa. Perché per un bimbo ammalato può essere davvero un disagio, specie nella stagione fredda, uscire con la febbre a 40 e attendere minimo tre quarti d'ora.
Comprendo perfettamente le esigenze organizzative di uno studio pediatrico, ma trovo abbastanza assurdo il cartello che è affisso nel nostro: "le visite domiciliari si effettuano solo in casi di estrema gravità (quali, di grazia? Io ho dovuto portare lì persino un bimbo con febbre, difficoltà respiratoria e con quella che poi è stata diagnosticata come polmonite seria, curata a fatica con un ricovero in ospedale di 10 giorni). Qui in studio si eseguono esami e e si dispone di risorse che nella visita domiciliare non è possibile utilizzare".
Presumo che sia impossibile effettuarle per via dell'eccessivo carico di lavoro in studio. Sul quale non discuto, ma che forse dovrebbe essere rivisto proprio a livello organizzativo. E mi viene da presumere anche che questo non sia possibile per via delle risorse offerte dal sistema sanitario nazionale, non per volontà dei pediatri... Se assegnano X bambini anziché X - 30 il tempo è quello che è...
Sulla divergenza di opinioni, trovo che in un rapporto all'insegna della fiducia e del rispetto reciproco non sia un problema. Ad esempio, ho una netta divergenza di opinioni con la mia attuale pediatra in tema di vaccinazioni. L'avevo anche con la precedente... che ha pensato bene di dirmi, testuali parole pronunciate con aria sprezzante: "se poi suo figlio si prende un'encefalite da morbillo non venga a piangere da me".
La pediatra attuale ha tentato di convincermi, ma alla fine ha preso atto della mia diversa posizione, tuttavia, quando ho avuto un bambino gravemente sofferente l'autunno scorso per patologie respiratorie ho accettato, proprio per il tipo di rapporto instaurato, il vaccino antinfluenzale in cosnsiderazione della particolare contingenza e del diverso rapporto rischi-benefici.
Ringrazio anch'io i dottori intervenuti in questa discussione, per i loro punti di vista e la loro difesa di un servizio pubblico di qualità.
Sfortunatamente, con varie sfumature di inefficienza, non sempre la qualità è garantita alle mamme che ne usufruiscono.