Mi manca papà
Posted: Tue Aug 05, 2014 8:32 am
Ciao a tutte, ogni tanto torno.
A due -quasi-mesi di distanza, casa trovata, lavoro in aumento, dietologa che mi segue, omeopatia a sostituzione gradualissima degli psicofarmaci, ieri sera, a letto, mia figlia ha pianto. Così, da un momento per l'altro. Mi stava raccontando che con la nonna avevano fatto rientrare un coniglio che era scappato nel pollaio (stiamo in campagna), e aveva la voce rotta dal pianto. Le ho chiesto come mai, se le dispiaceva che il coniglietto fosse scappato. Mi fa "non lo so perchè piango...". Pausa. "...mi manca papà (lacrimone). Mi manca tanto". E lì ha pianto, e io l'ho lasciata sfogare. Non le ho detto "manca anche a me" perchè no, non mi manca. Mi manca la routine, ma era una routine di una mamma e una figlia che abitano con un uomo emotivamente non disponibile. Ovviamente a neanche 5 anni non posso spiegargliela in questi termini ma...mi sento io colpevole di questa cosa. Anche se sono andata via per responsabilità di lui (che se la viene a prendere un giorno a settimana, senza piani nè progetti, passano la giornata da mia suocera, anziana, senza fare una beata mazza a parte il solito giro al solito centro commerciale come negli ultimi 4 anni), mi sento io addosso la responsabilità di farla stare serena.
La mia psicoterapeuta e un'amica, psicoterapeuta anche lei, mi avevano detto che era il momento di darle qualche spiegazione, perchè la storia di "siamo in vacanza dai nonni" non regge più. Così, in termini semplici, le ho detto che io e lei saremmo andate a abitare in una casa nuova, piccolina, da ragazze (ed è una bellezza questa casa, e sono eccitata all'idea finalmente di poterci investire due soldini e arredarla, invece che vivere con mobili di recupero), mentre la casa dove abitavamo prima, che è di papà, è sempre lì che la aspetta, e può andarci con papà quando vuole. Le ho detto che avevamo fatto questa scelta, io e papà, perchè non andavamo più d'accordo, ma che restiamo sempre la sua mamma e il suo papà e le vogliamo sempre tanto bene.
Lei ha fatto il paragone con la sua migliore amichetta dell'asilo, che ha entrambi i genitori separati, e la cosa sembrava chiusa lì. Adesso che sto cercando i mobili a volte la coinvolgo, anche perchè ho pensato che non potremo mica trasferirci da un giorno per l'altro senza dirle nulla. Forse è normale che ci sia questo effetto rebound, a scoppio ritardato. Ditemi che è normale, vi prego. Io spero di essere una buona mamma, di fare meno danno possibile con lei. Se sono andata via, è perchè quell'ambiente, in quella casa, non era più sano. Era dannoso e frustrante e soprattutto irrispettoso.
Lui resta il solito vittimista, poco responsabile, molto piagnone. Scorsa settimana ha anche avuto il coraggio di dirmi che gli sarebbe sembrato giusto partecipare alla mia ricerca della casa. Rendiamoci conto. Io che me ne vado in giro a cercare una casa per me e mia figlia con lui dietro. Fate voi.
Se avete consigli, se ci siete passate, se ci sono libri che posso leggere io sono qua. Un abbraccio a tutte.
A due -quasi-mesi di distanza, casa trovata, lavoro in aumento, dietologa che mi segue, omeopatia a sostituzione gradualissima degli psicofarmaci, ieri sera, a letto, mia figlia ha pianto. Così, da un momento per l'altro. Mi stava raccontando che con la nonna avevano fatto rientrare un coniglio che era scappato nel pollaio (stiamo in campagna), e aveva la voce rotta dal pianto. Le ho chiesto come mai, se le dispiaceva che il coniglietto fosse scappato. Mi fa "non lo so perchè piango...". Pausa. "...mi manca papà (lacrimone). Mi manca tanto". E lì ha pianto, e io l'ho lasciata sfogare. Non le ho detto "manca anche a me" perchè no, non mi manca. Mi manca la routine, ma era una routine di una mamma e una figlia che abitano con un uomo emotivamente non disponibile. Ovviamente a neanche 5 anni non posso spiegargliela in questi termini ma...mi sento io colpevole di questa cosa. Anche se sono andata via per responsabilità di lui (che se la viene a prendere un giorno a settimana, senza piani nè progetti, passano la giornata da mia suocera, anziana, senza fare una beata mazza a parte il solito giro al solito centro commerciale come negli ultimi 4 anni), mi sento io addosso la responsabilità di farla stare serena.
La mia psicoterapeuta e un'amica, psicoterapeuta anche lei, mi avevano detto che era il momento di darle qualche spiegazione, perchè la storia di "siamo in vacanza dai nonni" non regge più. Così, in termini semplici, le ho detto che io e lei saremmo andate a abitare in una casa nuova, piccolina, da ragazze (ed è una bellezza questa casa, e sono eccitata all'idea finalmente di poterci investire due soldini e arredarla, invece che vivere con mobili di recupero), mentre la casa dove abitavamo prima, che è di papà, è sempre lì che la aspetta, e può andarci con papà quando vuole. Le ho detto che avevamo fatto questa scelta, io e papà, perchè non andavamo più d'accordo, ma che restiamo sempre la sua mamma e il suo papà e le vogliamo sempre tanto bene.
Lei ha fatto il paragone con la sua migliore amichetta dell'asilo, che ha entrambi i genitori separati, e la cosa sembrava chiusa lì. Adesso che sto cercando i mobili a volte la coinvolgo, anche perchè ho pensato che non potremo mica trasferirci da un giorno per l'altro senza dirle nulla. Forse è normale che ci sia questo effetto rebound, a scoppio ritardato. Ditemi che è normale, vi prego. Io spero di essere una buona mamma, di fare meno danno possibile con lei. Se sono andata via, è perchè quell'ambiente, in quella casa, non era più sano. Era dannoso e frustrante e soprattutto irrispettoso.
Lui resta il solito vittimista, poco responsabile, molto piagnone. Scorsa settimana ha anche avuto il coraggio di dirmi che gli sarebbe sembrato giusto partecipare alla mia ricerca della casa. Rendiamoci conto. Io che me ne vado in giro a cercare una casa per me e mia figlia con lui dietro. Fate voi.
Se avete consigli, se ci siete passate, se ci sono libri che posso leggere io sono qua. Un abbraccio a tutte.