Non so bene cosa ci faccia in questa sezione il mio post… probabilmente è un retaggio pre-Mamme Si Diventa. Lo spostate, magari?
Volevo raccontarvi la fine dell’allattamento di Federico…
E’ stato un romanzo d’avventura con un protagonista ingombrante, appassionato, volitivo (lui), e una figura femminile soffice e accogliente (io).
Nella miglior tradizione di simili opere, fino all’ultima pagina c’è stata suspance.
Smetterà? Non smetterà?
Questa previsione
Perché so che verrà il giorno in cui, come Alex, Federico volterà la testina e i suoi occhi diranno senza parole: mamma, ti voglio bene, ma smettiamo insieme? Mamma, mi aiuti a crescere?
si è dimostrata quanto mai fallace!
Federico non è Alex. Se mai ci fosse stato bisogno di dimostrarlo, ne ho avuta l’ennesima prova.
Federico è uno Sturm und Drang d’acqua cheta pronta a mutarsi in uragano.
Per settimane ha indugiato lungo il confine del bisogno meramente affettivo, con suzione caotica e inefficace, e la norma dell’allattamento prolungato.
Nel mio non offrire/non rifiutare, era più che mai intransigente sul Non Rifiutare. Solo a provarci... urla belluine assai più terrificanti dei vagiti del tempo che fu.
Ma alla fine, dopo poppate creative nelle posizioni plastiche più impensabili, dopo avermi spesso allungato la sedia (!) reclamando “mamma, latte”, dopo le sue labbra da cucciolo cresciuto e i suoi beati, ultimi abbandoni, è arrivato anche per lui il momento dell’addio.
Non è Alex, che aveva deciso ed era sicuro. Alex che è sole e terra salda.
E’ Fede. Fede che cambia, che cerca, che si perde nelle mille facce della realtà. Fede che è luna e acqua oscura.
Fede che somiglia a me.
E’ stato bello, mio piccolo tesoro.
Se sono onesta con me stessa, senza illudermi nel sogno del terzo figlio, so che questa è l’ultima volta.
E’ stato dolce dividerla con te.