Mamma mia che onore!!!

Scusate ma non ce l'ho fatta a intervenire prima, per scrivere tranquilla sul forum devo aspettare la sera quando il pargolo dorme, altrimenti con lui che vuole salire e scendere dalla sedia al pc non è molto semplice!
Dunque, io non voglio insegnare niente a nessuno, né giudicare nessuno, quindi quello che scriverò sarà solo per farvi capire meglio.
Prima di tutto ci tengo a dire che l'adozione è una cosa e l'AIUTO a distanza è un' altra.
Con l'adozione, il bambino/a diventa a tutti gli effetti tuo figlio, oltre che nel cuore anche giuridicamente. L'aiuto a distanza, si dice così e non adozione, è solo un aiuto economico che tu dai e a tempo determinato.
In generale, come succede un po' per tutte le cose, sento in voi molta paura ed è normalissimo specialmente se è una cosa che conoscete poco.
Io non mi sento una mamma speciale ma una cosa è sicura, per adottare bisogna sentirselo fin dal più profondo del cuore e se è così, vi assicuro che la paura di andare incontro all'ignoto non c'è.
D'altraparte quando uno decide di concepire un figlio non va forse verso l'ignoto? Non si può assolutamente sapere a priori come sarà il nostro bambino, bello, brutto, malato, sano, buono, cattivo ecc. ecc.
Ci deve essere solo amore per un bambino, chiunque esso sia, perché una volta che entra nella tua vita è tuo figlio in tutto e per tutto e saprete riconoscerlo che è lui/lei e non poteva essere altro che lui o lei.
Alessio è mio figlio, doveva nascere da una donna in un Paese lontano come la Cambogia ma è senz'altro mio figlio; l'ho detto nell'altro post, se l'avessi concepito non poteva essere così simile a me e mio marito.
Siamo un trio affiatatissimo e il bambino lo sente, è sempre allegro e ride spessissimo.
Certo non tutte le adozioni sono rose e fiori, ci sono bambini problematici, alcuni bisognosi di cure, c'è inoltre sempre il problema dell'abbandono ecc.
Però io sono convinta che l'amore e le nostre capacità possono aiutare tantissimo qualsiasi bambino, ma ad una sola condizione....ed è che che questo/a si senta realmente voluto e veramente considerato come proprio figlio.