io sono impiegata in un'azienda di spedizioni, caso vuole sono stata la terza donna di quattro ad avere figli, ne abbiamo fatti uno all'anno (io due a ripetizione) e poi quando sono tornata io è andata in maternità una collega.
Questo puo' farvi ben capire come siano "ben disposti" verso le donne che hanno figli.. !!!
Nel mio caso specifico, lo straordinario è quasi richiesto in determinati periodi dell'anno ed in determinate condizioni lavorative.
Mi ritengo estremamente fortunata, perchè mia madre cura i miei bimbi quando io sono al lavoro, sia che vada a scuola il grande (il piccolo non va al nido, non me lo potrei permettere) sia che sia ammalato e resti a casa, niente influisce sul il mio rendimento sul lavoro.
Il mio atteggiamento è in parte dettato dalle richieste dell'azienda, ed in parte derivato da una mia personale coscienza che mi porta a mettere il lavoro innanzi tutto quando sono in ufficio.
Salvo poi sentirmi una pessima madre quando torno a casa, preparo la cena, metto a posto i bimbi e mi rimangono solo quindici minuti d'orologio per stare davvero con loro. Quindici minuti su un'intero giorno, che non tornerà più.
C'è da dire che, come contropartita, godo di una stima particolare da parte dei datori di lavoro e di una remunerazione più che soddisfacente: se piango sempre miseria è perchè sono nel giro degli strozzini, quelli legalizzati, chiamati mutui bancari a tasso variabile...
LE DIFFICOLTA' DI UNA MADRE NEL MONDO DEL LAVORO
Moderator: Paola
- Lella
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Luvetta wrote:Salvo poi sentirmi una pessima madre quando torno a casa, preparo la cena, metto a posto i bimbi e mi rimangono solo quindici minuti d'orologio per stare davvero con loro. Quindici minuti su un'intero giorno, che non tornerà più.
ecco con questa tua affermazioni mi ricordi di aver letto, non so più quando non so più dove, che la nostra generazione come genitori è molto permissiva verso i propri figli perchè vive una sorta di senso di colpa continuo per il tempo assorbito dal lavoro.
CARPE DIEM
si è stato detto da parecchi sociologi.
questo comportamento è comunque sbagliato perchè denota l'ammissione di una colpa (presunta) che il bambino percepisce come tale ed il cui effetto secondario è una carenza di regole educative.
capisco il senso di colpa interiore, ma non si dovrebbe cadere nel comportamento permmissivo a scopo compensatorio: il bambino ha bisogno di regole ed educazione, sia che lavoriamo sia che non lavoriamo e mancare a questo ruolo è il vero problema, non quello di lavorare.
per ovviare al fatto di essere fuori casa e vederli meno di quanto si potrebbe (sempre che risulti davvero una carenza..), si possono trovare altri modi di "recupero" affettivo:)
questo comportamento è comunque sbagliato perchè denota l'ammissione di una colpa (presunta) che il bambino percepisce come tale ed il cui effetto secondario è una carenza di regole educative.
capisco il senso di colpa interiore, ma non si dovrebbe cadere nel comportamento permmissivo a scopo compensatorio: il bambino ha bisogno di regole ed educazione, sia che lavoriamo sia che non lavoriamo e mancare a questo ruolo è il vero problema, non quello di lavorare.
per ovviare al fatto di essere fuori casa e vederli meno di quanto si potrebbe (sempre che risulti davvero una carenza..), si possono trovare altri modi di "recupero" affettivo:)
- kia
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Lella wrote:Luvetta wrote:Salvo poi sentirmi una pessima madre quando torno a casa, preparo la cena, metto a posto i bimbi e mi rimangono solo quindici minuti d'orologio per stare davvero con loro. Quindici minuti su un'intero giorno, che non tornerà più.
ecco con questa tua affermazioni mi ricordi di aver letto, non so più quando non so più dove, che la nostra generazione come genitori è molto permissiva verso i propri figli perchè vive una sorta di senso di colpa continuo per il tempo assorbito dal lavoro.
sicuramente è vero e probabilmente è sbagliato però scusate, umanamente e mammescamente, come puoi, dopo una giornata che non vedi tuo figlio e che lui giustamente è pure un tantino incazzato per questo, passare quelle poche ore a rimproverarlo o a dirgli di no in continuazione. Cioè io non ce la faccio. A volte gli dico: "si ma solo per questa sera eh!" cercando di fargli capire che è un'eccezione. Lui ancora non capisce a cosa è dovuta la eccezione ma capisce che la regola è un'altra. QUando sarà più grande questo giochetto non potrò più farlo, mi rendo conto, ma forse allora potrò contare di più sulla spiegazione dei perché!
"Rinnegare le proprie esperienze significa mettere una menzogna sulle labbra della vita" (Oscar Wilde - De Profundis)
[font="Comic Sans MS"][color="Red"][SIZE="4"]Ho un cervello, so sillabare. Aderisco alla campagna per eliminare il linguaggio da sms dal Forum[/size][/color][/font]
[color="Blue"]Un solo raggio di sole può rischiarare centinaia di ombre[/color]
[color="Green"]Dammi il coraggio per cambiare le cose che posso cambiare; la forza per accettare le cose che non posso cambiare; la saggezza per capire quali sono le une e quali le altre[/color]
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chiaretta_1974 wrote:si è stato detto da parecchi sociologi.
questo comportamento è comunque sbagliato perchè denota l'ammissione di una colpa (presunta) che il bambino percepisce come tale ed il cui effetto secondario è una carenza di regole educative.
capisco il senso di colpa interiore, ma non si dovrebbe cadere nel comportamento permmissivo a scopo compensatorio: il bambino ha bisogno di regole ed educazione, sia che lavoriamo sia che non lavoriamo e mancare a questo ruolo è il vero problema, non quello di lavorare.
per ovviare al fatto di essere fuori casa e vederli meno di quanto si potrebbe (sempre che risulti davvero una carenza..), si possono trovare altri modi di "recupero" affettivo:)



è legato anche ad un altro discorso secondo me, conta di + la qualità o la quantità del tempo che trascorriamo con i nostri figli?
- kia
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Kasan wrote:chiaretta_1974 wrote:si è stato detto da parecchi sociologi.
questo comportamento è comunque sbagliato perchè denota l'ammissione di una colpa (presunta) che il bambino percepisce come tale ed il cui effetto secondario è una carenza di regole educative.
capisco il senso di colpa interiore, ma non si dovrebbe cadere nel comportamento permmissivo a scopo compensatorio: il bambino ha bisogno di regole ed educazione, sia che lavoriamo sia che non lavoriamo e mancare a questo ruolo è il vero problema, non quello di lavorare.
per ovviare al fatto di essere fuori casa e vederli meno di quanto si potrebbe (sempre che risulti davvero una carenza..), si possono trovare altri modi di "recupero" affettivo:)
e
e RI
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è legato anche ad un altro discorso secondo me, conta di + la qualità o la quantità del tempo che trascorriamo con i nostri figli?
infatti kasan, è un discorso anche di qualità del tempo. Tutti i bambini, chi più chi meno, fanno capricci e chiedono in continuazione cose che non possono fare o avere o mangiare. Allora io dico: io riprendo leonardo quasi alle 19 la sera dalle 9.30 di mattina che lo lascio all'asilo. Lui ovviamente smania (ed è reciproco) per stare con me e questa smania spesso la traduce in capriccetti, bizze, richieste varie probabilmente un po' per avere da me quelle attenzioni che io, non essendoci stata tutto il giorno, non gli ho riservato. Allora come posso ogni sera di fronte a tutto questo passare il tempo che posso dedicare al gioco insieme a lui, insomma a stare insieme, a dirgli di no o a rimproverarlo se è un po' capriccioso o un po' pretenzioso quando riconosco che sono solo attenzioni che lui mi chiede? A cose normali, quindi quando sono con lui tutto il giorno, alla sua minima bizza per mangiare in braccio a me o addirittura in salotto giocando io rispondo di no. Ma mettiamo il martedì sera, preparo la cena, lo siedo a tavola e lui mi dice "mamma, pappa braccio" come potrei negarglielo, perché negarglielo? Lo prendo, lo stringo forte, lo bacio e lui mangia sereno e beato in braccio alla sua mamma!
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- Lella
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esatto Kia, un conto è il discorso affettivo. è giusto che tu gli dia attenzioni e affetto, ma credo sia proprio una questione di qualità del tempo. se tu trascorressi tutto il giorno, sempre sempre, con lui gliene daresti di +, di meno ? dei giorni magari saresti + affettuosa altri forse meno perchè + nervosa, ecc ecc....
x quanto riguarda il titolo del post, cioè le difficoltà riscontrate sul posto di lavoro, è un pò come quello che ha detto sempre Kia, quando parla di faticare nel tenersi i clienti ecco x me è faticoso con questop significato il rapporto con i miei colleghi nel senso che devo lavorare il doppio x vincere i pregiudizi che donna + figli lavora meno o è + "distratta" rispetto a colleghi uomini o alle donne senza prole...
x quanto riguarda il titolo del post, cioè le difficoltà riscontrate sul posto di lavoro, è un pò come quello che ha detto sempre Kia, quando parla di faticare nel tenersi i clienti ecco x me è faticoso con questop significato il rapporto con i miei colleghi nel senso che devo lavorare il doppio x vincere i pregiudizi che donna + figli lavora meno o è + "distratta" rispetto a colleghi uomini o alle donne senza prole...