una ola per Lela.
che sembra uno scioglilingua, in realta' e' uno sciogli cuore!
Ok, mi faccio forza, adesso tocca a me...
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Infatti. Il dubbio che potesse dipendere da questo tipo di problema, mi è venuto un giorno che sono capitata sul sito di giusto peso per sempre di Debora Conti, avevo letto un articolo su un giornale e mi aveva incuriosito. Mi sono scaricata gli e-book gratuiti e (causa destino) dopo che l'avevano messo al 25% di sconto, mi sono comprata pure il libro. Lei parla solo di questo tipo di disturbo e del fatto che a volte la dieta non è sufficiente a risolvere un problema di obesità. Parla di azioni radicate nella mente, gesti automatici e sensazioni che il cervello "trova normali", tutte cose che possono cambiare semplicemente modificando il comportamento. E dice tutto quello che ha detto Azur, stò ancora leggendo il libro e mi ritrovo in molti comportamenti che lei descrive, dalle scuse che mi davo ai gesti automatici e, soprattutto, al fatto dell'accorgersi solo DOPO aver ingollato di tutto.
La forza di questo "metodo" stà nel fatto che ti pone domande che ti costringono a ragionare su cosa fai e cosa sei e anche su ciò che vorresti essere. Ora, non credo che andrò mai hai suoi seminari (purtroppo non posso permettermeli e credo di essere abbastanza capocciona da fare da me in questo senso...
) ma i suoi consigli e i vostri sono un buon appoggio.
Poi è certo che il più devo farlo io, ma non mi fà paura... A stò giro vinco io, ci saranno delle ricadute, la strada è lunga, ma, cascasse il mondo, a stò giro vinco io...
La forza di questo "metodo" stà nel fatto che ti pone domande che ti costringono a ragionare su cosa fai e cosa sei e anche su ciò che vorresti essere. Ora, non credo che andrò mai hai suoi seminari (purtroppo non posso permettermeli e credo di essere abbastanza capocciona da fare da me in questo senso...

Poi è certo che il più devo farlo io, ma non mi fà paura... A stò giro vinco io, ci saranno delle ricadute, la strada è lunga, ma, cascasse il mondo, a stò giro vinco io...
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A stò giro vinco io, ci saranno delle ricadute, la strada è lunga, ma, cascasse il mondo, a stò giro vinco io...
Bellissimo Bruna!
(essere capoccione è una grande risorsa a volte :D)
La strada è lunga, certo, ma è un percorso di crescita,
e la ricompensa non è solo alla fine, ma anche durante, è il percorso stesso...
Non conosco Debora Conti, dopo dò un'occhiata al sito, grazie per la segnalazione!
L'importante è capire certe cose (le motivazioni e i meccanismi) e poterne discutere con qualcuno (e qui ci siamo noi),
e ovviamente avere voglia di fare la fatica necessaria a farlo (che è parecchia, ma mi pare proprio che tu ce l'abbia ;) )
Io sono guarita grazie a un forum (se mastichi un po' l'inglese http://fishyvb.something-fishy.org/forumdisplay.php?f=16 ), quindi è fattibile anche così ;)
Per me capitare (per caso) su quel sito è stata una rivelazione...
Ma.... allora.... non era vero quello che da anni sentivo ripetere intorno a me, che ero senza forza di volontà, che "se solo avessi voluto...", "se solo avessi provato..."
Il problema non era la "mancanza di volontà", era un altro!
E per forza quindi che non riuscivo a risolverlo, lavoravo nella direzione sbagliata!
Il problema non era il cibo,
il cibo era uno strumento, un meccanismo di difesa.
Un paravento per nascondere alcune cose che non volevo vedere,
un paravento brutto, che non mi piaceva,
ma sempre meglio di quello che c'era dietro.
Certo era uno strumento poco sano, non corretto,
ma in alcuni momenti della mia vita non ero pronta per affrontare certe cose,
e questo strumento mi era stato utile.
Aver capito questo per me è stato il punto di non ritorno,
l'inizio di un viaggio faticoso sì, ma pieno di soddisfazioni,
verso una consapevolezza diversa e verso il mio personale "volermi bene" e accettarmi totalmente e completamente.
Ci sono tanti modi per iniziare a ripensare il proprio rapporto con il cibo
e per affrontare le cause che nel tempo l'hanno reso distorto.
C'è chi preferisce iniziare dalle "motivazioni profonde" e scendere fino ai comportamenti,
e chi invece preferisce prima analizzare i comportamenti errati per risalire piano piano a quello che c'è dietro.
Preferenze personali, la sostanza non cambia.
I "piani" su cui lavorare sono molti, separati ma interlacciati tra loro:
- Capire quali sono i nodi emotivi, le difficoltà che hanno portato a cercare uno strumento per "evitarli" (il cibo in questo caso, ma poteva anche essere un'altra cosa. Il cibo è SOLO uno strumento, un meccanismo di difesa, come per altri sono le sigarette, l'alcool, il superlavoro, ecc... )
- Trovare delle alternative per risolvere o per gestire in modo sano i problemi che si sono identificati.
- Trovare delle soluzioni per gestire e superare i momenti di "voglia di cibo", dei meccanismi sostitutivi ai meccanismi sbagliati (cibo) usati fin'ora.
Se hai intenzione di iniziare il viaggio, noi siamo qui a fare il tifo...
