Posted: Thu Oct 07, 2010 9:29 am
Ma poi, appunto la volontà popoòare non può rendersi lesiva del principio di uguaglianza. E in certi ambiti nemmeno dovrebbe essere interpellata perchè la questione esula dalle proprie competenze e investe la salute di altre persone. Di questa cosa si fa questione etica dimenticando che invece la questione è prima di tutto, e imprescindibillmente, medica.
Io non so se chi vuole imporre certe sue convinzioni sa che in quel caso sta nei fatti impedendo a chi ha anche convinzioni diverse di curarsi.
Che poi, etica potrebbe pure essere, ogni religione monoteista si è pronunciata in proposito (in termini molto meno restrittivi della cattolica, tanto per dire, pensiamoci quando pensiamo all'Islam come mondo chiuso e retrivo, che c'è di peggio...)dando indirizzo spirituale ai suoi fedeli, e sia. Ma che questo indirizzo spirituale diventi un indirizzo legislativo diretto a tutti, non solo ai cattolici, è pazzia.
E un'altra cosa, sull'eterologa.
Prima del 2004 il "far west" che secondo i cattolici deriverebbe dall'eterologa, la mercificazione dei gameti e quant'altro, in Italia non c'era. Nonostante ci fosse la possibilità di fare eterologa solo in strutture private (e non ci vuole una cima a capire invece che se si vuole una regolamentazione uniforme e una logica donativa diversa dalla commerciale basterebbe deputare invece la gestione dei gameti donati a strutture sanitarie solo pubbliche), la cosa si basava soprattutto su un impulso solidaristico e di condivisione che aveva molto di cristiano, paradossalmente. Gli ovociti, più che da donatrici "professionali" erano messi in condivisione dalle pazienti che ne avevano prodotti in eccesso, erano in qualche modo un dono da donna infertile a donna infertile.
Il fenomeno della donazione professionale (che comunque è libera ovunque, nessun costringe nessuno) è dilagato proprio a causa del divieto di eterologa in alcuni paesi. Noi italiani soprattutto (nel resto di Europa il divieto di eterologa è limitato agli ovociti in Austria e Svizzera, e precluso alle over 40 in Francia, e per il resto permesso ovunque) abbiamo creato un mercato, la nostra domanda ha creato offerta. E il crescere delle domande ha provocato una crescita dei costi e una serie di speculazioni talvolta paurose dalle cliniche estere (costi esorbitanti, donatrice condivisa tra più pazienti, il che causa un maggiore rischio per la salute di lei e abbassa le possibilità di riuscita delle pazienti). Per dire che se l'interesse genuino fosse davvero stato quello di evitare che la donazione seguisse logiche venali e dunque anche elitarie ci siamo mossi proprio in direzione opposta a quella che avrebbe potuto evitarlo.
Io non so se chi vuole imporre certe sue convinzioni sa che in quel caso sta nei fatti impedendo a chi ha anche convinzioni diverse di curarsi.
Che poi, etica potrebbe pure essere, ogni religione monoteista si è pronunciata in proposito (in termini molto meno restrittivi della cattolica, tanto per dire, pensiamoci quando pensiamo all'Islam come mondo chiuso e retrivo, che c'è di peggio...)dando indirizzo spirituale ai suoi fedeli, e sia. Ma che questo indirizzo spirituale diventi un indirizzo legislativo diretto a tutti, non solo ai cattolici, è pazzia.
E un'altra cosa, sull'eterologa.
Prima del 2004 il "far west" che secondo i cattolici deriverebbe dall'eterologa, la mercificazione dei gameti e quant'altro, in Italia non c'era. Nonostante ci fosse la possibilità di fare eterologa solo in strutture private (e non ci vuole una cima a capire invece che se si vuole una regolamentazione uniforme e una logica donativa diversa dalla commerciale basterebbe deputare invece la gestione dei gameti donati a strutture sanitarie solo pubbliche), la cosa si basava soprattutto su un impulso solidaristico e di condivisione che aveva molto di cristiano, paradossalmente. Gli ovociti, più che da donatrici "professionali" erano messi in condivisione dalle pazienti che ne avevano prodotti in eccesso, erano in qualche modo un dono da donna infertile a donna infertile.
Il fenomeno della donazione professionale (che comunque è libera ovunque, nessun costringe nessuno) è dilagato proprio a causa del divieto di eterologa in alcuni paesi. Noi italiani soprattutto (nel resto di Europa il divieto di eterologa è limitato agli ovociti in Austria e Svizzera, e precluso alle over 40 in Francia, e per il resto permesso ovunque) abbiamo creato un mercato, la nostra domanda ha creato offerta. E il crescere delle domande ha provocato una crescita dei costi e una serie di speculazioni talvolta paurose dalle cliniche estere (costi esorbitanti, donatrice condivisa tra più pazienti, il che causa un maggiore rischio per la salute di lei e abbassa le possibilità di riuscita delle pazienti). Per dire che se l'interesse genuino fosse davvero stato quello di evitare che la donazione seguisse logiche venali e dunque anche elitarie ci siamo mossi proprio in direzione opposta a quella che avrebbe potuto evitarlo.